Settimana molto noiosa in quel di Udine, dove la serie di allenamenti è scivolata via tranquillamente. C'è infatti la consapevolezza di come il peggio ormai sia alle spalle e serva solo concludere l'opera, magari già proprio domani in casa contro un Torino aritmeticamente salvo e che non ha più nulla da chiedere a questo campionato. De Canio addirittura in passato aveva rilanciato, dicendo che ambiva a superare i 40 punti e a ben figurare in questo finale di stagione. Con questa squadra è pura utopia e i numeri lo dimostrano. Però l'obiettivo, tutt'altro che scontato all'arrivo del mister ex Lecce, è stato raggiunto e per ora tanto basta. La notizia però l'ha data ieri Totò Di Natale, annunciando che contro il Carpi ci sarà, ma che sarà la sua ultima in bianconero. Dopo tanto silenzio infatti il capitano ha rotto gli indugi.
Si può discutere su quanto sia stato bravo come capitano l'ex Empoli, ma la sua importanza in questi anni per l'Udinese non si può mettere in discussione, a livello di gol e come esempio di fedeltà. Chiunque dica cose diverse guarda altri sport (e soprattutto sono dei tifosi di cui si potrebbe fare tranquillissimamente a meno). Poche ciance, bisogna solo inchinarsi a uno di quei giocatori che andrà dritto nell'Olimpo friulano, insieme ai vari Zico & co., e su cui si discuterà se sia stato il più forte o meno della storia bianconera. È bastato vedere l'attacco quest'anno, il primo dove Di Natale non c'è praticamente stato, per capire come sia una punta di altri livelli. Ha tenuto da solo in piedi la baracca per molto tempo e per questo gli si può soltanto dire grazie. Purtroppo quella dell'addio non è stata una notizia nuova, infatti già ad inizio campionato si è capito che c'era qualcosa di diverso: poche presenze, pochissima lucidità sottoporta. Si poteva portare avanti la cosa in tutt'altro modo da ambo i lati, è vero, ma d'altra parte nè Totò nè la società hanno brillato in passato per le loro capacità comunicative. Già infatti a Gennaio le voci del disagio del folletto napoletano avevano destabilizzato l'ambiente e il loro proliferare fino ad Aprile non ha fatto di certo bene, anche per questo si è preferito mantere il silenzio. Sull'argomento ci sarà molto tempo per fare approfondimenti dopo il match col Carpi, anche perchè ad Udine cambieranno molte cose e quello sarà il momento giusto per i tributi. Ora però ci sono tre gare da non prendere sottogamba.
I friulani infatti sono ora in una zona molto tranquilla, ma non devono assolutamente staccare la spina, perchè mancano ancora tre punti per chiudere i giochi. Non ci sarà lo squalificato Duvàn Zapata, che quindi potrà giovare di una settimana di riposo forzato, dopo che a Milano era parso molto provato dagli sforzi fatti contro Sassuolo, Napoli, Sampdoria, Chievo e Fiorentina. In dubbio anche Armero e Badu. Il ghanese dovrebbe essere in campo, sulla sinistra invece non è da esludere la presenza di Alì Adnan o di Edenilson (si spera il primo, dato che, nonostante i piani alti dicano il contrario, il brasiliano è stato uno dei flop dell'anno). In avanti invece vicino a Thereau ci sarà uno tra Perica e Matos. Tutto dipenderà da che ruolo cucirà De Canio al francese. Se sarà piazzato sottoporta, allora giocherà l'ex Fiorentina, se invece gli sarà chiesto di svariare come fa di solito, in area sarà messo il gigante croato. Bisogna dire che Perica è in prestito con diritto di riscatto e dargli un altro po' di minuti permetterebbe di avere le idee più chiare quando si deciderà se riscattarlo o meno. Il mister di Matera però ha preferito usare fino ad ora Matos come prima riserva, quindi solo a poche ore dal fischio d'inizio sapremo chi l'avrà spuntata. Quindi, solito 3-5-2 con: Karnezis, Heurtaux, Danilo, Felipe, Alì Adnan, Badu, Kuzmanovic, Bruno Fernandes, Widmer, Matos, Thereau.