Tutto si sarebbe aspettato Vincenzo Montella fuorché un inizio di avventura, al timone della Sampdoria, così difficile. 

Tre partite, altrettante sconfitte: non sono le sconfitte in sè, ma come arrivano per atteggiamento, fisico e mentale. L'allenatore di Pomigliano, chiamato ad un lavoro altresì difficile, sta incontrando però molte più difficoltà di quanto si aspettasse nel rivoltare come un calzino una squadra abituata a ritmi e indottrinamento tutt'altro che filosofici. Il Montella-pensiero cozza inevitabilmente con le versioni precedenti, sergenti di ferro che istigavano continuamente il gruppo, invogliandolo ad aggressività e intensità, qualità non proprie all'aeroplanino ex Fiorentina. I suoi metodi sono diversi, e per accettarli e farli propri ci vorrà del tempo. 

Questi i motivi alla base di una instabilità mentale, di una mancanza di fiducia che diventa inevitabile se la tua costruzione, tecnica ma non solo, è latente, che crolla naturalmente al primo soffio di vento acuendone le lacune. Udinese, Milan e Sassuolo: dopo le battute d'arresto esterne, la prima di Montella a Marassi doveva essere una festa per tutti, invece si è trasformato nel peggior incubo possibile. 2 gol fatti, senza dimostrare alcuna trama di gioco, 8 quelli subiti, frutto del poker rossonero e della tripletta neroverde. La Samp vede materializzarsi la paura negli occhi dei calciatori al primo agente avverso, senza trovare dentro di sé motivazioni e spinta per provare a sovvertirli. 

"Questo è il momento per dimostrare di essere una squadra di spessore. Non dobbiamo perdere lucidità e riguardo il ritiro, ci penseremo ma questa non è una squadra che non si applica nel lavoro, ma è una squadra fragile e non penso che il ritiro possa aiutarli" sottolineerà Montella a fine gara.

L'aspetto mentale è tutto, soprattutto quando si intraprende un nuovo viaggio, con un allenatore nuovo che ha modi di pensiero diametralmente opposti rispetto ai predecessori. Servirà calma e tranquillità, virtù non propriamente facili da trovare nel cestino della frutta blucerchiata dopo 2 punti ottenuti nelle ultime sei sfide. Dopo l'ottimo inizio firmato Zenga, il baratro: due sono gli stessi punti che separano i doriani dal terzultimo posto del Frosinone, con il Palermo che divide le acque da torbide a fangose, dalle quali sarebbe davvero un'impresa riemergere. 

La parte più difficile del viaggio risiede in queste due settimane che mancano a Natale: Montella deve fidarsi del gruppo e dei giocatori (che di certo, per blasone, non meritano quella classifica), questi ultimi devono credere in un progetto tecnico a lungo termine, senza pensare alle pressioni esterne, ai rumori ed ai malumori della piazza, al mercato di gennaio. 

"I ragazzi devono credere di più in loro stessi. Sono come delle Ferrari che rispettano troppo i limiti di velocità, sono rimasti ancora alla legge Ferri: che più di 100 all’ora non si poteva andare. Invece devono andare a 300 all’ora perché sono dei validi giocatori e la legge Ferri non c’è più. La squadra deve metterci testa, cuore, gambe e credenza. I ragazzi devono essere dei leoni, devono tirare fuori le unghie e non sfiduciarsi. Pensiamo alla prossima partita e ad andare in campo come mister Montella sta insegnando loro e come loro stessi sanno fare" questo il Ferrero-pensiero, forse eccessivo come al solito per proporzioni, ma sinceramente mirato ed efficace.

Adesso, prima della pausa natalizia, dove sarà necessario resettare tutto e pensare solo al nuovo corso. La Sampdoria dovrà affrontare altre due squadre in profonda crisi: da una parte, domenica, la Lazio di Pioli, prima di ricevere a Marassi il Palermo di Ballardini (?), in quello che ad oggi sembra uno vero e proprio scontro salvezza. Due partite che potrebbero rallegrare il Natale dell'aeroplanino ed alleggerire l'atmosfera di Bogliasco.