Un'agonia, Udinese-Torino. Un'agonia lunga ed interminabile, durata novanta minuti. Tutti i tifosi guardavano l'orologio insistemente, ma non perchè ci fosse un risultato da difendere, ma perchè non vedevano l'ora che lo strazio terminasse. Ogni minuto era buono infatti per un incremento del bottino granata, che si è limitato a cinque segnature, che, se contiamo anche le reti annullate per off-side dubbi, potevano essere tranquillamente sette. Un disastro quasi senza precedenti. Erano infatti nove anni che l'Udinese non incassava cinque gol in casa. Si vergognino. Tutti. Perchè la causa della disfatta non è l'allenatore. De Canio, per molti elementi in rosa, è il quinto allenatore, non il primo. Se cinque mister non riescono a far girare le cose vuol dire che il problema sei tu caro giocatore. Non Stramaccioni, non Colantuono, ma tu, che non hai voglia di impegnarti. Parlo di Heurtaux, di Danilo, di Bruno Fernandes, di Badu, quei giocatori che hanno vissuto tutti questi anni travagliati continuando ad alternare belle prestazioni a partite in cui avevano la testa altrove. Per il bene dell'Udinese, andatavene. Il mio pensiero va soprattutto a Danilo. Poche partite fa ha fatto il dito medio alla curva con la fascia da capitano al braccio, contro il Torino l'ennesima prova dell'anno con il pensiero ad altre squadre. Gente così può solo finire in B. Queste persone magari finiranno anche in grandi squadre, ma per ora con il loro atteggiamento stanno solo uccidendo una delle più belle realtà italiane.

Si può sottolineare il numero esiguo di italiani, il mercato sbagliato, le scelte tattiche errate, ma ieri la partita ha dimostrato che a queste persone manca la cosa fondamentale per restare in A: la dignità. Posso solo compiangere Colantuono e Stramaccioni, persone con belle idee che si sono schiantate contro un muro una volta che si sono resi conto di quanto siano menefreghisti certi elementi. Il fatto che il mister ex Atalanta non abbia mai provato il suo modulo preferito ad inizio anno era già un segnale strano. Non che i nuovi innesti siano venuti ad Udine morendo dalla voglia di fare, Edenilson infatti, tanto per citarne uno, è il più scarso giocatore mai visto negli ultimi anni e in questo match ne ha dato l'ennesima dimostrazione. Il fatto che il DS Giaretta abbia dato la "dritta" a mister De Canio di usarlo come esterno sinistro dovrebbe far capire quanto valgano anche certi elementi dirigenziali. La cosa molto strana è che fino all'anno scorso il brasiliano aveva invece impressionato, ennesima stranezza di questa stagione da incubo.

Ridicole poi le dichiarazioni post partita della squadra, "sentivamo l'importanza del match", ma almeno vi rendete conto che i tifosi si sono accorti da tempo immemore che li prendete per i fondelli? La curva ha dato un segnale imprtantissimo, ha cantato e tifato tutto il tempo, ma, ad un quarto d'ora dalla fine, ha fatto una cosa di cui i media, superficiali come al solito, non si sono accorti: ha dato la schiena al campo e, di riflesso, alla squadra. Ormai qua siamo solo attaccati ai colori e alla storia, la squadra, questa squadra, non  ci rappresenta più. Sono molto in pena in questo momento per Giampaolo Pozzo, che sta vedendo andare in fumo anni di duro lavoro a causa prima di un figlio incapace di gestire il suo impero e poi a causa di un ciclo di giocatori che nei bei tempi sarebbero finiti a fare i raccattapalle. Sono molto triste anche per capitan Totò Di Natale, che ha gettato la spugna molti mesi fa, non questa settimana. Emblematico lo sguardo languido che rivolgeva ai suoi compagni quando era in campo e questi sbagliavano i tocchi più semplici.

Sembrano lontanissimi i tempi in cui ci si divertiva con i vari Sanchez e Asamoah a suon di grandi tocchi. Ammiro invece l'atteggiamento di Carpi e Frosinone in questo momento. Lì i giocatori non sono da Serie A, ma l'atteggiamento è da Champions League e quando hanno incrociato i friulani la differenza si è vista, eccome. È un po' meno da elogiare il Palermo, ma sappiamo che lì c'è un presidente molto eccentrico, che dimostra il suo attaccamento alla squadra in modo un po' particolare. Tutte e tre però in questa giornata hanno corso a velocità che per l'Udinese sono inavvicinabili.

La prossima partita si va a Bergamo, in teoria basterrebbero un pareggio e la sconfitta di una tra Carpi e Palermo per la salvezza aritmetica, ma a prescindere dalla categoria questi giocatori hanno fatto capire che l'orgoglio non c'è più e si pensa già all'anno prossimo e ai contratti succulenti che possono arrivare in estate. Spero almeno che questo enorme disastro un minimo nel cuore gli pesi, non tanto, basterebbe un minimo. Tra due settimane si potrebbe verificare lo slogan di questa campagna abbonamenti, ovvero "entra nella storia", ma nel modo più sbagliato possibile.