Il solito Napoli, spettacolare e propositivo in fase offensiva e quadrato e compatto in fase di non possesso, ha la meglio tra le mura amiche del Palermo di Beppe Iachini, che fa il possibile per arginare nella prima frazione l'impeto di Higuain e compagni ma è costretto a piegarsi davanti alla fiducia ed alla prorompenza della squadra di Sarri. Il Pipita sblocca a fine primo tempo, Mertens chiude i giochi, dopo che gli azzurri avevano sprecato più volte l'occasione di ipotecare la gara.
Sarri conferma nove undicesimi della squadra che ha avuto la meglio del Chievo a Verona, dando fiato a Koulibaly ed Allan: al loro posto ci sono David Lopez, diligente ed ordinato per tutta la gara, e Chiriches, implacabile assieme al compagno di reparto Albiol. Iachini non cambia niente rispetto all'Inter, confermando le due mezzali Hiljemark e Rigoni ai lati di Maresca. Struna ed Andelkovic spalleggiano Gonzalez davanti a Sorrentino.
L'inizio di gara vede le due squadre affrontarsi a viso aperto, con il Napoli che cerca il varco tra le otto maglie rosanero che difendono l'area dei siciliani e gli ospiti che ripartono affidandosi al talento di Vazquez, che permette alla squadra di Iachini di alzare il baricentro in fase di contrattacco. Rigoni non trova la porta dal limite, prima della prima sfuriata azzurra: Hamsik calcia a lato dopo un fraseggio Higuain-Insigne, l'argentino viene imbeccato di testa da un cross dalla destra di Hysaj, ma Sorrentino si fa trovare pronto e devia in angolo. Il Palermo sbanda e si abbassa oltremodo sotto la linea della trequarti difensiva ed un errore di Andelkovic lancia Callejon in area di rigore: l'assistenza dello spagnolo per Higuain è imprecisa.
Sale in cattedra, o almeno ci prova a farlo, Vazquez, che si carica in ripartenza la squadra sulle spalle riuscendo ad alleviare soltanto per qualche minuto l'impeto della pressione del Napoli, ma senza mai risultare pericoloso dalle parti di Reina. Gli azzurri si scuotono a dieci dal termine, l'asse è sempre lo stesso: Insigne dialoga con il Pipita che però non trova il controllo al limite. La squadra di Sarri sente l'odore del sangue e carica a testa bassa: Jorginho imbecca perfettamente Insigne, che col sinitro centra il palo. E' il preludio al vantaggio, che arriva dopo sessanta secondi: Hamsik si libera tra le linee, serve Higuain che da 30 metri trafigge Sorrentino con un diagonale pazzesco. L'argentino è in fiducia, prova anche il numero a tempo scaduto dal limite, ma l'estremo difensore rosanero si oppone prima del fischio.
La ripresa inizia così come si erano chiusi i primi quarantacinque minuti: il Napoli si tuffa in avanti alla ricerca del raddoppio, con Hamsik che si crea spazio centralmente e conclude di sinistro, trovando ancora una volta reattivo Sorrentino. La squadra di Sarri crea tanto ma non riesce a chiudere la gara, anche se il Palermo non riesce mai a cambiare ritmo al match e proporsi in fase offensiva. L'attaccante argentino è l'incubo della retroguardia palermitana: Insigne scambia con Lopez al limite dell'area, lo spagnolo sponda per il nove che calcia col destro, trovando ancora una volta il palo a frapporsi tra lui ed il gol.
Sarri inserisce Allan per uno sfinito Lopez, prima di avvicendare Insigne, che esce con il muso, con Mertens. Il cambio da ragione al toscano: il belga entra come una furia e dopo soltanto cinque giri di orologio centra ancora una volta il palo (terzo di giornata). Anche in questo caso, però, è soltanto una delusione temporanea, con Mertens che pochi minuti più tardi si prende la personale rivincita calibrando la conclusione sul secondo palo a giro. L'esultanza è liberatoria, per il furetto belga e per il pubblico partenopeo, che vede finalmente al sicuro il punteggio a dieci minuti dal termine. Gli ultimi dieci minuti non regalano ulteriori emozioni, con il Napoli che si limita a gestire il possesso palla ed il Palermo che attende soltanto il triplice fischio finale.