Ci scusi Oscar Wilde per la citazione, ma il titolo della sua piece teatrale andata in scena a fine '800 racchiude in sé tutti i tratti fondamentali dell'apporto in campo e del ruolo in squadra del nuovo giocatore del Napoli.

Un acquisto passato ai più in sordina, forse troppo. Allan Marques Loureiro è stato corteggiato e sedotto, poi abbandonato qualche mese fa, prima di approdare finalmente all'ombra del Vesuvio in estate. Carte false, falsissime, quelle che il Napoli ha fatto per strapparlo alle grinfie del patron Pozzo, che ben conscio delle potenzialità del mediano ventiquattrenne di Rio de Janeiro ha battuto cassa fin quando ha potuto. Una pioggia di milioni per la proprietà friulana, unita ai cartellini di Miguel Angel Britos e Duvan Zapata da dividere equamente tra Watford e bianconeri. Chi ha fatto l'affare? Beh, entrambe, innegabile sia dal punto di vista imprenditoriale dell'Udinese, che per quanto riguarda il piano sportivo legato ai risultati del Napoli di Maurizio Sarri.

La ricerca incessante del mediano per eccellenza che unisse doti di rottura (interdizione e palle recuperate) a quelle di buon palleggiatore con discreti doti tecniche e buona lettura del gioco ha finalmente avuto fine, al centro sportivo di Castelvolturno, quando la dirigenza partenopea ha scelto il classe 1991 arrivato qualche anno prima dal Vasco Da Gama. Lavoratore instancabile, il primo recuperatore di palloni della scorsa stagione, metronomo che detta tempi e che, all'occorrenza, sa attaccare lo spazio in profondità: insomma Allan aveva ed ha tutt'ora, nel proprio bagaglio tecnico, tutte le doti che al Napoli servivano per abbinarle alla qualità ed all'estro di Marek Hamsik e di un regista, Jorginho o Valdifiori che sia.

L'unico neo che il talento verdeoro si portava assieme con la sua reputazione di ottimo centrocampista era quello di essere alquanto impreciso sottoporta, ma nessuno è perfetto. Anche questo dettaglio, sotto l'accurata e maniacale mano di Maurizio Sarri, è stato limato, permettendo ad Allan di arrivare molto spesso in zona gol. Dopo le prime tre uscite del brasiliano, che come il resto della squadra faticava a trovare fiducia nei compagni, automatismi con gli stessi e con gli schemi nuovi, e con una componente atletica deficitaria, la critica si era scagliata ferocemente nei confronti del 'gattino' brasiliano, che non riusciva più a ruggire come in Friuli.

Detto, fatto. Allan ha stupito tutti contro la Lazio, andando a segno (su assist di Insigne) e mandando in rete Gabbiadini con un filtrante pazzesco. Stesso dicasi contro il Brugge, dove il beneficiario dell'assist è stato Callejon. Infine, la rete di ieri contro il Milan (sempre con lo stesso schema visto contro i biancocelesti su cioccolatino del talento di Frattamaggiore), che fa il tris con quella di Empoli che è valsa un punto. Gol ed assistenze a parte, le doti dell'Allan mediano sono venute fuori alla distanza: uomo a tutto campo, che fornisce equilibrio e coperture preventive quando la squadra si sbilancia (raramente). Ieri, ad esempio, in occasione della sfida a San Siro, ha sventato la minaccia rossonera chiudendo in rimonta su Bonaventura, che senza il suo intervento avrebbe potuto calciare indisturbatamente dal limite dell'area, quando il punteggio era ancora in bilico.

Segnali di spirito, di mentalità, di voglia di non trascurare alcun dettaglio e di mettersi a disposizione dei compagni e dell'allenatore. L'Allan visto in queste giornate è tornato il motorino instancabile di Udine, con l'aggiunta che, in un contesto di squadra e di obiettivi come quelli del Napoli, è servito a regalare quella stabilità in più al reparto arretrato azzurro della quale i partenopei necessitavano in passato. Un equilibratore fondamentale per la compagine partenopea, che è riuscita a trovare una perfetta armonia (per ora) in una bilancia che troppo spesso ha perso peso nel reparto difensivo.

Paragonandolo ad acquisti ben più pagati e blasonati dell'estate del mercato italiano, Allan è, in proporzione, uno dei migliori acquisti di tutto il panorama italiano. Il gattino è tornato a ruggire.