Se uno straniero mi chiedesse di descrivergli la Serie A gli consiglierei di guardare questo Torino – Milan. No, veramente! Ma cosa c’è di speciale in un 1-1 che nel primo tempo ha principalmente regalato sbadigli?

Rappresentazione grafico-statistica di uno sbadiglio

 

Potrei marzullianamente rispondermi con: nell’arco dei novanta minuti si è avuta la più onesta prestazione di due squadre di calcio nel campionato italiano. Ma vado con ordine.

Ventura offre fin dalle prime battute il 5-3-2, scelta quasi obbligata a causa delle assenze di Bruno Peres e Avelar sulle fasce e la ridotta autonomia di Benassi a centrocampo. Al loro posto Molinaro, Zappacosta (l’elemento che finora sembra avere le maggiori difficoltà di apprendimento) ed Acquah. La scelta di attendere il Milan tuttavia sembra essere una scelta strategica di Mister Libidine, soprattutto dopo le scelte fatte dall’omologo rossonero.

Mihajlović propone infatti un inedito 4-3-3 con ali invertite per tenere bassi gli esterni del Torino e favorire quindi la fisicità di Romagnoli ed Alex – chi si rivede! – sulle punte granata al momento dei rilanci della difesa avversaria.Il piano del serbo, di fatto, riesce alla perfezione, con i difensori del Milan che si trovano spesso alti ed hanno vita facile nel riconquistare il pallone, supportati da un Abate piuttosto conservativo.

Le note dolenti dei rossoneri arrivano però nella costruzione dell’azione, dove la squadra si intestardisce a costruire sulla destra e lo stesso Mihajlović sembra suggerire più soluzioni per scardinare il sistema difensivo del Torino. Viene comunque a crearsi un gioco di coppie che apre le proprie danze quando il pallone è tra i piedi di Alex: palla ad Abate che rimane, come detto, sempre basso per il palleggio; su di lui esce in pressione Baselli mentre l’attaccante di sinistra segue Montolivo, obbligando il terzino al passaggio in verticale verso Cerci che si porta sempre in dote Molinaro, autore di una partita molto attenta. I pochi palloni giocabili per l’ala ex granata terminano normalmente tra i piedi di Kucka che però è sempre pressato da Gazzi e guardato a vista da Moretti che sembra comunque restio ad abbandonare la linea a 3.

In termini medici il Milan soffre di scoliosi

 

Lo slovacco in un paio di occasioni prova anche a sostituirsi a Cerci (qui sembra esserci lo zampino di Miha) per favorirne l’entrata in mezzo al campo, ma i cambi di marcatura vengono sempre eseguiti con precisione cestistica ed il Toro non soffre mai. Anzi sì, al 23’ servono tre errori consequenziali dei padroni di casa per liberare Montolivo al tiro da buona posizione: prima Molinaro sbaglia il tempo dell’anticipo e permette il passaggio pulito a Kucka che si libera facilmente di Gazzi grazie all’errata posizione del corpo del mediano e Quagliarella si dimentica di seguire Montolivo nell’enorme buco che viene a crearsi in mezzo al campo. Il regista del Milan però sciupa col sinistro.

La testardaggine del Milan diventa evidente dopo aver visto in azione la catena di sinistra, dove Bonaventura conferma le proprie sopraffine capacità di lettura del gioco con l’aiuto dell’ipercinetico Antonelli. Malino invece Bertolacci, spesso avulso dal gioco.Tanto basta perché Zappacosta e Bovo vadano in seria difficoltà, con il primo che non può seguire Bonaventura dentro al campo ed il secondo che non ha la fisicità necessaria per staccarsi dal fianco di Glik per dare una mano a Gazzi negli scivolamenti orizzontali.Come detto, però, il Milan sceglie di utilizzare la propria fascia destra come lato forte e la partita a scacchi raggiunge facilmente lo stallo. Complice un Luiz Adriano che denuncia molte difficoltà nell’esprimersi senza la minaccia degli spazi alle spalle della difesa e permette una passerella di 45 minuti a Glik.

Non che dall’altra parte del campo l’umore sia dei migliori, Quagliarella e Maxi López non riescono mai a combinare tra di loro ed il primo soprattutto non riesce ad essere il solito regista offensivo dei granata. Le uniche situazioni in cui gli attaccanti del Torino hanno potuto ricevere un pallone pulito sono rappresentati da due lanci in diagonale di Bovo per l’argentino, per sfruttare la lentezza di Alex e la salita in pressing di Abate sui tagli esterni di Baselli.

Ventura tuttavia non sembra cambiare nulla nella ripresa, se non Vives per l’acciaccato Gazzi, mentre Mihajlović sembra decidersi che per cambiare la partita sia meglio puntare su Bonaventura ed il Milan guadagna diversi metri. Di occasioni vere, però, neanche l’ombra.

Quindi entra Bacca. Dal 56’ colombiano dona nuova linfa all’attacco del Milan, soprattutto con i movimenti in verticale e la capacità di gestire il pallone spalle alla porta. In dieci minuti mette a referto 2 conclusioni ed un goal, Luiz Adriano doppio 0 con 46 minuti in più a disposizione.

Effetto Bacca

 

L’ingresso di Bacca comunque sembra attivare maggiormente i compagni e quelo che sembra beneficiarne maggiormente è Bertolacci, finalmente sicuro negli inserimenti senza palla. Di fatto l’azione del goal è merito della sua intraprendenza, dopo un pallone recuperato sulla mediana e la lettura dello spazio creatogli da Bacca che gli permette di chiudere il lunghissimo uno-due con Bonaventura e mettere in mezzo il cross.

Rivedibile nell’occasione tutta la difesa del Torino che manifesta problemi già citati in precedenza (Zappacosta rimane a metà strada già all’inizio dell’azione e permette la ricezione facile a Bonaventura che gli va via lungolinea) oltre ad un ritardo nell’assorbimento dell’incursione di Bertolacci (Bovo non lo guarda neanche e Glik rimane nella terra di nessuno) e, dulcis in fundo, la distrazione colossale di Moretti che si dimentica di Bacca che può addirittura sistemarsi la conclusione.

Situazione non troppo dissimile a quella che vede il colombiano nuovamente protagonista pochi minuti più tardi, ma la convinzione dell’attaccante di essere caduto nel fuorigioco gli toglie la lucidità necessaria per battere l’uscita di Padelli.Qui gira la partita del Torino che finalmente trova sbocchi grazie alla stanchezza delle mezzali del Milan. La squadra di Mihajlović perde le distanze nel pressing, regalando metri agli avversari che possono alzare gli esterni e lavorare i rossoneri ai fianchi. Al 69’ Abate e Kucka si dimenticano di Baselli sul limite dell’area e gli concedono il tiro che la pelata di Alex devia in corner.

Coraggiosa la scelta di Ventura 3 minuti più tardi: dentro Belotti, fuori Zappacosta anziché Quagliarella. Fortuna o bravura che sia, la mossa si rivela subito decisiva, con il tridente che scombina l’ordine della difesa milanista e già sul primo rinvio si genera l’occasione del pareggio.Alex insegue Maxi López altissimo, lasciando Abate e Romagnoli in parità numerica con Quagliarella e Belotti, Montolivo non scala ed Antonelli non stringe. Il rimpallo tra Romagnoli e Belotti finisce per premiare Quagliarella, lancio per Belotti che di spalla – ma poi vale 15 o azzera? – serve l’inserimento fluidificante di Baselli. Com’è andata tra lui e Diego López lo sapete.

Zone d'azione nel secondo tempo

 

I 10 minuti che seguono vedono il Toro mettere le tende nella metà campo rossonera, soprattutto sulle fasce dove parte un cross al minuto, ma la difesa del Milan ha buon gioco nel difendere sui palloni alti e può mantenere il pareggio fino alla fine. Lo stesso Ventura sembra strizzare l’occhio al collega quando toglie uno sfinito Quagliarella per equilibrare la squadra con Benassi e ristabilire il 3-5-2 all’80’ .

Facciamo un gioco, indovinate in quale zona gioca Baselli e in quale Cerci

 

Chiudendo il discorso aperto nelle prime battute di questa cronaca, credo che all’interno dei 90 minuti si siano manifestati con un certa evidenza pregi e difetti non solo di Torino e Milan, ma anche quelli del movimento calcistico italiano, con tattiche difensive che a volte possono arrivare fino alla sterilizzazione della partita stessa, salvo poi trovare mosse più o meno coraggiose – ma pur sempre calibrate – che rompono l’equilibrio di un castello senza fondamenta.

Divertimento ragionato? Pragmatismo di facciata? Cocktail analcolico? Poco importa l’etichetta da affibbiare allo spettacolo della Serie A 2015/2016, il movimento sembra finalmente iniziato la sua risalita.