D'accordo, al cospetto del Napoli, ieri pomeriggio al San Paolo, c'era l'ultima della classe. La Cenerentola del campionato si presenta in casa della seconda in classifica che, seppur priva di tre uomini cardine, dell'allenatore e del capocannoniere della Serie A, risponde alle polemiche ed alle critiche, con un netto e perentorio 3-0. Secco, deciso: i partenopei controbattono così a chi credeva, forse prematuramente ed ingenuamente, che la forza delle idee veniva resa concreta e reale dalle marcature di Higuain con la maglia numero nove.
La risposta, invece, è perentoria, presuntuosa: due pali, svariati miracoli di Gollini e tre gol del tridente d'attacco dopo, gli azzurri si rialzano dalle proprie ceneri, a mo' di Fenice, sparse all'aria nel viaggio di ritorno da Udine nell'intento di cancellare quella parentesi negativa, fin troppo brutta per essere vera. Insigne torna brillante in assenza di Mertens, la difesa ritrova fiducia e serenità grazie alla presenza di Pepe Reina, Gabbiadini non fa rimpiangere affatto Higuain. Non solo, l'assenza del centravanti argentino permette ad Hamsik di tornare bello e pimpante, decisivo quanto furioso nel prendersi la scena e non lasciarla a nessuno.
Il risultato non è mai in bilico, nemmeno nei primi minuti di apparente stallo con annesse difficoltà di approccio, più mentale che altro. Manca Sarri su quella panchina, ma non mancano affatto le sue idee, il suo imput innestato all'interno dell'indole di questa squadra che viaggia verso la fine della stagione a suon di record: otto le gare senza il Pipita, altrettante le gare chiuse senza sconfitta; non basta: i 70 punti sono il nuovo record dopo trentadue giornate, cinque lunghezze di vantaggio sui 65 punti del 2010/11.
Ed allora giù per le rapide del campionato, con il salvagente pronto a gonfiarsi in caso di nuova caduta. Il Napoli si rituffa in acqua con la voglia di non annegare più, nell'intento di provare a fare un altro filotto, stavolta decisivo, per cullare ancora qualche remoto sogno di gloria, vanificato dall'impressionante marcia trionfale della Juventus. Merito loro, merito però anche di un Napoli che non si arrende mai, nemmeno alle cadute più rovinose: questo è il vero successo di questa stagione, il migliore che si potesse auspicare dagli azzurri di Sarri.