Uno degli ultimi giorni di sole estivo accompagna il risveglio di Napoli e del Napoli di Maurizio Sarri, che ha trovato ieri alla prima uscita personale in Europa League, la prima vittoria stagionale e della sua carriera alla guida della sua nuova squadra. Vincere e convincere era il motto della vigilia, per ritrovare fiducia nel lavoro e serenità nel corpo ed ancor di più nella mente. Così è stato, con un risultato netto e perentorio che rilancia gli azzurri in vista del ciclo di fuoco nei prossimi dieci giorni: Lazio e Juventus a Fuorigrotta, Carpi e Milan in esterna.

Il Napoli ritrova brillantezza e spettacolo contro il Club Brugge di Michel Preud'homme, presentatosi al San Paolo con eccessiva spocchia e poca cura della qualità offensiva dei partenopei. Il risultato è netto, così come il gioco messo in mostra dagli azzurri che, nonostante una sorta di ritorno al passato con il 4-3-3, mettono in mostra i punti cardine della filosofia sarriana: pressing alto, pallone giocato massimo con due tocchi (ovemai possibile ed al netto di qualità individuali scarse), e tagli a ripetizione dal lato debole e da parte delle due mezzali.

Sarri-Day - La giornata di ieri potrebbe essere considerata come la scossa, forse, per la truppa azzurra, oltre che un' iniezione di fiducia per il gruppo e soprattutto per l'allenatore azzurro, non di minore importanza. Vincere aiuta a vincere, ed in particolare a Napoli, serve a scacciare tutti quei fantasmi (gli stessi 2 milioni di allenatori citati da Pepe Reina al termine della gara stessa), che aleggiavano su Castelvolturno come avvoltoi in attesa di azzannare la preda. L'ex allenatore dell'Empoli ha trovato, oltre alla brillante vittoria, unita ad una scintillante prestazione anche se c'è da tenere in conto che il Brugge formato esterno è davvero pochissima cosa, anche la difesa a spada tratta prima del presidente De Laurentiis, poi del numero uno della rosa e dello spogliatoio Reina. Insomma, tutti per Sarri, Sarri per tutti verrebbe da dire: la speranza del Napoli è che la città si possa render conto che i frutti di un lavoro di qualità si possono ottenere soltanto con il tempo e la pazienza (virtù sconosciute all'ombra del Vesuvio).

L'aspetto tattico - Il 4-3-3 visto ieri, come sottolinerà anche lo stesso Sarri in conferenza, è un modulo che può essere utilizzato dai partenopei in determinate occasioni. Ieri, l'eccessiva propensione offensiva dei belgi poteva (ed in realtà poi così è stato) favorire ripartenze e sovrapposizioni sulle corsie laterali, lasciando per un attimo da parte l'uso del trequartista, che all'occorrenza è stato sostituito dagli inserimenti dalle retrovie di Hamsik e David Lopez. Le qualità del Napoli, di Mertens e Callejon su tutti, autori entrambi di una doppietta, ma dello stesso appannato Higuain e di Hamsik, sono oramai cosa nota. Cosa non è altrettanto chiaro è che il Napoli, quello visto ieri, pecca, con il modulo tanto congeniale a mister Zeman, nella fase di non possesso, quando la lentezza fisiologica dei tre centrocampisti lascia alle loro spalle, prima della linea difensiva, una voragine non indifferente: quelle rarissime volte che il Brugge è uscito palla al piede, sia Lopez che Jorginho sono stati colti impreparati, lasciando la possibilità agli avanti belgi di attaccare indisturbati il quartetto di difensori che proteggevano Reina. La vena di Diaby e compagni, ieri al San Paolo, non era quella del bingo rifilato allo Standard e l'imbattibilità dell'ex portiere del Liverpool lo conferma: la prova del nove, tuttavia, la si vedrà in occasioni ben diverse.

Il lato positivo - Come spesso accade, partite e prestazioni del genere servono ad infondere, oltre alla serenità nel gruppo, anche una discreta fiducia a quei singoli che necessitavano di sentirsi protagonisti dopo un inizio incolore. E' il caso di Kalidou Koulibaly, perfetto in chiusura di piede come di testa, negli anticipi come nell'impostazione con il pallone; di Elseid Hysaj, tartassato per aver fallito le prime prestazioni sulla corsia mancina, riscattatosi ieri su quella a lui più congeniale; e di Jorginho: Sarri ha per lui parole d'elogio (e guai se non lo fosse), ma la prestazione del brasiliano è molto più efficace ed essenziale di quella della brutta copia del Valdifiori ammirato nelle prime tre giornate di campionato (il tempo sarà galantuomo anche per lui, non dubitate).

Ed il futuro? - Cosa riserva il futuro, soprattutto sotto la sfera squisitamente tattica, non lo sappiamo ed è di difficilissima previsione. Domenica al San Paolo arriva la Lazio di Stefano Pioli e per il Napoli l'amaro ricordo dell'epilogo della scorsa stagione deve essere il primo motivo di riscatto sul terreno di gioco di Fuorigrotta. Dal punto di vista partenopeo, per quanto riguarda la sfera emotiva la gara non ha bisogno di presentazioni, ma quale Napoli vedremo in campo? Il 4-3-3 di stampo europeo o il 4-3-1-2 visto in campionato? Lo schieramento potrà variare e Sarri può tornare all'antico così come potrebbe riproporre le tre punte, ma non si rinnegherà affatto dopo la prima vittoria stagionale ottenuta ieri: la filosofia del toscano va avanti, così come il lavoro quotidiano che porterà ai frutti tanto sperati.