Nove anni e due mesi. Tanti gli anni passati dal successo roboante (5-0 con doppietta di Zalayeta e gol di Lavezzi, Domizzi e Sosa) del Napoli, alla seconda partita in serie A dopo il ritorno nella massima serie, sul campo dell'Udinese di Fabio Quagliarella e Totò di Natale. Da allora la trasferta in Friuli per gli azzurri è stata letteralmente stregata e poverissima di soddisfazioni, con soli quattro pareggi raccolti nelle successive otto partite. L'ultima di queste è ancora ben impressa nella mente dei tifosi azzurri: il 3-1 dello scorso Aprile che consentì alla Juventus di effettuare l'allungo decisivo per la conquista dello scudetto. Un ko che fece malissimo anche per la squalifica di Gonzalo Higuain, costretto a saltare le tre successive partite (e per la cui squalfica in migliaia si recarono in Piazza del Plebiscito...). Insomma, da (quasi) dieci anni Udine non è terra di conquista ma solo terra di amare delusioni per il Napoli.
E l'incontro di oggi si preannuncia uno dei più difficili per gli uomini di Sarri, per un duplice motivo (oltre a quello puramente ambientale): in primis per la stanchezza di diversi azzurri reduci dalle trasferte in nazionale (identica condizione dello scorso campionato) e, soprattutto, per il diverso stato di forma delle due squadre. L’avvicendamento in panchina dello scorso ottobre in casa bianconera, tra Iachini e Delneri, ha pagato, con 8 punti conquistati in quattro partite dopo il ko iniziale allo Juventus Stadium, tra l'altro non meritato. I friulani sono riusciti a cambiare completamente registro grazie a una mossa molto simile a quella compiuta da Sarri lo scorso anno, ovvero il passaggio dal 4-3-1-2 della gestione Iachini al 4-3-3 del nuovo corso, targato Luigi Delneri. Il tecnico di Aquileia ha restituito compattezza e coesione ad una squadra con evidenti problemi in fase difensiva, ed in tal senso il passaggio ad un modulo che consente di coprire maggiormanete il campo in ampiezza ha aiutato, sebbene nelle prime cinque partite della nuova gestione l'Udinese abbia sempre incassato gol, per un totale di sette gol subiti.
La partita, con tutta probabilità, si deciderà sulle fasce, in particolar modo nella metà campo difensiva. Chi sarà più bravo ad arginare gli esterni avversari avrà grosse possibilità di aggiudicarsi tutta la posta in palio. In tale senso lo spostamento di Felipe sulla sinistra nella difesa a 4, con compiti puramente difensivi, potrebbe rivelarsi la mossa decisiva, in un senso o nell'altro. Se da un lato infatti il difensore brasiliano avrà un compito fondamentale nell'arginare i tagli di Callejon (tra l'altro in dubbio per la sfida a causa di un attacco influenzale di ritorno dall'impegno con la Spagna), creare superiorità numerica sulla corsia destra della difesa azzurra potrebbe rivelarsi difficile a causa delle scarse qualità tecniche e fisiche del centrale ex-Siena. Ciò potrebbe quindi sgravare l'esterno destro offensivo azzurro da compiti difensivi troppo complessi, consentendogli di poter operare dieci o quindici metri più in avanti rispetto al solito. Il compito di spingere, in casa bianconera, spetterà a Widmer (già tre assist in stagione) dall’altro lato, con Danilo e Wague al centro. Proprio il terzino destro svizzero lo scorso anno fu l'incubo della retroguardia azzurra, con Ghoulam (reduce da impegni in nazionale e non al 100%, situazione analoga a quella attuale) che non potè fare nulla per arginarne le scorribande, causando addirittura due calci di rigore (oltre alla passività che accopagnò il cross, sempre di Widmer, dal quale nacque il terzo gol di Thereau). In mezzo al campo, assieme all’inamovibile Kums a fare da regista, le mezzali, stanti le assenze di Jankto e Halfredsson, dovrebbero essere Badu e Fofana. Centrocampo quindi molto muscolare e fisico, motivo per il quale l'impiego di Allan sembra quasi obbligato. Così come sarà di fondamentale importanza per la squadra di Sarri schermare le geometrie di Kums, vero faro della squadra friulana. In attacco De Paul, Thereau e Zapata sfideranno la poco attenta difesa partenopea delle ultime uscite. Sicuramente il francese ex-Chievo è l'uomo da tenere maggiormente d'occhio, sulla corsia sinistra della difesa. Le combinazioni e l'intesa con Widmer sono di pregevole fattura, ed a Ghoulam (in dubbio sino all'ultimo minuto, con Strinic che scalpita nonostante lo scarso impiego) ed Insigne sarà per questo richiesto uno sforzo doppio. De Paul cercherà di mettere in affanno Elseid Hysai con i suoi dribbling (è il giocatore con più dribbling e con meno passaggi effettuati dei titolari, a testimonianza del suo attaccamento al pallone) mentre Duvan Zapata cercherà di colpire la squadra proprietaria del suo cartellino con le sue armi preferite: fisicità e sostanza, nonostante in più occasioni il giovane colombiano abbia dimostrato di soffrire difensori che rispondono alla sua fisicità con prepotenza, negandogli lo scatto palla al piede e marcandolo stretto sui cross dalla trequarti. Lo scontro con Kalidou Koulibaly in tal senso potrebbe rivelarsi ostico, sebbene il centrale franco-senegalese non sia nel pieno della sua forma, commettendo più di qualche sbavatura nel corso degli ultimi incontri senza mai dare la sicurezza a cui aveva abituato tifosi ed avversari lo scorso campionato.
In casa Napoli i dubbi che attanagliano Sarri sono diversi: dalla scelta della linea difensiva (Albiol è pronto al ritorno in campo, Ghoulam ha problemi fisici da qualche giorno), al solito ballottaggio a centrocampo fra Allan e Zielinski (favorito l'ex Udinese) e Jorginho e Diawara (favorito il giovanissimo guineano). L'unico reparto che sembra essere sicuro dei suoi interpreti è l'attacco, con Insigne e Callejon (che con tutta probabilità smaltirà l'influenza in tempo) a fare compagnia allo scatenato Dries Mertens di questi primi due mesi e mezzo di stagione. La partita per gli uomini di Sarri si giocherà quasi completamente sulla tenuta difensiva, soprattutto considerate le difficoltà strutturali ad andare in gol senza una prima punta di riferimento. E con Manolo Gabbiadini ai box dopo una botta rimediata contro la Lazio, la situazione si è fatta ancor più critica. Ed è per questo motivo che la squadra si affiderà all'estro ed alla forma di Dries Mertens, che, se da un lato pagherà sicuramente dazio dal punto di vista fisico contro Danilo e Wague, dall'altro, se dovesse trovare spazio, potrebbe bruciarli in velocità, anche grazie alle solite combinazioni coi compagni di reparto. Sarri dovrà inoltre valutare opportunamente le condizioni di Hamsik, anche lui uscito malconcio dagli impegni in nazionale, sempre più nefasti per il Napoli, e l’opportunità di inserire Giaccherini per la prima volta dal primo minuto, in luogo di Insigne o Callejon.
La partita che aspetta il Napoli si preannuncia difficile, contro un avversario in fiducia e messo molto bene in campo, che predilige poco il possesso palla (è la seconda squadra, dopo il Crotone, con il minor numero di minuti trascorsi con il pallone tra i piedi) e molto le ripartenze. Sarà fondamentale per gli azzurri sfruttare la tendenza della squadra friulana a chiudersi facendo molta densità nella zona centrale del campo, lasciando quindi invitanti spazi sulle fasce che dovranno essere sfruttati a dovere dagli esterni (soprattutto difensivi) azzurri.
La crisi di risultati (non di gioco, come molti hanno sottolineato) in casa Napoli deve essere arginata ed è proprio il risultato l'unica cosa che conterà alla fine. Anche in maniera "sporca", "operaia" e senza grosse emozioni sarà fondamentale portare a casa i tre punti. Sarri ed il Napoli sono ad uno snodo cruciale della stagione: vietato sbagliare.