Non il migliore dei weekend, quello appena trascorso, in casa Napoli. Mandata in archivio, o quasi, la cessione di Gonzalo Higuain alla Juventus non si placa l'estate rovente in casa azzurra, con il caso spinoso del futuro di Kalidou Koulibaly che tiene banco ancora una volta. Dopo la roboante scossa di terremoto provocata dalla cessione dell'attaccante argentino, arrivano le scosse di assestamento, con il procuratore del difensore franco-senegalese che ai microfoni di Radio Crc ha battuto ancora cassa, facendo il punto della situazione sul rinnovo del suo assistito. 

"Vicini al rinnovo? Macchè, chi lo ha detto! Parliamoci chiaro, sono stato sabato scorso a Dimaro, abbiamo fatto il punto sulla situazione, situazione che è stata abbastanza tesa in questi ultimi tempi, non mi risulta che siamo ad un punto di accordo, forse i dirigenti hanno capito così, ma la voglia del giocatore è ancora quella di andar via, non di rinnovare. Anche perchè i segnali da parte del club non sono una motivazione per il ragazzo, ci dicono che è un grande giocatore ma dall’offerta non si vede".

Insomma, offerta reputata non consona al valore del calciatore, con Bruno Satin che ha inoltre proseguito: "Già l'anno scorso volevano mandarci via, dicevano che non era concentrato, poi però con la scorsa stagione ha dimostrato tutte le sue qualità. Il ragazzo potrebbe decidere di restare un anno inserendo nel contratto una clausola non alta come quella del Pipita. Ancora non si capisce se abbia fatto un affare il Napoli o un affare la Juve, certo per i tifosi è una bella delusione". 

A tal proposito, l'agente di Koulibaly ha chiosato fornendo un assist alla dirigenza partenopea in vista di un'eventuale rinnovo: "Se il Napoli lo vuole tenere deve farci altre proposte, quello che posso dire è che per ora non ci sono margini per rinnovare, ai tifosi posso dire di stare tranquilli perché non andrà alla Juve, non va a rinforzare la concorrenza. Il Chelsea e l'Everton sono ancora interessate, cercano un centrale di livello". Insomma, con le spalle coperte dalle pretendenti, una spudorata chiamata a denari, come direbbero all'ombra del Vesuvio.