Vincenzo Montella si confida ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport, trasmissione in onda su Radio 1, e racconta la scelta Sampdoria. Incarico non semplice, un treno in corsa, un'occasione dopo la lunga parentesi viola. Ferrero sceglie Montella per restituire alla squadra un'idea di calcio, saluta Zenga e sposa un profilo differente.
Il balzo sotto la Lanterna per Montella non è semplice. Un idolo, da calciatore, ora la lente d'ingrandimento sul suo operato in panchina.
“Ho fatto una scelta ponderata, ho un affetto particolare per la Sampdoria e il presidente Massimo Ferrero con il suo entusiasmo continuo mi ha convinto. E’ un’ottima opportunità per il mio bagaglio, entrare in corso è difficile ma è comunque un’esperienza”
Il tecnico chiede pazienza. Un inizio difficile, una strada ricca di insidie. Rivoltare i precedenti dogmi per costruire passo dopo passo un credo "stilistico". Nelle giornate recenti, le prime risposte. La Samp assapora nuovamente la vittoria, si prende il derby e ri-accende la piazza. Ieri, la battuta d'arresto con la Juventus, un secondo tempo d'assalto, un pari solo sfiorato.
“Per creare una mentalità e un metodo di gioco ci vuole tempo, è la cosa più difficile e più lunga ma è anche quella che dà più soddisfazione”.
“Nel primo tempo la squadra è sembrata un po’ sottomessa. Dopo lo 0-2 però ha avuto una reazione da grande, ha capito che non era più il momento di essere timorosa, dimostrando di avere personalità e coraggio”.
Il mercato di gennaio può aiutare Montella. Occorre cambiare per garantire all'Aeroplanino profili giusti per il suo calcio. Si lavora soprattutto in fase difensiva - Dodò/Ranocchia, ma non solo - mentre in uscita si punta a trattenere Eder e Soriano.
“C’è la volontà di migliorare la squadra secondo quelli che sono i nostri parametri. L’importante è inserire giocatori pronti a darci una mano da subito. In difesa dobbiamo migliorare ma rispetto a quando sono arrivato le cose vanno già meglio. Ci sono stati passi avanti”.
Fari su Cassano. Montella esalta le qualità del Cassano giocatore, un simbolo rifiorito. Cassano al centro dell'attacco, una boa a cui attraccare i sogni blucerchiati. Appoggio per i compagni, talento in grado di accorciare e creare, ispirando gli esterni.
Un Cassano ben diverso dal periodo pre-Montella. Con Zenga un feeling mai nato, ora l'ultima opportunità per cogliere il treno Europeo. Difficile convincere Conte, impresa da fuoriclasse, Cassano lucida gli scarpini, è la sua ultima vita calcistica.
“Appena arrivato l’ho trovato molto motivato, questo suo ritorno ad alti livelli è dipeso tutto da lui. L’allenatore non può fare altro che valutare e scegliere i giocatori migliori per far rendere la squadra”.
“A me piace avere giocatori motivati come Cassano, lui ha un pizzico di follia per ambire all’Europeo. Per me va bene così, poi se ci arriva o meno dipende da Conte e da cosa offrirà il campionato italiano”