"Dobbiamo lottare per salvarci, almeno in questo momento deve essere questa la nostra mentalità. I complimenti, lo abbiamo visto, ci fanno male".
Un pareggio, a Roma con la Lazio, e due vittorie illusorie, contro Palermo e Genoa nel derby; una prestazione buona, convincente, nonostante la sconfitta contro il treno Juventus; infine, la sconfitta più bruciante, per prestazione ed atteggiamento, in quel di Carpi. Questo il bilancio del primo mese e mezzo di Vincenzo Montella alla guida della Sampdoria, che ha si cambiato atteggiamento come voleva il tecnico di Pomigliano d'Arco, ma che si è seduta, negli ultimi giorni, sui complimenti ricevuti dopo i primi risultati positivi. Batte proprio su questo aspetto il tecnico partenopeo, che non vuole sentir parlare di appagamento e punta dritto ad instaurare una nuova mentalità ed una nuova filosofia di gioco.
"Sapevo tutto della società, della squadra, del campo. Conoscevo le criticità. Sono venuto anche per questo. Per il resto, un allenatore deve avere delle risposte e io qui le ho. Come le ho avute in altri posti, in situazioni di classifica migliori. La costruzione di una squadra richiede tempo, l'assemblaggio richiede tempo".
Montella non si limita ad analizzare la situazione della sua squadra, ma guarda anche alla questione che tiene banco in questi giorni tra Sarri e Mancini: "Senza fare del moralismo, credo che un calciatore o un allenatore abbiano delle responsabilità a livello sociale corrispondenti al livello in cui si trovano. Più sei in alto, maggiori sono le responsabilità. Ci sta di finire fuori dalle righe, ma ci sono dei limiti".
Infine, difficile non parlare delle vicende di mercato, con le voci che riguardano Soriano ed Eder in primo piano: "Mi è sempre stata detta chiaramente la realtà è l'ho apprezzato. So che la società vuole migliorare, so che non è facile. Soriano ed Eder? Non puoi trovare i loro sostituti ideali il 20 gennaio. Poi la società ha il diritto di decidere che fare dei suoi giocatori, il mio ruolo si ferma prima. Se dovessero venderli, credo che la squadra non si rafforzerà certamente".
Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore sportivo Carlo Osti, che nella serata di ieri è intervenuto alla trasmissione Forever Samp approfondendo il discorso legato al mercato, in entrata come in uscita: "Penso che saranno dieci giorni intensi, se andiamo a ben vedere finora non ci sono stati grandi movimenti e sappiamo che ormai si entra nel vivo del mercato sempre nell'ultima settimana. Abbiamo giocatori importanti, che ci vengono richiesti e questo significa che la Sampdoria ha seminato bene".
Aspetto fondamentale, tuttavia, è quello legato al discorso del progetto, che comunque non sarà intaccato da eventuali cessioni ed acquisti: "La Sampdoria ha un progetto a lunga scadenza, lavoriamo valorizzando i giovani, affiancandoli a giocatori d'esperienza che possano farli crescere. Inoltre, pensiamo di avere qulche punto in meno rispetto a quelli meritati. No, la squadra non verrà indebolita".
Dodò, Heurtaux e Ranocchia: questa la situazione, ad oggi, dei tre obiettivi di mercato. Il direttore sportivo le analizza così nel dettaglio: "Siamo molto vicini alla conclusione dell'affare Dodò. Tra oggi e domani chiudiamo. Heurtaux? Innanzitutto tengo a specificare che non ha fatto visite mediche per la Sampdoria, ma che dovevano già essere fatte. Abbiamo ottimi rapporti con l'Udinese, stiamo valutando tante cose, non solo Heurtaux. Ranocchia? E' un obiettivo".
Infine, sulla classifica dei doriani e sulla sfida al Napoli, la chiosa: "Abbiamo qualche punto in meno in classifica, ma la Samp è una squadra importante. Il Napoli è una grande squadra, mi auguro che ci possa essere la migliore Samp finora vista. Se così sarà, il Napoli avrà molte difficoltà".