Senza attributi. Più volte i tifosi, tra le varie critiche, hanno chiesto ai giocatori di tirare fuori gli attributi. Dopo Udinese-Roma è evidente come molti dei giocatori in rosa gli attributi proprio non li abbiano. Sono troppi quelli che in campo appaiono molli, spenti, senza voglia. In barba allo stipendio consistente che prendono e che ad Udine è sempre arrivato puntualissimo. Calciatori come Bruno Fernandes, Guilherme, Edenilson e talvolta persino Thereau, una volta sarebbero stati messi a scaldare la panchina finchè non avessero mostrato di voler veramente giocare a calcio. Oggi invece sono titolari. In queste condizioni non puoi andare lontano e la Roma lo mette in mostra subito. I giallorossi infatti, dopo tante partite a mille all'ora, non sembrano molto lucidi, ma lo stesso per un quarto d'ora mettono in campo tutto quello che hanno e solo un Karnezis in versione spider-man evita di essere sullo 0-3 già al 16'.

Per buona parte del primo tempo infatti, l'Udinese è rintanata nella propria area, incapace anche solo di mettere il naso oltre la propria tre quarti. Se Alì Adnan riesce a contenere bene Salah (non male l'iracheno), il resto della difesa fa enorme fatica a contenere Perotti, El Sharaawy e Dzeko. Incomprensibile poi come si possa stare così tanto fermi sul gol del bosniaco, non si muove veramente nessuno e forse anche lui è incredulo quando gli si presenta un'occasione così facile da capitalizzare. Non ci si aspettava certo la vittoria, ma, considerando l'importanza della partita, tutto quell'immobilismo fa non poca paura. Dopo il primo gol, il resto della frazione di gioco è  abbastanza scorrevole. L'Udinese non mostra segni particolari di vita, se non con un tiro dalla distanza di Lodi, mentre la Roma soffre la stanchezza e rallenta notevolmente il ritmo.

Nel secondo tempo Colantuono capisce che forse un attaccante vero sarebbe anche il caso di metterlo (Thereau è messo come unica punta ed è una mezzapunta, non ci si può aspettare fuoco e fiamme). Con l'ingresso in campo di Duvàn Zapata, al posto di un Edenilson imbarazzante, l'Udinese torna a mostrare di saper giocare a calcio ogni tanto. Solo il palo nega il pareggio ai friulani. Poi però la mancanza di attributi torna a riscuotere il suo dazio: Bruno Fernandes a sinistra non aiuta per nulla Alì Adnan in copertura, così, quando Florenzi inzia a premere di più, l'iracheno si trova spesso due contro uno, entrando in difficoltà ripetutamente. Così l'italiano, superato l'unico difensore che stava reggendo l'urto, può penetrare nella difesa di burro delle zebrette. Bel gol sicuramente, ma anche qui nessuno si oppone ad un qualcosa che sembra inevitabile. L'Udinese prova a spingere maggiormente, ma il gol arriva molto tardi: all'86' Matos e D. Zapata (entrambi partiti dalla panchina) confezionano un pallone che Bruno Fernandes scarica di potenza in porta. Però le energie sono finite e più di così non si riesce a fare.

Quindi, con questa sconfitta Colantuono ci saluta. Squadra molle, senza idee, senza gioco e, ancora peggio, senza voglia di giocare. Intanto si parte con un allenatore nuovo, con la speranza che dia la scossa necessaria a fare quei pochi punti che mancano per arrivare alla salvezza. Poi a fine anno sarà necessariamente rivoluzione, ma non solo di staff tecnico come l'anno precedente, ma a tutti i livelli del club. Intanto Danilo chiede scusa per il pesante litigio con i tifosi. È già un inizio.