La forza dei numeri, del Napoli, di Gonzalo Higuain. Gli azzurri si presentano allo Stadium, per il piatto forte di giornata, con la consapevolezza del cammino percorso. Il campo nobilita l'operato di Sarri e Higuain ne è la massima espressione, uno degli attaccanti più seguiti al mondo. Il gol, l'anima, il senso d'appartenenza.

Nel sacco per Torino, un mare d'emozioni. Il piatto offre un'occasione ghiotta, stoppare l'ascesa dei campioni e creare un piccolo solco utile a smorzare l'esuberanza bianconera. Mantenere la calma, in una città come Napoli, non è cosa all'ordine del giorno. La piazza sente la sfida, vede rivivere il mito del Grande Napoli, ma l'eccessiva euforia rischia di bloccare testa e gambe, di produrre un effetto contrario.

"Sono tranquillo, gioco a calcio e sono abituato alla pressione, c'è tanta voglia di scendere in campo, è come un derby”.

Nei momenti di maggior splendore, logico identificare la squadra in un simbolo. Higuain è oggi quel che Maradona era ieri, il cavaliere da seguire, l'ariete a cui dare supporto. Il Pipita allontana però paragoni ingombranti, in ossequio al "10". “Anche solo avvicinarmi a quello che ha fatto lui sarebbe magnifico per me, lo dico sempre”.

Primi della classe. Una posizione di vantaggio, inattesa, almeno al via. Ora occorre costruire su quanto prodotto, cementificare le fondamenta, senza perdere di vista i punti fermi, le sicurezze acquisite, senza cedere al naturale slancio: “Sappiamo che dipende da noi, dobbiamo restare calmi e non esagerare con l'euforia".

In chiusura, un cenno al rapporto non sempre idilliaco con gli undici metri. Passi di dolore, distanza di ricordi. Un passato sbiadito, oggi splende la stella di Higuain, verso la Juventus: “I brutti momenti ci sono e passano, da loro bisogna imparare a crescere ed essere più forti. Quest'anno me lo sto godendo al massimo