Quest'anno sono trent'anni di Pozzo. Anche se Giampaolo, in organigramma, non ha più alcun ruolo, resta un punto di riferimento vitale per l'Udinese. Propietario, paròn, ma anche primo tifoso della squadra e primo a soffrire quando le cose vanno male. L'anno scorso più volte dopo brutte sconfitte ha rilasciato dichiarazioni in cui si poteva chiaramente percepire il dolore per una delle peggiori annate mai passate da quando la sua famiglia ha preso l'Udinese. Fautore, insieme a Lo Monaco prima e a Marino poi, di quello che è l'impianto di scouting più invidiato d'Italia e che questa estate è tornato a funzionare dopo due annate di "riposo". Pozzo senior ha portato i bianconeri dalla lotta per la sopravvivenza nelle serie minori all'Europa, anche quella più prestigiosa di tutte. Ora che quasi tutto è nelle mani del figlio, resta comunque il punto di riferimento quando si parla di famiglia Pozzo. Tanti grandi giocatori passati sotto la sua gestione: Di Natale, Sanchez, Bierhoff, Amoroso, Sensini, Handanovic... e si potrebbe continuare un bel po'. Per quanto riguarda la statistica, dal 1986-87 l’Udinese di Pozzo ha disputato 1084 gare di campionato tra A e B, conquistando 395 affermazioni e 321 pareggi; le sconfitte sono 368. E’ in attivo anche il saldo tra gol fatti, 1413, e subiti, 137. Da 21 anni consecutivi la squadra è nella massima serie.
Ecco l'intervista rilasciata al Messaggero Veneto:
Paròn Pozzo presidente più longevo della massia serie, considerando anche che Berlusconi, che lo precede di due mesi nella guida del Milan, presto potrebbe passare il testimone ai cinesi. « Li conosco bene: venti anni fa avevo delle aziende in Cina. Hanno spirito imprenditoriale e capitali, ma penso che il fenomeno calcio, per come lo intendiamo noi in Europa, sia di difficile comprensione per loro»,
Con l’Udinese che si vuole rilanciare: «Vero abbiamo interrotto il discorso perché non abbiamo saputo rinnovarci. Ora abbiamo ripreso: spero che il cocktail giovani-vecchi sia decisamente più esplosivo rispetto alle ultime stagioni. E sono speranzoso, abbiamo preso gente di talento. Nella scorsa stagione mi sono reso conto che è meglio avere un giovane motivato che un calciatore anche esperto ma a fine carriera: questione di motivazioni, non di etica professionale».
Poi lo sguardo spazia in avanti, ai prossimi anni, decenni: «Una società pronta a sfidare anche i capitali stranieri. Anche i cinesi. Abbiamo le conoscenze e gli strumenti per farlo. La struttura societaria che adesso viene orchestrata dai miei figli, Gino e Magda, è solida e con lo stadio di proprietà possiamo far parte delle realtà del calcio italiano già proiettate verso il futuro».
Infine qualche rimpianto: «Rimpiango la Coppa Italia del 2005, in semifinale ci siamo consegnati alla Roma. La Coppa Uefa del 2009? No, la coppa che ci manca è quella che doveva portarci Spalletti».
L’Udinese più forte? «Quella del terzo posto nel 1998, con Poggi, Bierhoff e Amoroso là davanti».
Il Messaggero Veneto ha raggiunto anche Totò Di Natale per un breve commento sui 30 anni di Pozzo:
«Come dissi al Friuli la sera dei saluti, Gianpaolo Pozzo è e resterà il mio presidente. Col presidente ci siamo scontrati, abbiamo litigato spesso, ma poi abbiamo sempre fatto pace. Gli sono molto affezionato, il nostro è stato alla fine un rapporto tra padre e figlio. Complimenti per i trent’anni. È un grande presidente e un grande uomo».
Nessuna dichiarazione, dunque, su un suo eventuale ingresso in società, ci sarà un nuovo incontro con la dirigenza ad agosto, dove magari si potranno gettare le basi per capire l'eventuale ruolo nell'organigramma. Da quel che filtra però l'ex capitano vuole restare in disparte almeno fino a settembre, per seguire da vicino le sue scuole calcio e i vari affari che ha imbastito nel corso della sua lunga avventura ad Udine, e solo successivamente prendere un ruolo dietro ad una scrivania.