Di Debry della Madonnina, ne ha giocati tanti. Istantanee che tornano alla memoria collettiva dei tifosi rossoneri, come se quel 22 così elegante quanto efficace avesse smesso di indossare la maglia del Diavolo ieri l'altro.
Ricardo Kakà ha legato il suo nome a quello del Milan e il Milan ha legato il suo nome a quello di Ricardo Kakà, ultimo pallone d'oro prima dell'egemonia Messi - Ronaldo. Nei Derby, Ricky ha scritto la storia: segnare il primo dei 103 gol complessivi con il Milan proprio in una stracittadina, proprio sotto la curva Sud, non è da tutti. Soprannominato "l'Extraterrestre" per l'appunto, con Kakà in campo il Derby di Milano aveva un non so che di poetico, romantico e imprevedibile.
Oggi, a distanza di qualche anno dall'ultimo Derby giocato e vinto con la maglia rossonera e la fascia al braccio, il cariorca è tornato a parlare del momento dei rossoneri e di quella che sarà la partita di questa sera.
Giocare a San Siro, in uno stadio che è la storia stessa del calcio, per Kakà è stato il massimo della vita: "Ho giocato tanti derby, ma quello di Milano è un’altra cosa. Una città sola con due squadre ricche di storia che giocano nello stesso stadio. È una cosa che, insieme a tante altre, fa di questa partita qualcosa di unico". Kakà, ora ha cambiato vita. Con i suoi Orlando, al caldo della Florida, l'ex pallone d'oro sta cercando la scalata alla Major League Soccer. Con l'Italia però, resta un legame speciale: "Nella mia vita restano tanto Milan e tanta Italia. Non torno a Milano da quando sono andato a giocare negli Stati Uniti, ma ora con me in Florida c’è Nocerino, è sempre molto informato e parliamo molto di questo Milan".
Di ricordi per uno come Kakà - spesso in gol contro i cugini nerazzurri - ce ne sono tantissimi. Lui però, sceglie una partita in particolare. Una rimonta unica, griffata, tanto per cambiare, da una delle sue perle: "Certi momenti intensi sono belli da vivere. Ricordo il debutto nel derby, feci subito gol, ma mi ricordo soprattutto il derby che abbiamo vinto 3-2 in rimonta nel febbraio 2004. Partii da metà campo e infilai la palla nell’angolo basso. Sarà stata l’atmosfera, il momento, il fatto di essersi trovati in difficoltà. Vincemmo con gol di Seedorf ma anch’io quella sera ho segnato un bel gol. E poi mi ricordo i derby di Champions League: erano anni belli per le milanesi".
Il Derby a cui fa riferimento Kakà. 2-0 Inter alla fine del primo tempo. 3-2 al 90'. Kakà e Seedorf mattatori indiscussi in una notte che non verrà dimenticata.
I ricordi del campo si mescolano a quelli di una società che sta per dice addio. Una società che, Kakà ha sempre considerato come una seconda famiglia. Per questo, il carioca rivolge un affettuoso pensiero ad Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, augurando comunque il meglio a chi, tra qualche settimana, prenderà il controllo del club: "Di solito sono ottimista e tendo a vedere il lato buono delle cose. Non possiamo dimenticare il Milan di Berlusconi e Galliani, ma dobbiamo accettare il cambiamento. Forse, potendo scegliere, questo non sarebbe stato il passaggio di consegne ideale, però non sempre si può scegliere. Ora la Cina è una potenza economica e mi auguro che la nuova proprietà riporti il Milan dove deve stare, cioè in alto. In Italia ma anche in Europa. Probabilmente sarebbe stato meglio un programma diverso, magari un grande ex giocatore che diventa direttore. Ma ci sono tanti fattori che influiscono nella cessione di un grande club e mi auguro che questi nuovi proprietari facciano bene. Per Milano e l’Italia".
Il suo Capitano è stato Paolo Maldini, bandiera rossonera che ha rifiutato un ruolo all'interno della nuova dirigenza cinese. Kakà prova a motivare le ragioni del rifiuto: "Paolo conosce il Milan e l’Italia molto meglio di me. Da milanista vorrei vederlo nel club, ma lui sa se può aiutare, e se con la sua maturità decide di non rientrare nel club avrà i suoi motivi".
L'attualità però, dice che il Milan sta cambiando pelle. Tanti giovani, tante idee, tante speranze. Kakà sottolinea soprattutto il grande lavoro che sta svolgendo Vincenzo Montella al timone del Milan: "Montella mi piace: è al terzo posto, lavora con i giovani e sta facendo bene con i giocatori che ha". Alla domanda su chi sia il suo milanista preferito, Kakà non ha dubbi: "Donnarumma, un fenomeno. Non ho avuto il piacere di stare con lui nello spogliatoio ma mi pare un bravissimo ragazzo. Deve fare i suoi ragionamenti e deve tenere presente che è in un club che ha fatto la storia. Vorrà giustamente vincere tanto, ma se ha fiducia in questo Milan che sta crescendo, sappia che si trova già nel club giusto per essere al top".
L'Inter però, è sempre un rivale da prendere con le pinze. L'altra metà di Milano, e Kakà lo sa benissimo, è davvero imprevedibile, soprattutto in questo periodo così difficile: "Hanno sofferto un po’, stanno cambiando ancora. Io mi auguro che sia un bel derby e che tutti e due i club tornino a essere importanti. Sono stato e resto milanista, ma spero che vincano un po’ anche gli interisti. Non il derby, ovviamente, ma in generale vorrei rivedere Milano tornare ad avere grandissimi successi".