Uno scatto mentale. D'orgoglio. Di principio. Manolo Gabbiadini chiede spazio e fiducia, li reclama, ne ha bisogno, così come il Napoli ha bisogno di lui, tecnicamente e tatticamente. Sarri lo scuote, lui è chiamato a rispondere presente. Per sè stesso, in primis, per la squadra successivamente. Superare le avversità, le difficoltà tattiche di un sistema cucito ad hoc sulle spalle di qualcun altro: situazione dura da affrontare, che tempra il corpo ed anche la mente. La stessa mente che lo ha tradito, nel momento del primo riscatto, a Crotone, ma anche in quello di maggiore pressione ambientale.
Scalpita Manolo Gabbiadini, alla vigilia di una gara che nel turno d'andata poteva rappresentare il turning point - la svolta o una delle tante - della sua stagione. Le innumerevoli occasioni non sfruttate dal Napoli contro il Besiktas, lo svantaggio, un risultato che stenta ad arrivare: Insigne sbaglia tradito dalla freddezza sul dischetto, lui invece no. Entra deciso, spiazza il portiere. Il due a due momentaneo è una boccata d'ossigeno, una dose di fiducia inestimabile, che il centravanti di Calcinate sperava di trovare dopo l'esclusione dal primo minuto. Riscatto, poi non confermato nella nefasta trasferta in terra pitagorica.
Il dottor Manolo da una parte, mister Gabbiadini ancora una volta dall'altra. Quale faccia dell'ex attaccante della Sampdoria scenda in campo è spesso sconosciuta: arde al suo interno Manolo, lo si nota alla prima occasione di far esplodere la sua rabbia, la sua frustrazione. Cova dentro di sè, a stento lo dimostra a parole. La reazione di Crotone è figlia del nervosismo di un periodo che sembra totalmente avverso a lui ed alla squadra in generale: la vittoria riscatta il morale del gruppo, isolando paradossalmente il calciatore Gabbiadini. Le scuse, per un gesto mai consono ai suoi atteggiamenti, sono sincere. Di cuore.
Adesso, dopo le parole, contano i fatti. Il Napoli si è rialzato dal momento difficile. Nonostante la sconfitta di Torino dello Juventus Stadium ha dimostrato personalità e carattere, furore ed ambizione. Gabbiadini deve fare lo stesso step, mettersi al pari della squadra, mentalmente prima che fisicamente, caratterialmente prima che tatticamente. Una scintilla che l'estro del mancino bergamasco ha nelle sue corde, che può far scoppiare da un momento all'altro. L'aria di Turchia, la stessa che in casa del Trabzonspor lo aveva fatto conoscere qualche mese fa ai tifosi partenopei, quella che può dare morale al calciatore. La trebisonda stavolta Gabbiadini la deve trovare in cuor suo, non altrove. Via le voci e le polemiche dalla testa, spazio al campo ed alle giocate, laddove non ha quasi mai tradito le aspettative.