Sulla panchina del Cagliari nella scorsa stagione in Serie B c'era lui, Massimo Rastelli che grazie ad un grandissimo lavoro è riuscito a riportare il club in Serie A, dopo la stagione difficile con relativa dolorosa retrocessione dal massimo campionato del nostro calcio.
Adesso i sardi sono in montagna in ritiro per preparare la nuova stagione e da lì il tecnico si racconta alla Gazzetta dello Sport. Il presidente del Cagliari Giulini lo ha paragonato a grossi calibri della panchina, ma Rastelli corregge il tiro: "Io sono lontano da Conte e Mou, sono semplicemente Rastelli. Ma guardo con interesse ai miei colleghi. Allegri che vince, Sarri, Di Francesco mio compagno a Piacenza. Gli altri debuttanti? Juric ha fatto vedere grandi cose, ha portato tanta intensità, il Pescara ha meritato ampiamente nei playoff. C’è una carica incredibile e curiosità. Affronti il meglio, non vedi l’ora di misurarti."
Sul modo di allenare Rastelli spiega: "Lavoro tanto e mi porto il lavoro a casa. E quando c’è una partita la sera anche mia moglie la vede con me, capisce la mia passione. Così come le mie tre figlie. Con lo staff cominciamo alle 9.30 e finiamo all’ora di cena. Oltre al lavoro in campo c’è anche quello in ufficio: analisi, video. Dal martedì ci prepariamo sugli avversari, osservando il materiale che arriva." Per la stagione l'obiettivo non può che essere la salvezza: "Servirà grande equilibrio. Tutti cercano di pressare alti, di essere aggressivi, di attaccare con più uomini, ma è fondamentale sempre ricompattarsi. La gavetta a me è servita tantissimo. Perché stare in posti in cui devi pensare proprio a tutto è importante. Io personaggio? Non mi sento tale, ma sicuramente in Serie A aumenta la visibilità."