In bilico tra incredibili speranze d'Europa e il record di punti in Serie A del Chievo da battere, Rolando Maran è pronto con la sua squadra per un finale di stagione tutto all'insegna di sogni ed entusiasmo. Conquistata la salvezza da qualche settimana, adesso il Chievo se la vuole godere.
Alla Gazzetta dello Sport Maran racconta di come il record di punti in Serie A del Chievo sia un obiettivo realistico da battere: "Credo sia più realistico arrivare a 56 e battere il record di punti in A del Chievo stabilito nel 2003. Ho sempre detto ai ragazzi: puntiamo l’avversario che ci sta sopra. Poi si vede." Un paragone con il Sassuolo non sembra essere azzeccatissimo per alcuni motivi: "Sassuolo? Ce la giochiamo, forse la vera sorpresa siamo noi perché il Sassuolo già l’anno scorso aveva fatto vedere cose interessanti. Sono due piazze simili, con realtà economiche molto diverse. I mezzi economici non sono certo paragonabili. Il Sassuolo viene giustamente considerata una squadra con un atteggiamento offensivo, però faccio notare che il Chievo ha fatto due gol di più. È un po’ la novità di quest’anno: la squadra cura di più la fase offensiva, lo dimostra il fatto che segnano molti giocatori, non siamo legati a un attaccante da doppia cifra. Questa squadra è andata oltre le aspettative. E' stato determinante poter lavorare con un gruppo che conoscevo, mentre l’anno scorso sono arrivato a stagione iniziata e in una situazione molto delicata."
Spazio anche al futuro personale di Maran e ad alcune parole sul presidente Campedelli: "Futuro? Ho ancora due anni di contratto, più un’opzione per altri due. Pensiamo a finire bene col Chievo, poi si vedrà. Gli scenari possono cambiare. Campedelli cosa dice? Parla poco, anche lui non si aspettava un campionato a questi livelli." Infine, differenze tra questo Chievo e il Catania, con cui Maran, qualche stagione fa, fece un ottimo campionato: "Il mio Catania? Siamo entrati nella storia e di questo sono orgoglioso. Quante analogie con oggi: anche allora eravamo partiti per salvarci e poi siamo arrivati ottavi, davanti a squadre quotate come l’Inter. Sono squadre molto diverse: il Catania amava il palleggio e la giocata fine. Il Chievo è più compatto, più coraggioso."