Come se non bastassero le noie sul mercato, i mal di pancia di Koulibaly e l'imminente inizio del campionato, un'altra grana prende forma nell'estate - a dir poco tartassata - del Napoli di Aurelio De Laurentiis e pende come una spada di Damocle sul futuro prossimo del sodalizio partenopeo. Come è accaduto già in occasione delle due precedenti apparizioni in Champions League, nell'estate precedente tiene banco la questione legata all'autorizzazione che l'Uefa fornisce ai club che intendono partecipare alla manifestazione più prestigiosa per squadre di club nel Vecchio Continente.
Questione da sempre annosa per il club campano, che all'ombra del Vesuvio stenta a trovare una soluzione con il Comune per la gestione dell'impianto e, di conseguenza, dei lavori di ammodernamento da effettuarci. Oltre alla struttura già di per sè fatiscente, gli organi della Uefa hanno messo a nudo - come sottolinea quest'oggi il Corriere del Mezzogiorno - i soliti problemi dei bagni e dei sediolini da risolvere nel più breve tempo possibile. Non essendo arrivati i venticinque milioni del mutuo acceso dal Comune con il credito sportivo, quest'ultimo non ha potuto dare il via ai lavori concordati e con ogni probabilità il primo sopralluogo dei delegati Uefa darà esito negativo alla concessione del placet.
Il Napoli, nel frattempo, si è cautelato come già accaduto in precedenza, indicando il Renzo Barbera di Palermo come stadio alternativo dove giocare le gare casalinghe, anche se per ora la situazione non sembra così grave da allertare i tifosi partenopei. Resta però, come al solito, da risolvere una questione annosa che mina e macchia ancora una volta l'immagine del Napoli e della città di Napoli.