Con tutta probabilità le persone che, nella serata di ieri, alle 22 circa hanno controllato il risultato della partita del Napoli, essendo impossibilitate a guardarla, vedendo i partenopei avanti di quattro gol contro il Benfica avranno pensato dapprima ad uno scherzo e successivamente ad un qualche difetto visivo. Dopo aver metabolizzato l'informazione avranno probabilmente pensato ad un Napoli straripante, incontenibile, troppo superiore all'avversario. Tutto vero... ma fino ad un certo punto.
Il Benfica di Rui Vitoria veniva da 15 successi esterni consecutivi in campionato ed un'imbattibilità lontano da Lisbona che perdurava ormai da dieci mesi. Squadra giovanissima, addirittura la più giovane della prima giornata di Champions con 23.7 anni di media (considerando solo gli undici titolari), ma allo stesso tempo solida e cinica.
La prima occasione della partita, dopo 11 secondi, è però per il Napoli. Ghoulam con un lancio di cinquanta metri pesca Milik, che ormai ha metabolizzato quasi alla perfezione i movimenti che gli sono richiesti da Sarri in fase di possesso offensivo. Il polacco ex-Ajax in particolare si sta dimostrando molto bravo ad infilarsi nella tasca fra i due centrali, mettendo in mostra una della sue caratteristiche principali: la capacità di saper correre. Bellissimo lo stop di destro, una rarità nel repertorio di Milik, meno la conclusione, debole e centrale.
Dopo lo spavento iniziale il Benfica comincia a macinare il suo calcio, fatto di pressione alta e gestione della palla volta ad eludere il primo pressing avversario. Ed è proprio da tale situazione di gioco che scaturisce la prima delle due grosse occasioni nel giro di cinque minuti. Nell'immagine successiva si possono notare due aspetti fondamentali del gioco dei lusitani: Mitroglou che si abbassa tanto per dialogare con i compagni ed i cinque/sei giocatori costantemente in proiezione offensiva. In particolar modo il piano tattico di Rui Vitoria prevedeva Pizzi, sempre altissimo alle spalle di Ghoulam, destinato a soli compiti offensivi con licenza di non difendere. Nel prosieguo dell'azione Mitroglou allarga il gioco proprio per Pizzi, abile nel premiare la sovrapposizione di Semedo, che mette al centro un pallone rasoterra molto teso sul quale Reina non è perfetto. La palla carambola sui piedi di Mitroglou che a porta spalancata si vede nagare il gol da un grande intervento di Hysai, perfetto in fase difensiva. E' importante però notare le cinque maglie rosse negli ultimi sedici metri.
Il secondo grosso pericolo corso dal Napoli nasce da una sgroppata di Lindelof, classe '94 accostato già diverse volte al Napoli, che serve un altissimo Grimaldo sulla corsa. L'infortunio di Albiol consente al laterale di guadagnare il fondo indisturbato e mettere la palla al centro per l'accorrente Mitroglou, ancora una volta abile a trovarsi al posto giusto. E' però ottima la risposta di Pepe Reina al tiro dell'attaccante greco, molto pericoloso nei primi minuti. Ancora una volta nell'immagine seguente si può apprezzare come, infortunio di Albiol a parte, il Benfica, in trasferta su un campo notoriamente ostico in campo europeo, attacchi sin dai primi minuti a pieno organico, sintomo di fiducia, aggressività e personalità. In quasi tutte le azioni d'attacco il 4-2-3-1 disegnato da Rui Vitoria porta almeno sei giocatori nella trequarti avversaria, con i due terzini che si sganciano a turno ed uno dei due centrali di centrocampo che si butta nello spazio mentre l'altro resta a protezione della difesa.
Dall'ingresso di Maksimovic in poi è però un altro Napoli, non necessariamente galvanizzato dall'ingresso del serbo ma comunque più corto ed incisivo. E, soprattutto, a differenza di quanto spesso capita in campionato, cinico. Difatti gli azzurri passano alla prima vera occasione, su un calcio d'angolo battuto da Ghoulam (calcio d'angolo propiziato da alcune giocate incredibili di Hamsik) sfruttando uno schema già visto nello scorso campionato in occasione del match di Bergamo contro l'Atalanta. In tale occasione fu Higuain a buttare la palla nel sacco, in questo caso ci pensa invece Marek Hamsik, vera forza propulsiva della squadra nelle ultime uscite. Un incanto le sue giocate, dal tunnel su Horta al quindicesimo minuto alle sventagliate, con entrambi i piedi (ma è un destro o un sinistro naturale?), sempre precise e veloci. Sul primo gol degli azzurri più di qualche responsabilità per Fejsa ed in generale per tutta la retroguardia lusitana, disposta in un mix fra uomo e zona.
Dopo il gol gli azzurri si sbloccano definitivamente dopo un inizio contratto ed affannoso, ed iniziano finalmente a fare il loro calcio. E' il calcio di Maurizio Sarri, vero e proprio maestro di calcio e fine stratega, capace, a dispetto di quanto in molti pensano, di cambiare il modo di giocare a partita in corsa e di partita in partita. Se nelle prime uscite di campionato si erano visti degli esterni offensivi molto accentrati, nella partita con Benfica si è ritornati all'antico, con Callejon larghissimo per tutto il match. Sarri ha studiato per bene il Benfica e non ci ha messo molto a capire che il difetto principale della squadra di Rui Vitoria è la transizione difensiva, durante la quale i quattro giocatori del reparto arretrato si stringono tantissimo, quasi fino a pestarsi i piedi. Per questo motivo Mertens e Callejon avevano il diktat di restare sempre larghissimi ed Hamsik aveva il compito di buttarsi costantemente negli spazi inevitabilmente lasciati liberi da una squadra che attacca con sei uomini l'avversario. Anche Ghoulam, complice, come detto, un Pizzi che spesso e volentieri viene lasciato dall'allenatore della squadra di Lisbona libero di trascurare la fase difensiva, si è trovato con tantissimo spazio davanti e non si è lasciato di certo sfuggire l'occasione. Nelle immagini seguenti si vede tutto il lavoro tattico pre-partita di Sarri: prima Callejon ed Hamsik che dialogano con lo slovacco che conclude di poco a lato, poi Ghoulam che prende agevolmente il fondo, quasi incontrastato ed infine ancora Callejon che non trova Milik di pochissimo. Soprattutto nell'ultima circostanza si evince la grande intelligenza tattica degli uomini di Sarri, che si muovono in maniera perfetta. Callejon largo ad allargare le maglie della difesa avversaria, Mertens ad attaccare il primo palo, Hamsik il secondo e Milik che si posiziona nello spazio intermedio, in posizione leggermente arretrata in modo da avere tutto lo specchio della porta nel mirino. Da manuale.
L'unico sussulto il Benfica lo ha, sul finire del primo tempo, in seguito ad un errore in fase di impostazione di Hamsik, unico neo della partita strepitosa del capitano. In tale circostanza è importante notare ancora una volta come il Benfica, sebbene Hamsik abbia comunque la possibilità di un passaggio agevole su Jorginho, completamente libero, pressi con sei uomini nella metà campo avversaria, creando una situazione di sei contro sei. Sul continuo dell'azione è Maksimovic a metterci una pezza con grande fisicità e scelta di tempo. Un plauso alla prestazione del difensore serbo va sicuramente fatto. La sua è una partita da sette in pagella che diventa quasi da otto se si considera che dopo quasi tre mesi ritorna in campo in una partita difficilissima, in un ruolo delicato, senza praticamente sbagliare un intervento, senza strafare, senza andare in affanno dal punto di vista fisico e mentale, senza sentire la pressione dei 25 milioni spesi il 31 Agosto per lui, voluto fortemente da Giuntoli. La strada da percorrere è ancora lunghissima, ma l'inizio è più che incoraggiante.
Il Napoli che rientra dagli spogliatoi è ancora una volta quello che non ti aspetti. Cinici e spietati, i ragazzi di Sarri con una punzione magistrale di Mertens, il rigore di Milik e il tap-in ancora una volta del folletto belga spazzano via il Benfica, annichilito ben oltre i suoi demeriti. E' interessante notare come il movimento di Mertens in occasione del fallo che porta poi successivamente al gol del due a zero sia in controtendenza rispetto ai movimenti del primo tempo dei due esterni. A dire il vero è probabilmente una delle pochissime circostanze in cui uno dei due esterni si è accentrato. Insomma, una sorta di anarchia in un contesto di gruppo così solido, compatto e coevo. Ma è un'anarchia che, tra gli assist di Insigne ed i dribbling di Mertens, produce grandissimi risultati, facendo esaltare le giocate del singolo grazie all'armonia del collettivo. Nel caso in questione Mertens è molto bravo a muoversi nella zona di campo non occupata da avversari, dopo essersi liberato con un tunnel della prima marcatura. Bravo anche Milik a liberargli quello spazio. Il polacco si muove sempre meglio e questo non può far altro che piacere a Sarri, che già da Giugno aveva intravisto in Milik un potenziale fuoriclasse, da plasmare a sua immagine e somiglianza.
Il rigore del tre a zero nasce da un'azione fortuita, in cui la palla rotola sui piedi di Callejon dopo un tiro di Allan rimpallato dalla difesa. Non è però fortuito lo sviluppo dell'azione, con Hamsik ancora una volta stratosferico nel giocare palla sulla trequarti difensiva con Allan, Jorginho, Ghoulam e Koulibaly, e nel buttarsi successivamente nello spazio servendo dall'altra parte del campo lo stesso Allan che aveva avviato l'azione. Azione "Sarriana" di incredibile bellezza. Ancora una volta si può inoltre vedere quanto larghi siano gli esterni e quanto stretti siano i difensori del Benfica, con addirittura sette uomini racchiusi in un fazzoletto di campo dopo il giro-palla del Napoli.
La stessa scena si ripete in occasione del quarto gol. In questo caso sono otto i giocatori del Benfica schierati a protezione della propria porta, con Allan e Mertens tra le linee, Ghoulam e Callejon larghi e pronti a scattare. Hamsik ormai sembra molto a suo agio nel ruolo di regista della squadra e con una frequenza sempre maggiore cerca di farsi servire nel cuore del centrocampo per poi cercare i compagni con lanci millimetrici. In tale circostanza Callejon viene servito perfettamente sulla corsa e mette un'innocuo cross al centro sul quale Julio Cesar, ex-saracinesca umana dell'Inter del triplete, va a farfalle consentendo a Mertens di realizzare uno dei gol più semplici della sua carriera.
Dopo il quarto gol gli azzurri spengono la luce ed aspettano solo che Morfeo li accolga fra le sue braccia. Restano però ancora trenta minuti da giocare e le dormite di Jorginho e Ghoulam regalano due gol al Benfica, facendo infuriare Sarri e molti tifosi. Il regista italo-brasiliano sbaglia un passaggio che normalmente farebbe ad occhi chiusi, regalando palla a Guedes, che insacca dopo aver superato Reina, ed il terzino algerino tiene in gioco Salvio consentendgli di presentarsi in area piccola indisturbato. Ghoulam in particolare non è nuovo a questi errori e la sua crescita passa necessariamente dal miglioramento delle fase difensiva, nonostante in questo scorcio di stagione si stia dimostrando molto più attento ed efficace. Non sono nuovi nemmeno gli errori in fase di impostazione della manovra, ed infatti proprio per questo motivo Sarri e la squadra stanno lavorando in maniera maniacale su questo particolare.
Come ha dichiarato Sarri a fine partita, se proprio la squadra doveva avere una lezione, è meglio averla ricevuta sul quattro a zero, non ci sono dubbi. Per adesso i tifosi si godono un Napoli bello, cinico e vicente, che avrà la possibilità di qualificarsi alla fase ad eliminazione a partire già dalla prossima partita, in programma l'11 Ottobre allo stadio San Paolo, contro il Besiktas.