Tutti sulla corda, ancora una volta, per andare a caccia degli ultimi tre punti stagionali. Niente è ancora scritto, niente definito nel futuro dei partenopei: questo il messaggio, a tratti scaramantico, a tratti meno, che Maurizio Sarri ha lanciato alla sua squadra nell'intento di conquistare la vittoria domani. Tre punti di speranza quelli che separano il Napoli dalla conquista del secondo posto e da un altro risultato storico (sesta volta al secondo posto). Tre punti per coronare un sogno lungo un'eternità: il tecnico toscano ha atteso questo momento per tutta la sua carriera, lunga ed eterna se si pensa ai primi passi mossi sulle panchine di periferia, sui campi di gioco delle categorie minori che lo hanno forgiato e reso quello che è oggi. Il tecnico dei campani, alla vigilia della decisiva sfida contro il Frosinone di Roberto Stellone non pensa ad altro che alla Champions League, lontanissima chimera qualche anno fa, possibilità concreta a novanta minuti dalla chiusura della stagione.
"Cosa provo? Ora come ora nessuna emozione. Sono molto concentrato ed un pò di preoccupato perchè il clima intorno alla squadra non è quello giusto. Servirà grande mentalità, il San Paolo ci darà ancora una grande mano ed il ruggito sarà importante. La squadra la sta approcciando nel modo giusto, ma non vive in una campana di vetro e può farsi influenzare. Vincere senza faticare è impossibile e la mente deve essere predisposta a questo".
Un secondo posto che rappresenterebbe per Sarri il momento più alto della sua carriera e, il tecnico toscano, non lo può negare, anche se potrebbe non essere quello dalle emozioni più forti: "La visione giornalistica di uno sportivo non sempre coincide con l'emozione che uno prova. E' il punto più importante, ma le emozioni non si basano sull'evento, io mi sono emozionato anche per aver vinto la B o la C2, sarebbe il risultato più importante della mia carriera però senza dubbio. Il rendimento è stato altissimo, anche nelle gare perse abbiamo retto il confronto. Se me l'avessero detto ad inizio anno? Mi sarebbe sembrato difficile da raggiungere, ma dall'inizio pensavo di fare bene. Quanto bene era difficile da capire".
Il tecnico dei parteonpei torna inoltre sul capitolo scudetto, che per lui non è mai stato in discussione: "Io sono stato l'unico a dire ad un certo punto che la Juve avrebbe vinto lo scudetto, sono stati di un altro pianeta più degli altri anni con una striscia che non s'è mai vista. Noi per vincere abbiamo bisogno che le più attrezzate falliscano la stagione, ma con la Juve è difficile".
Nonostante gli eccellenti risultati ed i miglioramenti sotto il punto di vista del gioco, sia offensivo che difensivo, Sarri continua a guardare al risultato di domani, senza il quale tutti gli sforzi fin qui fatti sarebbero vani, oltre a dare i meriti della crescita del Napoli alla squadra: "Tutto passa da domani, il resto sono traguardi accessori. Io ho dato una mano per far migliorare in alcuni punti vulnerabili la squadra. Il merito è dei giocatori che vanno in campo. Il segreto è la disponibilità, io ho chiesto a giocatori affermati di cambiare modo di pensare e giocare, l'hanno accettato e messo in campo, quindi il merito è loro".
Un nuovo Napoli, soprattutto sotto il punto di vista della fiducia nei propri mezzi e nelle proprie potenzialità, emerse anche dopo sconfitte pesanti per il morale della squadra: "Avere una identità ti dà fiducia e sicurezza, soprattutto dopo certe sconfitte perchè arrivate comunque giocando. Nel calcio si perde anche per un episodio, ma un ko diverso sarebbe stata anche più difficile da digerire". Infine, una battuta riguardo il pubblico in vista di domani: "I risultati sono stati importanti, ma ora i tifosi devono aiutarci ad arrivare all'obiettivo. Allenare il Napoli in Champions? Mi sto toccando... il messaggio che deve passare è che domani è una partita difficile. Possiamo fare 2mila riferimenti, ma solo nel fine settimana l'Atletico Madrid e l'Ajax hanno perso il campionato con squadre di fondo classifica".