Dopo l'addio di Gonzalo Higuain, a Napoli, si faceva fatica a comprendere quei 32 milioni spesi da Aurelio De Laurentiis per portare all'ombra del Vesuvio un giovane polacco. Tante critiche, tanti punti di domanda e soprattutto la pesantissima eredità lasciata da chi ha segnato 36 gol in una singola stagione di Serie A, come mai nessuno ci era riuscito nella storia. Eppure, tra tanto scetticismo e anche un po' di curiosità, Arkadiusz Milik esordisce da titolare con una doppietta contro il Milan, dopo aver ben figurato in una breve parentesi nella ripresa a Pescara. Di pregievole fattura il secondo gol con il quale il polacco insacca nella porta difesa da Donnarumma, sovrastando il suo marcatore diretto, dopo aver sbilencamente timbrato il tabellino nella prima occasione. 

In Champions League la musica è diversa, ma la storia è la stessa: Arek stende la squadra ucraina della Dinamo Kyev con una doppietta nel primo tempo e regala al Napoli una vittoria fondamentale per il prosieguo del cammino nella massima competizione europea. Due dolci colpi di testa, da centravanti puro, quasi dei colpi di biliardo per mettere la palla in rete e per far capire ai propri compagni e alla piazza partenopea che lui c'è e che la porta la vede eccome. 

Sembrava un rimpiazzo, invece comincia ad essere il vero trascinatore di questo Napoli a suon di gol, anche se dovrà ancora percorrere molta strada per confermarsi ad alti livelli. Intanto l'attaccante polacco, ex Ajax, se la gode: "È stata una notte magica per il Napoli e perfetta per me. Ho segnato due gol e sono molto felice. L'avevo detto ieri alla vigilia: volevamo venire qui per vincere, pur sapendo che giocavamo contro un avversario ostico. Infatti è stata dura. Torneremo in Italia con il sorriso, però. È stupendo che i tifosi siano già pazzi per me, anche se so bene che sono solo alla quarta gara con la maglia azzurra e alla prima in Europa. La strada è lunga, per me e per i miei compagni".

Anche Maurizio Sarri predica calma e chiede di non paragonarlo ad Higuaincon tutte le ragioni di questo mondo: in primis sono due attaccanti dalle caratteristiche diverse, inoltre l'argentino ha già fatto il suo percorso di maturazione in carriera e lo ha concluso con i 36 gol della passata stagione. Del resto, Arek Milik non è venuto a Napoli per far dimenticare il Pipita, ma se segna con questa continuità diverrà sicuramente il principale idolo dei tifosi azzurri e Sarri sarà ben lieto di consacrarlo.

Nel frattempo la Milik-mania già impazza e siamo solo all'inizio. Il San Paolo è già pronto ad urlare ancora il suo nome. Non sarà il Pipita, ma quel ragazzo di soli 23 anni, ha già capito come infiammare il cuore di un'intera città.