"Lo squadrone che tremare il mondo fa". Senza scomodare il Grande Bologna, il Napoli visto nelle sei uscite di Europa Leauge farebbe impallidire chiunque ed alla vigilia dei sorteggi per i sedicesimi di finale, tutte le squadre del lotto temono di incontrare la truppa di Sarri, a questo punto una delle favorite per la conquista del titolo finale. 

Sia fatta la tua volontà, Maurizio. La storia è fatta. La volontà di Sarri è stata rispettata. Una mentalità vincente la si costruisce anche da queste partite, apparentemente sciape di motivazioni ma che ti infondono fiducia e convinzione ulteriore nei propri mezzi: i partenopei non hanno fallito. Il Napoli scrive la storia dell'Europa League e lo fa nella serata apparentemente più difficile dopo le cinque affermazioni consecutive: la sfida contro il Legia sembrava, alla vigilia, un'amichevole nella quale gli azzurri dovevano provare a dimenticare la sconfitta di Bologna. Quale migliore ricetta di una serie di record? 

Il volere del mister toscano, vergine alle serate ed al blasone europeo, ha fatto sì che la squadra si specchiasse nella sua umiltà, di non aver mai vinto nulla a questi livelli, e nella sua ingordigia, del tutto positiva. L'avarizia è un peccato capitale, la voglia di abbattere record di Sarri è invece uno di quei dettami positivi che, nella costruzione di un contesto di squadra possibilmente vincente, è un passo fondamentale per la realizzazione di questo progetto. L'ennesimo mattone nel muro sarriano è stato apposto grazie alla terza cinquina stagionale, al San Paolo, in Europa, che ha permesso agli azzurri di scrivere nel referto della competizione europea un record storico: mai nessuno infatti nelle prime sei gare della fase a gironi aveva messo a segno 22 reti (miglior attacco tra Champions ed Europa League). 

Tuttavia, la soddisfazione di Sarri nel vedere Mertens finalmente tornato a vivere e sgroppare sulle due fasce d'attacco, viene parzialmente minata dai due gol subiti, che non denotano carenze di reparto, ma mancanza di concentrazione una volta conseguito il bottino. All'ombra del Vesuvio si puntava alla manita per scrivere il nome del Napoli alto negli annali della manifestazione, ma anche per lanciare un messaggio all'Europa intera: il Napoli c'è!

Messaggio recepito, forte e chiaro. Mertens risponde presente allontando i dubbi di una precaria condizione fisica, Insigne lotta e si innervosisce per le giocate che non riescono, Callejon entra ed è subito decisivo, Chalobah gestisce e rifinisce, con estrema grazia, Koulibaly si conferma statua d'ebano invalicabile. Sarri risponde agli scettici che avevano già recitato il de profundis dopo la 'disfatta' del Dall'Ara, uscendo ancora una volta tra gli applausi di un popolo che spingerà la propria squadra verso la sfida di domenica contro la Roma. 

Già, la Roma. La squadra che domenica si presenterà a Fuorigrotta per provare a svoltare una stagione devastata dai fischi di mercoledì per il passaggio del turno in Champions League. Due modi di approcciare alla gara, di condizione fisica e soprattutto psicologica che sembrerebbero far pendere l'ago della bilancia dalla parte di Sarri, che però vorrà rispondere ancora una volta con gioco, mentalità e presenza di spirito ai soloni che lo hanno dato per vinto forse troppo presto.