Da esubero a perno insostituibile. Da pedina di scambio a fattore, indispensabile, nel sistema sarriano di gioco. Jorge Luis Frello, meglio conosciuto come Jorginho, ha stregato Napoli e non solo. Dopo i primi mesi esaltanti di gestione Benitez, nel 4-2-3-1, le difficoltà di assetto della passata stagione e la possibilità mai così tanto concreta, della cessione. L'arrivo di Sarri, invece, è il punto di svolta della stagione, e forse della carriera intera, dell'ex Hellas Verona, che si riscatta prendendo il posto in pianta stabile di Mirko Valdifiori, ed esaltando il 4-3-3 dell'ex allenatore dell'Empoli.
Ai microfoni del Mattino di Napoli, il regista italo-brasiliano ha analizzato i passi principali della stagione dei partenopei, partendo ovviamente dalle sue prestazioni: "Un anno straordinario? Si. Sta succedendo qualcosa di meraviglioso: se sono arrivato fino a questo punto il merito è dei compagni, mio e anche del mister Sarri. La mia esplosione? Credo sia dipeso tutto dal modulo a 3 e dalla motivazione del mister. Inoltre il suo gioco palla a terra mi aiuta molto, perché ha esaltato le mie caratteristiche. Il miglior Jorginho? Settimana scorsa a Palermo, mi sono davvero piaciuto". La riconoscenza al di sopra di tutto. L'allenatore che ha creduto in lui e che lo ha rispolverato, facendogli credere nelle sue potenzialità e portandolo ad un passo dalla nazionale.
Sarri carburante fondamentale del motore azzurro. Jorginho spiega così dove il tecnico ha spinto maggiormente per giungere a questi risultati: "Ci motiva a fare ancora meglio. Stiamo facendo grandi cose e siamo secondi, ma non ci vogliamo fermare: continueremo a lottare fino alla fine. Il mister ha portato le proprie idee e come lui anche noi crediamo nello Scudetto; stiamo andando oltre tutte le nostre aspettative. La Juve è abituata a vincere: è difficile che non porti a casa un risultato. La Juve è spietata, ma non ha senso parlare di loro. Noi dobbiamo pensare al nostro percorso. Abbiamo il bel gioco in più rispetto alla Juve, ma da solo non basta".
Da Sarri ad Higuain, con il quale sembra avere un feeling tecnico innato in campo: "Ha i colpi da fenomeno. Ci sono i numeri a parlare per lui. Non sbaglia nulla nemmeno in allenamento, è straordinario. Sente la porta come pochi giocatori".
Infine, dalle difficoltà iniziali all'arrivo in Italia, alla chiamata con la nazionale di Antonio Conte che arriverà questo fine settimana. Questa l'analisi del regista partenopeo: "Ero disposto a qualsiasi cosa pur di venire in Italia: la realtà però spesso è diversa. Ho vissuto con 20 euro alla settimana, per un anno e mezzo. Nel convitto però mi volevano bene e alla fine ci sono riuscito. Con il primo stipendio da 600 euro mi ritenevo l’uomo più ricco del mondo. Ho speso tutto per i miei compagni ad una fiera a Verona. Mi sento un uomo generoso, lo dovevo ai miei compagni, che mi hanno sostenuto. La nazionale? Sono contento della chiamata, ma è una conseguenza del mio lavoro con il Napoli. Se dovesse davvero arrivare questa chiamata sarei felice ed onorato. Erede di Pirlo? No, penso solo a fare bene".