Anno nuovo, stesso Milan. I risultati non arrivano, i problemi restano: Mihajlovic ha tentato di dare la scossa, ma dopo la prima di campionato, l'effetto era già svanito, nonostante un'estate promettente, con investimenti importanti e una mentalità nuova. Di nuovo a zero, si ricomincia daccapo. Contro un Torino non irrestitibile sabato, i rossoneri hanno palesato i loro limiti, la difesa non funziona: per l'ottava partita, su otto disputate, non è riuscita a mantenere il clean sheet, questa volta con la complicità di Diego Lopez.
Diego Lopez, uno dei pilastri della passata stagione, tra i pochi salvabili della gestione Inzaghi, è ora nel banco degli imputati: da sicurezza è diventato un problema. Diversi errori del numero uno spagnolo del Milan, hanno complicato l'andamento della classifica rossonera. Tanta insicurezza, sia con la palla ai piedi, che nel posizionamento: emblema del suo momento il gol subito contro il Torino, il tiro di Baselli era sul primo palo, non così irrestitibile. Mihajlovic pazienta con Lopez, come rivelerà poi, nel post partita di sabato: “Diego sta avendo qualche difficoltà, ma ha l’esperienza e la personalità per uscirne.”
Il cambio di modulo, con il passaggio al 4-3-3, non ha dato i risultati sperati, così come Cerci ha tradito la fiducia di Sinisa, risultando uno dei più negativi nel match di sabato. Non solo il reparto arretrato, ma anche l'attacco non funziona: Luiz Adriano e gli esterni faticano ad arrivare in area lucidi e con palloni giocabili, sprecando le poche occasioni concesse, ma ci pensa il solito Bacca a togliere le castagne dal fuoco.
Su Mihajlovic aleggia la spada di Damocle: la dirigenza rossonera perde la pazienza, e per il tecnico serbo, le prossime due partite, contro Sassuolo e Chievo Verona, saranno fondamentali per il suo destino. Non ci sono vie di mezzo o compromessi, l'unico imperativo è vincere. A tutti i costi.