C'eravamo tanto amati. Maurizio Sarri torna a parlare, dopo un mese o quasi di silenzio assoluto, dove il mercato l'ha fatta da assoluto padrone e gli ha portato via Gonzalo Higuain. Dopo una stagione da record, personale e di squadra, il Pipita ha fatto le valigie destinazione Juventus, ma ciò che dispiace maggiormente al tecnico di Figline Valdarno è l'atteggiamento ed il mancato saluto dell'attaccante argentino. Ai microfoni del Corriere dello Sport l'ex allenatore dell'Empoli si è sfogato tutta la sua delusione, guardando inoltre al futuro del suo Napoli

"Mi risulta difficile soffermarmi su di lui che ho appena visto con la maglia della Juventus addosso. Ne parlo, ma non volentieri. La scelta è stata sua, perché da noi gli si offriva ciò che ha accettato altrove. E' chiaro che perdiamo un giocatore determinante, il più forte centravanti del mondo, ma dal punto di vista personale resta l'amarezza: mi aspettavo che facesse almeno una telefonata, almeno cinque minuti prima delle visite mediche. Sono abbastanza vecchio, però, per non meravigliarmi". 

Dall'addio di Higuain al futuro, tra mercato e malumore della piazza, che oltre a non aver gradito la cessione si aspetta una pronta risposta dal presidente De Laurentiis. Si parte dal ritiro di Dimaro: "E' stata un'estate molto più difficile di quella della passata stagione. Gli Europei hanno ritardato l'arrivo dei nazionali, abbiamo lavorato a scaglioni e con molti ragazzi. Il mercato? E' un ossessione per voi, non per me. Io lo vivo sempre un passo indietro, non entro nelle analisi, ma aspetto che si chiuda. Per quanto mi riguarda devo dare fiducia a Gabbiadini, che ha mezzi da sfruttare. La gente? La stragrande maggioranza dei tifosi è già oltre, ma è chiaro il malcontento quando parte un giocatore di questo calibro. Tuttavia ci stanno aiutando molto". 

Il solito laconico e pragmatico Sarri analizza successivamente le modalità per la sostituzione di Higuain, non solo dal punto di vista tecnico e guarda al vuoto lasciato dal Pipita nella squadra: "Spalmeremo le responsabilità sul gioco e sul collettivo. Abbiamo perso uno dei pochi fuoriclasse che c'era in circolazione, dobbiamo ovviare a questo. Tuttavia non abbiamo perso la voglia di giocare come piace a noi. La squadra si aspettava un saluto, un pizzico di sconcerto lo registri, ma tra calciatori lo superi più facilmente. Cosa ci siamo detti? Poche parole, non ci piangiamo addosso e non abbiamo alibi. Siamo una squadra forte, lo scorso anno abbiamo fatto sei punti senza di lui in tre partite, non penso sia andata male".  

Riguardo la corsa allo Scudetto Sarri non nega il dominio assoluto della Juventus, ma guarda con fiducia ad eventuali cali di concentrazione della Vecchia Signora. Inoltre si proietta con la mente alla prima apparizione in Europa: "Sulla carta il destino è segnato. Siamo al cospetto di una squadra che da cinque anni vince il campionato ed è un dato inquietante perché rende il prodotto calcistico meno appetibile. Però anche loro hanno delle responsabilità e c'è sempre il campo che deve dare il suo responso. Chi sta alle loro spalle sa che non deve illudersi, ma anche i favoriti possono sbagliare. Ci saranno trentotto partite da vincere e posso assicurarvi che una in particolare, il 2 aprile al San Paolo, sarà quasi proibitiva. La Champions League? Alla musichetta credo che un pò vacillero, poi penserò alla partita. L'ansia del sorteggio, della prima partita: mi sembra difficile già crederci, è bello esserci arrivati". 

Ceduto Higuain la garanzia di successo del Napoli sembra essere proprio Sarri, messo a capo di un laboratorio che prova a crescere giorno dopo giorno. Il tecnico avverte la pressione, ma al contempo reagisce così: "Sono semplicemente orgoglioso di farne parte. Ho l'obbligo di far crescere i giocatori che ho a disposizione, perché il nostro modo di competere passerà quasi sempre da prospettive diverse rispetto a quelle degli altri club. La nostra struttura societaria è unica, non abbiamo alle spalle un gruppo finanziario o galassie stranere, bensì è in mano a una famiglia". 

Infine, la chiosa riguardo gli obiettivi stagionali: "Io non firmo per un bel niente. L'anno scorso reggere al ritmo della Juve, che ne ha vinte 28 delle ultime 30 era quasi impossibile e non abbiamo nulla da farci perdonare. Però si riparte da zero e io non firmo nulla".