Black out. Vuoto completo. E tanta irritazione, non c'è dubbio: la sconfitta dell'Udinese contro il Carpi ha provocato ulcere cancerogene ai tifosi friulani, dopo che le Zebrette erano uscite vincitrice contro due squadre toste come Torino e Atalanta. Ma se pensi che qualcosa sta andando per il verso giusto, ecco che a Udine tutto cambia di nuovo e ti ritrovi a commentare l'ennesima sconfitta.
Non bisogna sottovalutare il Carpi, aveva detto Colantuono in conferenza stampa. Bisogna quindi capire se l'atteggiamento dei bianconeri è stato di menefreghismo completo verso l'ultima in classifica o se verso l'intero campionato, forse considerato da qualcuno come “poca cosa” e quindi degno di poco impegno. Escludendo a prescindere quest'ultima ipotesi, è evidente allora che questa squadra non può abbassare la concentrazione nemmeno quando va al bagno. Altrimenti è spacciata.
La maggior parte dei gol presi dall'Udinese sono all'interno dell'area di rigore e, anche domenica, la difesa si è ritrovata spesso addormentata su azioni pericolosissime. Sul primo gol impensabile cche nessuno sia andato a pressare sul giocatore che ha crossato, servendo un pallone perfetto da imbucare di testa. E sul raddoppio l'attaccante biancorosso si è trovato completamente smarcato, segnando in modo quasi banale. E i problemi stanno sempre lì, purtoppo.
Gli uomi di Colantuono si sono presentati così timidi che sembrava dovessero giocare contro l'Atletico Madrid, anziché il Carpi. È giusto temere ogni avversaria, ma forse arrivare in questo modo con l'ultima squadra del campionato diventa quasi un atteggiamento di disinteresse alla vittoria. E agli obiettivi della classifica, perché risulta sempre più difficile capire dove voglia andare questo club se non al limite della salvezza. E già quella farà sudare, altroché.
Sempre ai giornalisti nel prepartita, il Cola aveva dichiarato che, nel caso i 40 punti dovessero arrivare in anticipo, l'Udinese non starebbe a guardare le altre squadre. A parte che già conquistarli richiederà sacrificio, ma appare tanto il discorso che fece Stramaccioni a fine stagione scorsa, quando l'obiettivo era stato raggiunto: da lì in poi una figuraccia dietro l'altra sul campo, con il risultato di aver ottenuto nient'altro se non il minimo sindacabile. E questa non è la squadra che puntava all'Europa League gli anni scorsi.
Forse, come recitava ostinatamente Guidolin quando sedeva in panchina a Udine, quell'Udinese in realtà non è mai esistita e tutte quelle presenze europee erano un'eccezione. A guardare il presente c'è da dargli ragione, ma il bagaglio tecnico che i bianconeri hanno farebbe pensare che, forse, qualcosa di più si potrebbe fare. Se non altro per dare un motivo alla ristruturazione dello stadio Friuli, o giusto per ripagare i tifosi. Ma la cosa andrà per le lunghe.