"Voglio vincere lo scudetto e anche la Champions e lo faremo".
Non si accontenta, e rilancia così Aurelio De Laurentiis ai microfoni del Corriere della Sera, analizzando quanto fatto dalla sua presidenza in questi dodici lunghissimi anni e rilanciando in vista della prossima stagione, quando il Napoli di Maurizio Sarri lotterà, oltre che per i primi posti del campionato italiano, anche per un posto tra le grandi d'Europa. La Champions nel mirino, con la necessità di trattenere Higuain in Campania, all'ombra del Vesuvio. Di questo ed altro il patron ha parlato così.
"Dodici anni fa ho ereditato un pezzo di carta che avrei potuto chiamare in un qualsiasi altro modo. Sono partito da zero attraverso la serie C e le paludi di calciopoli. Siamo oggi tra i 17 club migliori d’Europa, tra i pochi con i conti a posto. Lascerei il club soltanto ai miei figli, qualora decidessi di lasciare. Lo scudetto? La Juventus ha un fatturato di 260 milioni superiore al nostro, ma torno a dodici anni fa e a come ho iniziato. Non ho mica ereditato il Napoli di Maradona? Siamo partiti da zero, in ogni caso ho applicato il fair play finanziario richiesto dalla Uefa. Siamo diventati così una società virtuosa, però da due anni chiudo il bilancio in rosso. E per l’anno prossimo, nonostante la Champions, perderò dieci milioni. Ma non tutti sanno che è grazie alle riserve accumulate che il calcio Napoli non è fallito in una città che ti regala pochissimo, se non l’amore dei tifosi".
Il numero uno azzurro torna, successivamente, sulla scelta di Sarri, che ancora una volta lo ha premiato con i risultati sul campo: "Una scelta ragionata e maturata dopo averlo incontrato. Ricordo ancora quando mi disse: presidente, perderemo le prime sette partite. Io feci una risata. Lui sorrise in maniera ammiccante. Lì nacque l’intesa. E l’ho difeso sempre. Purtroppo c’è la cattiva abitudine che quando si vince, vincono tutti. Quando si perde poi la colpa è solo mia".
Da Sarri ad un altro dei protagonisti assoluti della cavalcata dei partenopei verso il secondo posto. Questo il parere di De Laurentiis sulla permanenza di Higuain, con annesse le motivazioni per le quali l'argentino dovrebbe scegliere ancora Napoli: "È un ragazzo giovane ed ha una famiglia che crede in valori sani. Finora non ho ricevuto alcuna offerta del valore della clausola. Ammesso e non concesso che ci sia una società che offra questi soldi, lui sa perfettamente che se pure altrove guadagnasse un po’ di più, non avrebbe la stessa ribalta. Maradona è entrato nella storia del calcio mondiale grazie a Napoli. Se Higuain ascoltasse le sirene europee dovrebbe mettere in conto che in certi contesti se funzioni giochi, ma se sbagli nessuno ti aspetta. A quel punto le uniche chance sono l’America e la Cina. Ho la sensazione che il Pipita non ci tradirà".
Futuro che il Napoli spera sia ancora con Higuain e, inoltre, Koulibaly. Riguardo la situazione del franco-senegalese, e di Gabbiadini, l'opinione del presidente: "Evidentemente non ha letto bene i suoi contratti. Non mi riferisco a quelli da dipendente, ma alla cessione dei diritti di immagine. Da due giorni ricevo telefonate di aziende con le quali negoziamo per ulteriori attività che avrebbero coinvolto anche Koulibaly. Milioni e milioni di euro di cui dovrà risarcirmi. Gabbiadini? Purtroppo ha avuto un infortunio, è stato fermo due mesi. E Sarri non ha avuto la possibilità di utilizzarlo più a lungo. Mi piacerebbe che tra i due, persone perbene, si stabilisse una maggiore sintonia".
Infine, un pensiero a Lorenzo Insigne, protagonista in Francia con l'Italia di Antonio Conte: "Lo ha meritato. Purtroppo credo che giocherà poco, Conte preferirà mettere in campo giocatori più vecchi. Se fosse per me, vorrei vederlo in campo sempre".