L'eredità di Di Natale è pesantissima e soprattutto non è solo tecnica. C'è infatti quella fascia che, dopo tanti anni, deve passare di braccio. La scelta della dirigenza è chiara: Danilo Larangeira è un pilastro della squadra da ormai cinque anni e quindi sarà lui il prossimo capitano, dopo aver fatto per lungo tempo il vicecapitano. Una "promozione" quindi per il brasiliano che, dopo 176 presenze in Serie A con l'Udinese, 17 in Europa League e 4 in Champions League, il tutto condito da 7 reti, sembra essere una scelta logica. I tifosi però sono pesantemente in disaccordo e lo hanno già fatto notare con cori anti Danilo durante le amichevoli (non si è ancora arrivati a striscioni espliciti, ma non è da escludere sviluppi in questo senso nelle prossime partite). Il perchè è presto detto: il giocatore, dopo l'ennesima sconfitta in casa della stagione 2015/2016 contro la Roma, ha avuto un pesante alterco con la Curva Nord, rivolgendo un dito medio plateale agli ultras, che stavano contestando una squadra che sembrava ormai alla deriva.
Un gesto considerato da tutti come una caduta di stile, offensivo, e soprattutto la prova che il giocatore non ha il carisma necessario per essere un leader. Ad aggravare la situazione c'è il fatto che il brasiliano era proprio capitano in quella partita, dato il suo status di vicecapitano e l'assenza di Totò Di Natale. Il gesto è passato forse un po' in sordina a causa della situazione difficile che c'era in casa friulana, con il rischio retrocessione molto concreto. C'erano anche state delle scuse ufficiali e una riappacificazione tra l'ex Palmeiras e colui che pareva essere il diretto interessato del gestaccio, il tutto a fare da toppa nei rapporti con i tifosi. Però gli ultras avevano semplicemente messo da parte l'ascia da guerra, per tirarla di nuovo fuori al momento opportuno e, ora che sta nascendo l'Udinese 2016/2017 post senatori, quel momento sembra essere arrivato.
Di Natale, Pinzi, Bertotto e tutti gli altri ex capitani hanno avuto alti e qualche basso con la tifoseria, ma mai uno dei leader aveva rivolto un gesto simile allo zoccolo duro del tifo friulano nel recente passato. Certo, c'è stato quel dito sulle labbra (a chiedere silienzio) di Totò durante un Udinese-Lazio, ma non era un gesto offensivo, era solo la richiesta di un po' di tranquillità, dato che la squadra stava lottando per l'Europa e ad ogni partita un po' insoddisfacente piovevano critiche. Eravamo poi nel pieno della polemica sui cori antinapoletani, topos degli ultras friulani e che sia gli altri tifosi che lo stesso Totò (essendo napoletano) hanno dimostrato di non apprezzare.
La dirigenza, per bocca del DS Nereo Bonato, sul problema capitano è stata chiarissima: "A suo tempo Danilo avrà anche fatto un gesto sbagliato, ma è stato un episodio isolato. Il ragazzo è uno dei leader del gruppo e ha dimostrato di voler rimanere. Non ha davvero mai chiesto di andare via, è sempre il primo a tirare il gruppo, i comportamenti sono quelli giusti. La fascia gli è stata consegnata e rimarrà sul suo braccio. Per noi è il nostro capitano". I tifosi però non ci stanno, preferirebbero che la fascia passasse a Felipe, che è tornato ad Udine solo nel 2015, ma che è alla sua decima stagione in bianconero (nove mezzo in realtà, dato che andò via nel gennaio del 2010). Il ragazzo è considerato un friulano d'adozione, ha sposato una friulana ed ha sempre dimostrato grande attaccamento alla maglia, manifestando più volte la sua voglia di tornare ad Udine quando ha vissuto annate difficili, come per esempio è stata l'ultima alla Fiorentina. Uno scontro dunque che per ora resta tra dirigenza e tifosi, ma che deve trovare in fretta una soluzione che metta realmente d'accordo tutti, altrimenti si rischia di minare la tranquillità dello spogliatoio (già nervoso, come si è visto nelle ultime amichevoli) prima ancora che si inizi a fare sul serio.