Vittoria doveva essere e vittoria è stata: difficile, come e forse anche più del previsto, contro un Carpi di Fabrizio Castori che è venuto a fare la sua onesta e diligente gara dal primo all'ultimo istante, in undici così come in dieci, seppur prettamente difensiva. Il solito Higuain, dal dischetto, ha fatto esplodere per la ventiquattresima volta in campionato i suoi tifosi, timbrando il cartellino e legittimando una vittoria tutto sommato meritata, che il Napoli aveva provato ad archiviare più volte nel corso di un'ora di gioco non bella ed esaltante come al solito, frustrante psicologicamente come poche volte prima. Non era facile affatto, ma come ha analizzato Sarri nel post gara, la sua squadra ha mantenuto lucidità e serenità per tutti i novanta minuti, senza farsi prendere dall'ansia di una risultato che non stava arrivando.
E così, il Napoli di Maurizio Sarri scrive un'altra pagina di storia del club, conquistando l'ottavo successo di seguito che gli permette di presentarsi come mai prima d'ora alla sfida Scudetto di sabato sera: forte nelle prorpie certezze, tranquillo e sereno di un secondo posto oramai in tasca grazie al più dieci conseguito sul terzo posto, maturo in un gruppo che ha dimostrato una volta ancora la sua maturità e mentalità, finalmente da grande.
Non la miglior versione della squadra partenopea, che però ha approcciato il match nel modo giusto, nel tentativo di scardinare nei primi dieci minuti di partita la muraglia eretta nella trequarti difensiva da Castori. Inevitabile che l'atteggiamento del Carpi, oltremodo difensivo, ma anche giustificato nella sua diligenza ed attenzione, abbia condizionato in negativo la prestazione dei padroni di casa. Le occasioni non mancano, con Higuain e Callejon che si ergono a protagonisti a fasi alterne provando a sopperire ad una giornata no di Insigne, a tratti anche di Hamsik, imbrigliato dalla ragnatela degli emiliani abili a triplicare spesso le marcature sull'out di sinistra. Lo snodo del match è questo: il Napoli non sfonda, come spesso accade, sull'asse Ghoulam - Insigne.
La lettura della partita è giusta da parte dei ragazzi di Sarri, che avvertono le difficoltà e spingono dalla parte opposta, con l'ottimo Hysaj che propizia più volte le occasioni di Callejon, abile nel ritagliarsi gli spazi giusti centralmente o in area di rigore. Il gol, tuttavia, non arriva, frutto di una leggera imprecisione e di qualche decisione dubbia che nega un penalty ai danni dello spagnolo ex Real Madrid ed un gol regolare ad inizio ripresa. Gli azzurri, aiutati successivamente da una erronea decisione arbitrale nei confronti di Bianco, passa con l'episodio che è solito sbloccare gare così chiuse: l'ingenuità è di Daprelà su Koulibaly, Higuain non perdona dal dischetto.
Adesso, davanti alla squadra di Sarri, la prova più difficile dell'anno: allo Stadium si parrà la nobiltà del Napoli, che avrà dalla sua la possibilità di giocare anche per due risultati su tre. Tuttavia, le parole del mister degli azzurri di ieri confermano la voglia del gruppo di provare a giocarsi il match fino in fondo, con le stesse caratteristiche, la stessa voglia e personalità che hanno portato il Napoli in testa alla classifica.