La risposta migliore, nel momento sicuramente peggiore di una stagione esaltante. Il Napoli torna a brillare (semmai se ne fosse andato) e lo fa in maniera rabbiosa dopo l'iniziale disattenzione di Chiriches, ribaltando con lucidità e con il ritrovato (questo si) furore agonistico. Il carro armato azzurro sembra essere tornato splendente, agevolato da alcune falle nel sistema difensivo clivense che esaltano alla perfezione le caratteristiche tecnice e ideali degli azzurri, che trovano terreno fertile soprattutto sulla catena di sinistra, dove Ghoulam torna a galoppare come nei giorni migliori.
L'insolito sospetto è proprio lui, l'ultimo degli uomini di Sarri atteso ad una prova di maturità e di personalità: corre, macina chilometri, fornisce l'assist del pareggio ad Higuain, chiude in diagonale in difesa e, oltre a sfiorare il gol con una bordata mancina dalla distanza, quando gli altri iniziano a calare alla distanza, lui inserisce il turbo, mettendo il petto in bella mostra e facendo girare le gambe a mille. Dal protagonista meno atteso a quello, invece, che c'è sempre, pronto ad apporre la firma sul tabellino tranquillizzando i compagni: "niente paura, ci sono io". Il pipita scrive l'ennesimo capitolo delle marcature stagionali, facendosi trovare pronto sul suggerimento del compagno algerino: il piattone destro è facile conseguenza, dall'esito decisamente scontato.
Piace, eccome se piace, il Napoli di Sarri, che sciorina calcio a destra e a manca: le triangolazioni sono strette ed efficaci, i passaggi precisi e filtranti (169 le verticalizzazioni, con l'81% di precisione: clamoroso!), le trame un piacere per gli occhi. Sì, il Napoli è tornato bello ed altresì lucido nella testa. Ecco, l'unico aspetto che aveva caratterizzato il febbraio nefasto era proprio questa opacità nello sviluppo della trama, che imbrigliava i partenopei al momento di essere cinici ed infallibili sotto porta. Nel successo sul Chievo c'è ancora poco di quella cattiveria che negli ultimi sedici metri ti permette di stare tranquillo e goderti la gara chiudendola anzitempo. Ed invece contesa aperta fino al terzo gol, con gli ospiti sempre pronti a piazzare la zampata. Non stavolta. Maran è assuefatto dallo spettacolo che offre la compagine di casa: palla dietro, palla avanti, inserimenti dalle retrovie, sovrapposizioni e tagli che repentinamente mettono sotto scacco la difesa clivense. Spettacolo.
Il Napoli respira aria di Primavera, nella speranza che sia il più florida e rigogliosa possibile, con un amico in più: già, perché se prima il tarlo principale era gestire pressione ed energie, da distribuire su più manifestazioni, stavolta Sarri dovrà guardare ad una sola partita a settimana, con la consapevolezza di poter concentrare corpo e mente sul campionato. Il calendario sorride al Napoli, che avrà a marzo soltanto altre due gare, a Palermo e poi in casa contro il Genoa. Il sogno prende forma, l'attacco alla Juve è secco e deciso, con l'eventualità di iniziare a prendere in considerazione l'idea di azionare anche la freccia per il sorpasso qualora i bianconeri si fermassero.
Insomma, la risposta del Napoli è più viva che mai. Quattro partite per costruire un bottino da gustarsi in vista dell'aprile decisivo. Sarri c'è, e con lui una città intera.