Prima il Crotone, poi l'Empoli: due vittorie agevoli soltanto sulla carta, di fondamentale importanza per il Napoli di Maurizio Sarri che veniva da tre sconfitte di fila. Il modo migliore, forse, per approcciare alla gara contro la Juventus. Ne è convinto anche Faouzi Ghoulam, terzino sinistro del Napoli che ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ha analizzato il momento della squadra oltre a guardare alla sfida di sabato ed al futuro.
"Abbiamo vinto una partita molto importante, soprattutto perché era in casa. Dobbiamo fare punti e siamo contenti, ma non dobbiamo rilassarci. Il campionato è ancora lungo. Crisi? Ci sono sempre i momenti difficili in una stagione, l'importante è che il gioco non cambi e che durino poco. Se perdiamo dobbiamo comunque dare il massimo, per noi e per i tifosi. Siamo cresciuti dall'anno scorso, ma dobbiamo migliorare su tante cose. Ieri siamo riusciti a fare la differenza, siamo contenti e ora pensiamo alla prossima".
Si guarda, ovviamente, anche alla gara di sabato: "L'importante è andare lì e giocare il nostro calcio. In questo modo i risultati arrivano, almeno il 99% delle volte. Dobbiamo andare lì senza paura, mettendo l'anima e il cuore in campo. Tutte le partite sono importanti, ma questo è un po' come il derby che giocavo io in Francia tra Saint-Etienne e il Lione. Sappiamo che non è una gara come le altre, ma anche qui in palio ci sono i tre punti. Dobbiamo sudare la maglia e onorare il nostro popolo".
Riflessioni anche sull'attacco spuntato del Napoli, con tutti interpreti minuti, mentre di fronte ci sarà il suo ex compagno Higuain: "Abbiamo le nostre armi in avanti, come Insigne, Mertens e Callejon. Ma anche chi è in panchina è forte. Andremo a Torino con la speranza di fare risultato, perché la rosa è forte ed ampia. Higuain? Adesso gioca per la Juventus, non mi interessa più. Non parlerò di lui più che di altri. Il calcio va molto veloce, ci possono stare tante cose, possono succede tante cose, quindi basta parlare di lui. Bisogna parlare della Juventus che ha tanti campioni, proprio come noi. Non dobbiamo concentrarci troppo su Gonzalo, è un calciatore come un altro".
Da Higuain a Daniel Alves, avversario in uno scontro diretto che infiammerà la corsia laterale del terreno di gioco: "E' un giocatore molto importante. Ha una grande carriera, ricca di trofei, ma secondo me non è un duello tra me e lui, ma il Napoli contro la Juve, il nostro gioco contro il loro". Inoltre, riguardo le ambizioni di scudetto del Napoli e sull'eventuale conquista di qualche trofeo, l'algerino prosegue così: "Noi guardiamo sempre partita dopo partita. Adesso non possiamo dire chi vincerà lo scudetto, siamo tutti molto vicini. Ognuno poi ha un modo di giocare, noi, la Juve, la Roma. A fine stagione vediamo qual è il gioco che porta più punti. L'importante è che noi diamo tutto sul campo. Vincere? Sarebbe un sogno per tutti alzarne uno. Per me è una cosa molto importante, figuriamoci per tutto il popolo azzurro. E' questo che mi dà la carica, i tifosi hanno grandi aspettative riposte in noi. Noi per questo diamo il massimo, il 100%, sappiamo per loro quant'è importante".
Dalla Juve ad un'altra sfida importantissima che gli azzurri affronteranno martedì, quella contro il Besiktas: "Non ci pensiamo fin quando non ci sarà il triplice fischio di Juve-Napoli, che è una gara molto importante per noi e per i tifosi. Solo dopo penseremo alla Champions League". Ed ancora riguardo Sarri ed il gol che non arriva: "Per me è più importante la squadra e fare assist. E' meglio che segnino gli attaccanti, per i quali è più importante. Sarri? In partita ci martella, è vero, ma in allenamento è anche peggio. Vuole molto ritmo. Ce lo dà fuori dal campo e noi in campo dobbiamo farlo, altrimenti dopo la partita ci ammazza".
Infine, una battuta sulla sua parentesi in Campania all'ombra del Vesuvio: "Giocare qui è una cosa diversa rispetto a tutte le altre. Napoli è una città diversa rispetto alle altre, la pressione è maggiore. Per questo all'inizio sembra un po' difficile, ma bisogna solo abituarsi. Io a Napoli mi sento molto bene, mi sento a casa perché somiglia al mio paese d'origine. Poi si traduce in campo questo benessere".