Paolo Maldini non ha bisogno di troppe presentazioni. L'ex capitano e bandiera del Milan ha parlato nella rubrica di Sky Sport "I signori del calcio" ripercorrendo una carriera inimitabile. Conclusa con qualche attrito, ma anche con immensa riconoscenza nei confronti del Milan.
Una parte di questa chiacchierata è dedicata a Silvio Berlusconi: "Con Berlusconi ho conosciuto un genio. Una persona che arrivava dieci anni prima di altri su alcune cose. Lui venne al Milan e disse che voleva costruire la squadra più forte al mondo, faceva sorridere. Poi invece con la programmazione siamo riusciti a vincere tutto. Ora sono tempi diversi, la strada non è chiara come prima. Gli investimenti non sono quelli di prima. Noi eravamo una grandissima squadra, perché c'era una società ambiziosa alle spalle e ognuno aveva il proprio ruolo. C'era il rispetto dei ruoli. Ora non è più così. Sono nato nel Milan e cresciuto lì, ma ho sempre giocato nell'indipendenza di pensiero. E' molto più facile dire alle persone che vuoi bene che sono belle e brave. Ma non aiuta. La mia posizione critica nei riguardi del Milan è un atto d'amore, nient'altro. Verso quella società ho tanto affetto."
Con Galliani, non è un mistero, il rapporto non è dei migliori: "Non credo ci siano dissapori, ci sono sempre state opinioni e vedute diverse. Quelle restano, ma è giusto così. Io ero capitano e lui amministratore delegato. L'obiettivo era comune, ma la visione sulla gestione era diversa. Non mi sono mai nascosto. Non è detto che un campione debba lavorare nel club. Il Milan ha avuto la fortuna di avere tanti calciatori fortissimi, ma non si è proseguito nel dare un minimo di tradizione per ricordare il passato e il Milan di una volta. Come hanno fatto Barcellona, Bayern e Real Madrid. Serve un percorso per tornare grandi, investimenti e idee. Anche gente che sappia di calcio, considero Galliani un grandissimo dirigente ma probabilmente è un po' carente nella zona calcistica. Lì dovrebbe essere affiancato, nel decidere e valutare calciatori."
Si prosegue, da questo punto di vista, con alcune parole per Barbara Berlusconi e su un suo possibile rientro in società, più volte ipotizzato, ma mai diventato concreto: "Io ho la mia vita e sto bene così. Mi hanno chiamato Leonardo, Allegri, Seedorf, Barbara Berlusconi. Loro mi coinvolgono in questi progetti. Io dico che, se posso ridare qualcosa al club che mi ha dato tanto, molto volentieri. Ma voglio decidere con la mia testa. Sembra complicato o una situazione che possa creare scompiglio. Il presidente Berlusconi ha fatto altre scelte. Non vedo e sento il presidente da anni, per questo non mi sono mai sentito vicino al rientro. Non l'ho mai sentito, forse dall'ultima gara che ho giocato."