Mai aggettivo fu più azzeccato: Lorenzo Insigne detto "il Magnifico". Già, perchè il 24 partenopeo sta giocando un calcio di livello pazzesco che lo sta portando ad incantare Napoli e non solo. Sta giocando un calcio impossibile da non amare, perchè fatto di qualità, di talento, di spettacolo. Uno show che coinvolge tutti, anche chi al gioco del calcio è sempre stato restio. Eh si, quel ragazzetto che in silenzio è arrivato da Frattamaggiore, ha rotto tutti gli indugi e si è ritrovato ad essere una pedina decisiva e imprescindibile del Napoli di Sarri.
Un metro e cinquantotto centrimeti che sono un incubo per tutte le difese lo incontrino. Hoedt, Mauricio e Basta ne sanno qualcosa. Lorenzo Insigne è diventato forse il più bel talento, il più bel numero 10 che oggi si possa osservare in Italia.
Eppure il " Magnifico" ne ha fatta di gavetta. E' sempre stato umile, sin dalle origini, quando al mercatino di Poggioreale, vicino Napoli, vendeva vestiti con il Padre. E' cresciuto con sacrifici e pallone. Il classico scugnizzo, che vedi andare per le strade di Napoli con quel pallone tra i piedi, pronto a dare una gamba, ma non a farsi prendere il pallone dai più grandi. Ed è proprio quello che succede tutt'oggi. Insigne non ha paura dei giganti che incontra, si è fatto le ossa, ha preso calci, batoste, ma ora è pronto a dire la sua.
E' una favola che comincia da lontano. E' una favola che si intreccia con quella del profeta boemo Zeman, che a Foggia prima e a Pescara poi, ha da subito capito quali fossero le qualità di Lorenzinho. Per fortuna, verrebbe da dire adesso. Già, buon per il Napoli, che grazie a Insigne si trova già due gol e qualche assist a proprio vantaggio. Buon per l'Italia, che finalmente potrebbe avere in squadra un numero 10 come non se ne vedevano da tempo. Eppure i sacrifici continuano a non abbandonare Insigne. Perchè anche la nazionale li richiede. Vedere il giocatore di queste settimane seduto in panchina cedere il posto a chi la panchina la fa in Francia deve far male.
Tuttavia Insigne ne è abituato: la sua vita è stata fatta di pazienza. E allora aspetta, come ha aspettato la scorsa stagione. Quando il ginocchio ha fatto crack e il legamento anteriore ha ceduto. Ma il Magnifico, e adesso le virgolette le togliamo, ha aspettato, ha resistito, ha pazientato ed e tornato, con quel gol alla Sampdoria che lo ha fatto scoppiare in lacrime.
A volte i sacrifici pagano Lorenzo, ora è tempo di riscuotere. E tu lo stai facendo bene, anzi benissimo. Incantando con la Lazio, sorprendendo con l'Empoli. Lo stai facendo rimanendo te stesso, con quell'umiltà e quella pazzia che ti contraddistinguono. E allora zitto zitto, tomo tomo, ti stai prendendo Napoli, la tua Napoli.
Il dieci dietro la maglia manca solo perchè è passato, all'ombra del Vesuvio, uno che si chiama Maradona. Ma ciò che stai regalando, non a chi ama Napoli, ma a chi ama il calcio, è davvero qualcosa di prezioso.
E' proprio vero, i sacrifici poi pagano...Lorenzo Magnifico Insigne.