E' un operaio che lavora con giacca e cravatta, uno che non s'importa di rovinare il suo miglior vestito. E' un operaio che sa cosa deve fare, pronto a fare sacrifici per raggiungere lo scopo, porto ad utilizzare tutti i mezzi a propria disposizione, senza conservarne o preservarne alcuno. E' un operaio che in queste settimane si veste d'azzurro, pronto a far felici gli oltre 50.000 del San Paolo.
Ecco, forse è proprio questa l'immagine arrivata dal Napoli di Maurizio Sarri visto ieri al San Paolo nel big Match con la Juventus. Una squadra che lavora con addosso un abito di gala. Un alchimia perfetta tra qualità e quantità, tra talento e sacrificio, tra umiltà e consapevolezza dei propri mezzi. Già mai come in questo caso, Caro Napoli e Caro Sarri siete una cosa sola.
Vedere "forse il più forte attaccante centrale del mondo" correre e combattere su ogni pallone, recuperarne uno in mediana e correre a segnare un gol figlio di sacrifici, vuol dire tanto, ma tanto davvero. Vedere la festa dei giocatori prima ancora che dei tifosi, dopo il fischio finale d'Orsato significa molto. Significa che è una squadra fatta di gente che è dentro il progetto, che ha voglia di esserci e che ha intenzione di dare il massimo per esso.
Facile dire adesso tutto merito di Sarri. Tanto criticato dopo la partenza a rilento, dopo le difficoltà iniziali, quando era lui a chiedere tempo. Ora il tempo è arrivato ed i complimenti fioccano, giustamente verrebbe da dire. Ma il tempo è appena iniziato sperano i tifosi azzurri.
Un tempo in cui i campioni che il Napoli conta tra le proprie fila, si tolgano il proprio abito da signori del calcio e diventino operai, magari in tuta, pronti a sacrificarsi, ad essere umili e a sfruttare il proprio naturale talento a servizio della squadra. Ecco, proprio come Sarri, che dal nulla, da operaio, sta diventando signore quasi per tutti, quando lui signore lo era già.
Signore perchè capace di capire cosa sia giusto per la propria squadra, capire che la propria idea di 4-3-1-2 non era adatta a questo Napoli e adattare quindi la sua filosofia ad un più consono 4-3-3. Signore perchè dichiarare di aver in rosa il più forte attaccante centrale al mondo non è da tutti. Signore perchè permettere a Jorginho di esporre il proprio gioco, perchè dare ad Hamsik una doppia faccia da difensore e da attaccante non è cosa facile. Come non lo è nemmeno dare fiducia a Koulibaly, perfetto ieri sera se non in occasione del gol di Lemina, o continuare a credere in Albiol, Hysaj e Ghoulam dopo i vari errori commessi nelle prime partite.
Si... Signore si, ma uno che operaio nasce, operaio muore. E allora con il suo vestito da lavoro, Sarri ha permesso a operai veri come Allan, di scrivere minuti di gioco davvero brillanti. Un giocatore favoloso l'ex Udinese. Un talento immenso, primo su ogni palla, ultimo a mollare un contrasto.
Ma il bello del Napoli operaio è che questa mentalità è diventata cosa comune. Basta vedere quanti uomini andavano a chiudere il portatore di palla bianconero quando questo superava la metà campo. Tante volte triplicato, quasi sempre raddoppiato, aggressività e cattiveria agonistica da ognuno degli 11 in campo.
E se c'è uno che meglio di tutti incarna questo ruolo è proprio chi a Napoli è cresciuto. Insigne è stato favoloso nei primi 38 minuti di gioco, prima che poi il ginocchio lo costringesse ad uscire. Nulla di grave dovrebbe essere, si aspettano gli accertamenti per tirare il definitivo sosopiro di sollievo. Ma la sfortuna per questo ragazzo è tanta. Ogni volta che comincia a mostrare il proprio talento accade che un infortunio piomba su di lui. Ecco, ma anche in questo il nuovo Napoli è diverso. Insigne sa che tornerà e troverà di nuovo quella macchina quasi perfetta guidata da Sarri, pronto ad accoglierlo.
Sì, perchè quando vedi 50 000 persone gridare il tuo nome un po' signore lo diventi. E allora caro Sarri... la tuta non toglierla, ma l'abito continua ad indossarlo e sporcalo più che puoi, perchè solo in questo modo tutti i campioni che hai a disposizione continueranno a seguirti regalandoti gioie che per te solo un anno fa erano quasi impensabili.