Da una parte Manolo Gabbiadini, formidabile attaccante con medie realizzative impressionanti e con una capacità di centrare la porta come pochi in Italia. Dall'altra Manolo Gabbiadini, attaccante difficilmente compatibile con le idee sarriane del prototipo dell'esterno d'attacco e soprattutto del centravanti, che gioca con la squadra e dialoga con i compagni, che attacca l'area e, al contempo, deve essere pronto a svolgere mansioni che attualmente, il bergamasco, non riesce proprio a soddisfare.
In casa Napoli il rebus è criptico più che mai: come fare a valorizzare uno degli attaccanti più prolifici e futuribili del campionato, senza avere una collocazione tattica che possa esaltarlo? Semplice, non è possibile. Appurata già da tempo l'impossibilità dell'ex attaccante della Sampdoria di svolgere il ruolo di vice-Callejon, Sarri nella passata stagione - all'ombra di Gonzalo Higuain - ha provato e riprovato a plasmare il ventiquattrenne attaccante di Calcinate ad immagine e somiglianza del Pipita, con risultati tutt'altro che soddisfacenti dal punto di vista del gioco, paradossalmente però non in termini di gol.
Fermo restando che le capacità balistiche e realizzative di Gabbiadini sono di assoluto livello, l'incompatibilità tecnica e tattica nel 4-3-3 di Sarri ha messo a nudo - anche nell'amichevole contro il Nizza di lunedì sera - tutte le difficoltà dell'attaccante nello svolgimento del compito di centravanti che intende l'ex allenatore dell'Empoli. Raramente è stato pericoloso sotto porta, altrettanto dalla distanza, ma soprattutto quasi mai è riuscito a rendersi parte di una manovra che per dieci undicesimi della squadra sembrava oleata a meraviglia. Un pesce fuor d'acqua.
Con una difficile collocazione sia come esterno che come centravanti, la soluzione sembra oramai inevitabile, con la cessione che è un'opzione tutt'altro che da scartare. Nonostante le smentite di rito da parte del club partenopeo, con la fiducia attestata un giorno sì e l'altro pure, la continua e costante ricerca di un attaccante di ruolo - dopo aver definito l'arrivo di Milik - conferma ed attesta la necessità di Sarri e del Napoli di trovare un erede di sicuro affidamento nel ruolo e, contestualmente, legittima le possibilità di partenza di Gabbiadini.
Una soluzione che risulterebbe un bene per entrambe le parti in causa, con il Napoli che guarda al dopo Higuain e, nonostante abbia in rosa uno dei più forti attaccanti italiani, è costretta a guardare lontano da Manolo, con quest'ultimo che in altri lidi potrebbe esprimersi al massimo delle sue potenzialità, mettendo in mostra, finalmente, tutte le sue qualità in un ruolo più consono alle sue immense doti.