Si parte dal suo ritorno in Friuli 15 anni dopo: "Prima della partita c'è stata una settimana di allenamenti in cui ho rivissuto le emozioni di 15 anni fa. A Udine ho esordito in A, dopo aver fatto tutte le categorie. Ho vissuto anche le esperienze europee, meravigliose. Qui mi sono sempre sentito a casa. È la natura del friulano che mi fa sentire così. L'ambiente Udinese è diverso. L'Udinese già allora era più avanti rispetto a tante squadre italiane nel fare calcio. Oggi ritrovo l'Udinese ancora più avanti, Pozzo è l'unico presidente ad aver investito sulla società Udinese. Lo si vede nello stadio, ma non solo. La società è ancora più organizzata e efficiente e vuole progredire ancora. Il tutto è molto stimolante per un allenatore. In Italia non ci sono altre proprietà del genere".

Gli si chiede chi sia stato il suo punto di riferimento nello spogliatoio al momento dell'arrivo: "Di Natale, l'unico con cui ho parlato da solo. Adesso? Cosa vuole che le dica...Faccio delle scelte e cerco di essere corretto e coerente con tutti. Sono arrivato in una situazione di difficoltà; dovevo affrontare tante cose in poco tempo, quindi avevo la necessità di farmi capire subito, per tracciare la strada da fare per perseguire l'obiettivo. È il ruolo dell'allenatore, non lo può derogare".

Che problemi aveva l'Udinese quando è tornato? "Sto cercando di capire ancora oggi. Quando i risultati non vengono, c'è l'aspetto psicologico da considerare".

Si passa poi ad un paio di domande sulla sua precedente esperienza ad Udine. Nello specifico, la sconfitta con lo Slavia Praga e l'esclusione di Paolo Poggi: "Certo che mi ramaarica la sconfitta con lo Slavia, avevamo dimostrato di essere più forti. Con Poggi feci un errore, ma ho parlato con Paolo l'altro giorno e mi sono chiarito. Io in quel momento pensavo che Poggi sarebbe andato via e quindi a me sarebbe servito far fare esperienza a qualche altro ragazzo. Era giusto che Poggi ricevesse il giusto tributo in quella circostanza, ma io ero troppo ligio, lo sono sempre stato. Oggi non lo rifarei. Gliel'ho detto a Paolo e lui ha capito, ci siamo abbracciati e ci abbiamo messo una pietra sopra".

Tanti i tifosi al Bruseschi ora: "Mi fa piacere che partecipino agli allenamenti. Forse se fossi in un'altra città, sarei più preoccupato, ma Udine è molto civile".

Inaspettata la sconfitta con la Samp: "Non digerita. Ma non siamo guariti dopo due partite. E comunque non è una partita che ci fa saltare o retrocedere. Deve esserci continuità di atteggiamento e prestazioni. Abbiamo perso a Genova, ma la squadra ha dimostrato di voler continuare ad approcciarsi come nelle settimane precedenti e questo è di buon auspicio. La squadra ha capito e i risultati arriveranno".

Capitolo Napoli, gli insulti ai bianconeri nel post partita sui social network e le sue parole ai ragazzi nel pre gara: "Non uso i social, ho saputo da Felipe ciò che era accaduto. Il calcio non può arrivare a questo. Ho detto poco nel pre partita. Contro una grande squadra le motivazioni vengono naturalmente".

Che calciatore le piace in questo momento? "Messi".

Gli si chiede se ci fossero giocatori non sfruttati prima del suo arrivo: "Noi allenatori non abbiamo simpatie o antipatie, è solo questione di come uno vede il calcio. Concettualmente cercherei di sfruttare i giocatori che hanno l'attitudine a fare gol, cosa che non spetta solo agli attaccanti".

Il ruolo dell'allenatore oggi: "Il calciatore oggi è una azienda individuale. L'allenatore deve badare a tante aziende in ottica societaria. L'allenatore deve guardare al gruppo e il calciatore deve saper accettare le decisioni che vengono per il bene della squadra. La fortuna dell'allenatore è che i calciatori si facciano sempre trovare pronti".

Quali differenze tra la sua prima Udinese e questa? "Allora feci la preparazione con la squadra, ora sono arrivato in corsa. Avevo Sottil, Fiore, Muzzi, Locatelli: giocatori che volevano affermarsi in una squadra che aveva un gruppo consolidato composto da Bertotto, Jorgensen, Giannichedda, gente che aveva nel DNA la filosofia Udinese e riuscivano a convogliarla ai nuovi. C'era qualche italiano in più e costituiva l'anima della squadra. Questo gruppo è encomiabile sotto tutti gli aspetti, ma l'ho preso da tre settimane".

Domenica arriva il Chievo: "Ci prepariamo con la fiducia di sempre. La salvezza a 40 punti sarebbe ipotecata, ma non vorrei fermarmi. Ora abbiamo più fiducia, ma vorrei vedere nella squadra la voglia di stupire per far vedere il reale valore di questi ragazzi. Tre punti domenica? Io sono più sicuro di far punti e prestazione con Fiorentina e Inter che con il Chievo, che è squadra tosta, difficile da battere".

Il prossimo anno si può pensare all'Europa? "Prima mi faccia conquistare la salvezza, poi firmare il contratto con l'Udinese e poi le potrò rispondere".

Ci si chiede se la squadra non sia stata mal assemblata... "Questa squadra merita una classifica migliore. In altre circostanze avrebbero potuto rendere di più. Qualche correzione può essere fatta, ma credo che questa sia una buona squadra che può fare meglio di quanto ha fatto quest'anno".

I calciatori guadagnano troppo? "No. Pensi all'indotto che ruota attorno al calcio: loro sono i principali attori, la macchina si muove perchè ci sono loro".

I giornalisti capiscono di calcio? "Io amo molto leggere, ma non posso fare il giornalista. Se io pensassi di saperne più di loro sarei presuntuoso. Ma se devo affrontare un argomento inerente allo scrivere un articolo, peso di poter dire la mia. L'importante è avere la misura e non pensare di saperne più di chi il calcio lo fa per professione".

Gli si chiede se teme che la società possa sostituirlo con Pioli l'anno prossimo: "Sono ipotesi che ci stanno. Pioli è un bravo allenatore, l'Udinese è una società ambita. Non è detto che Pioli debba venire: al momento l'Udinese un allenatore ce l'ha!"

Cosa manca a questa squadra? "Nel calcio ci sono dei cicli: alcuni anni le cose vanno in maniera splendida, poi capita di dover ricostruire. L'Udinese ha bisogno di vendere per poter mantenere i bilanci in ordine per poter assicurare il calcio sempre a certi livelli".

Chi sarà l'erede di Di Natale? "E' difficile trovare un giocatore come lui. Ma l'Udinese ha sostituito Bierhoff e Amoroso. Sostituirà anche Di Natale".