Ancora una volta, due volti della stessa squadra: un tempo praticamente non giocato e l'altro combattuto da leoni, con il fuoco negli occhi. Nel mezzo il cambio “d'abito”, alias modulo, che finalmente Colantuono si è deciso a rivedere. Ma alla fine è sconfitta comunque.
La sfida di ieri sera tra Udinese e Milan, anticipo del turno infrasettimanale, è stata una partita dei molteplici risvolti: fra tutti, quello legato al 3-5-2 con cui il mister bianconero ha iniziato la stagione e che riteneva intoccabile. A mali estremi, però, estremi rimedi e scoprendosi di più in attacco è cambiato tutto, con il 4-3-3.
Certo, le circostanze hanno non poco aiutato i friulani: la mossa di Mihajlovic di spostare Zapata a destra è stata “oro” per i padroni di casa, che in meno di 10 minuti hanno emulato gli avversari, siglando due reti che hanno ridato speranza al Friuli. Vana, però, e infatti si è spenta al 90', quando Diego Lopez dice no al siluro di Bruno Fernandes.
E lo stesso portoghese ha “azzoppato” la sua squadra, facendosi espellere per seconda ammonizione (era chiamato a sostituire Kone, assente per lo stesso motivo: curioso destino), ma ormai i giochi erano fatti: nessuna rimonta, nonostante il secondo tempo abbia visto le zebrette senza più freni davanti alla porta rossonera.
A pesare sull'Udinese, questa volta, è stato il primo tempo: tutto il contrario di sabato scorso contro l'Empoli, sempre al Friuli, dove la squadra aveva giocato benissimo nella prima metà di gara. Le prestazioni dimezzate, però, non ripagano spesso e finisce che ti dissangui senza raggiungere l'obiettivo: bastava rimanere vigili fin dall'inizio, ma la punizione di Balotelli non ha fatto capire niente ai friulani.
Il nuovo impianto rimane ancora una volta tabù per la squadra del Cola, anzi sta diventando sempre di più una Caporetto: lì, di squadre italiane è stato battuto solo il Novara in Coppa Italia, mentre ammontano a quattro le sconfitte di fila in campionato. Ma qualcosa pare smuoversi, visto il cambio di tattica, anche se pare difficile che si continuerà a giocare con tre punte fisse.
Adesso, comunque, il pericolo si chiama centrocampo. Certo, la difesa rimane sempre un tormento da via crucis, ma la disponibilità dei nomi si affievolisce sempre di più, tra squalificati e infortunati. L'arrivo di Lodi potrà dare una mano, ma non sarà una soluzione a lungo termine, visto che ha già passato i 30 anni. E una risposta potrebbe invece arrivare da Badu.
Già, il ghanese, autore del primo gol dei bianconeri, ha dimostrato che in mezzo al campo lui serve ancora a qualcosa. Una conferma forse un po' tardiva, ma comunque positiva, che potrebbe essere una marcia in più nel nuovo schema se il Cola continuerà di questo passo.
Vietato adesso rimurginare su quello che poteva essere: domenica c'è il Bologna, si gioca in trasferta e forse non ci sarà ansia da prestazione difronte ai propri tifosi. Che comunque aspettano ancora i tre punti a Udine e magari una perla di Totò: la “vittima” sarà il Genoa?
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