Raccontare Christian Abbiati in poche righe, senza che un piccolo brivido passi sulla schiena, è quasi impossibile. Il portiere nato nell'afosa estate del 1977 a Abbiategrasso, vicino Monza, ha rappresentato per tre decadi il ruolo dell'estremo difensore. Estremo in tutto, Christian; già dai primi anni, le passioni per moto e calcio prendono il sopravvento.
Giovanissimo inizia a giocare con gli amici nella squadra parrocchiale del paese; poi, intuito un talento grezzo, prosegue la sua formazione passando per altri club giovanili fino al 1994. Finalmente, a 17 anni arriva la chiamata del Monza che dopo averlo mandato in prestito, lo riprende con l'obiettivo di andare in Serie B. Detto, fatto, Abbiati è protagonista assoluto della promozione nella serie cadetta, che nella stagione seguente gli da la possibilità di mettersi in luce in un palcoscenico più importante.
Nel 1998 arriva la chiamata del club di cui da sempre era tifoso: il Milan. Christian accetta subito, ma si trova a Milanello come terzo portiere, alle spalle di Lehmann e Rossi.
I rossoneri non sono brillanti anche se, restano aggrappati al treno scudetto. Lehamnn fa le valige a gennaio; Rossi, si fa espellere al 92' di un Milan - Perugia. Abbiati fa il suo esordio a San Siro. Da allora, per Christian inizia la scalata verso il successo che culmina, esattamente un girone più tardi, nel match del Renato Curi.
Il Milan è stato protagonista di una rimonta incredibile ai danni della Lazio, e un successo a Perugia, garantirebbe il 16^ scudetto. Dopo un primo tempo di controllo, nella ripresa il Perguia inizia ad attaccare e dopo il rigore di Nakata, mette paura ai rossoneri. Assediati in un finale da cuori forti, il Milan si aggrappa alla sfrontatezza di Abbiati che, proprio negli ultimi minuti, compie il suo intervento più spettacolare: la parata su Bucchi. Il Milan è Campione d'Italia, e Abbiati, solo qualche anno prima in Serie C1, è l'eroe del Diavolo.
Da quel giorno, la carriera di Abbiati cambia in modo radicale. Nonostante la grande soddisfazione per lo scudetto ottenuto da protagonista, il Milan sembra non puntare su di lui. Arriva Dida, portiere brasiliano che si fa subito preferire al monzese. Abbiati torna in panchina, ma accetta la decisione di buon grado, sapendo che il suo momento sarebbe arrivato, una volta ancora.
E così accadde, nell'Euro Derby di Champions League, quello del 2003 tra Inter e Milan. Il risultato è di 1-1 e sull'incursione di Kallon, Abbiati si trova a fronteggiare il destro dell'avversario da terra.
Sorte e talento però, sono dalla sua, e la serata si trasforma ancora una volta in leggenda. Abbiati para con il ginocchio e spedisce il Milan in finale, dove l'altro portiere, Dida, completerà l'opera.
Tra alti e bassi, luci e ombre, la carriera di Abbiati continua così, alle spalle di Dida. Nel 2005-06, arriva la Juve e Christian decide a malincuore, di lasciare casa Milan. A Torino però, c'è Buffon, e lo spazio per Abbiati e poco. L'anno seguente, 'Abbia' si sposta nell'altro club di Torino, quello granata. Lì trova presenze e continuità che lo ripropongono sul palcoscenico internazionale.
Lo vuole l'Atletico Madrid che lo acquista per un solo anno dal Milan. Anche in terra ispanica Abbiati fa il suo dovere, ma al termine della stagione, il richiamo dei colori rossoneri e troppo forte per potergli dire addio: Abbiati torna al Milan per restare e scrivere altre pagine di storia.
La storia recente, vede il portiere rossonero protagonista assoluto dello scudetto 2010-11. Ancora nel Derby, Abbiati si riserva un super intervento, per negare il gol a Thiago Motta. Il Milan vince, scappa, e alla fine della stagione, si cuce lo scudetto sul petto. Poi, arriva anche la Supercoppa Italiana, ancora contro l'Inter, ancora in faccia ai cugini.
Intanto gli anni passano, e i record si avvicinano. Abbiati vede andar via tutti i vecchi compagni, da Pirlo ad Ambrosini. La fascia di capitano diventa di sua proprietà, e il suo ruolo, in campo e negli spogliatoi si fa fondamentale. Diego Lopez lo manda in panchina, ma Abbiati, ormai 38enne è contento anche da secondo.
Questa stagione, l'ultima, vede l'arrivo del fenomeno Donnarumma, che rende Abbiati quasi come un padre adottivo. Il giovane teenager lo prende da esempio e il vecchio 32 gli insegna tutto il possibile. Arrivati in fondo però, le 39 primavere si fanno sentire con tutti i problemi gli acciacchi e i malesseri di una carriera estrema.
Il 13 maggio 2016, esattamente 13 anni dopo la parata su Kallon nel derby di Champions, Abbiati comunica l'addio al calcio. A fine stagione smette Christian, che questa sera, nell'ultima di campionato, sarà omaggiato dal pubblico di San Siro. Un altro pezzo di storia rossonera, forse l'ultimo, che dice addio ai colori di una vita.