Una eterna promessa. Luis Muriel è sempre stato etichettato come il nuovo fenomeno del calcio mondiale, ma per un motivo e per un altro la definitiva esplosione e consacrazione del talento colombiano non è mai riuscita del tutto. La somiglianza, fisica e tecnica, nelle movenze come nel portamento in campo, con il brasiliano Ronaldo lo ha accompagnato dai suoi primi passi mossi sul campo del Deportivo Calì, prima di essere adocchiato dagli scout dell'Udinese, che lo portano in Italia.

La parentesi al Granada, le ossa che iniziano a prendere forma con la maglia del Lecce sulle spalle. I primi gol, i paragoni sempre più ingombranti ed esigenti. Sette meraviglie con i salentini, unite ad una presenza costante sul terreno di gioco assieme al gemello Cuadrado. Il trasferimento ad Udine, dove decidono di dargli fiducia dopo il lungo errare. Il primo anno sembra essere quello buono: 11 gol. L'anno della consacrazione diventa invece un tunnel senza fine, dall'infortunio al peso sempre crescente, mentre la fiducia di Guidolin nei confronti del ragazzo è inversamente proporzionale ai dati che fornisce la bilancia.

L'ultimo tentativo in Friuli è poco fortunato. 11 presenze, nessun gol, la cessione alla Sampdoria. Mihajlovic lo coccola, lo inserisce in gruppo prima di mandarlo in campo. Il colombiano risponde bene. Con Eto'o ed Eder riesce a parlare la stessa lingua. La seconda metà di stagione, ovvero il primo semestre 2015, sembra essere il viatico per l'annata che verrà: 4 gol in sedici presenze blucerchiate sembrano l'alba di un nuovo giorno. Il momento di rialzarsi è arrivato.

Se il buongiorno si vede dal mattino, i primi segnali doriani nel travagliato inizio firmato Walter Zenga, portano quasi tutti la firma del colombiano, che segna gol a grappoli. Dalle amichevoli alle sfide più importanti: nonostante l'eliminazione contro il Vojvodina, Muriel in coppia con Eder, ha finalmente espresso quel potenziale che è sempre sembrato inespresso o frenato da tatticismi e problemi fisici. Il tridente con Cassano e l'italo brasiliano potrebbe finalmente esaltarne le qualità, con il barese a lanciarlo e l'ex Frosinone e Cesena a spalleggiarlo. Un terzetto complementare che vede, come punta di diamante il talento cafeteros.

Molto spesso le parole di elogio di allenatori e degli addetti ai lavori non hanno trovato riscontri nelle prestazioni di Muriel, ma adesso è giunto il momento di rendere merito alla fiducia dimostrata nei suoi confronti dai vari allenatori che ne hanno apprezzato qualità ed umanità: da Pekerman a Mihajlovic, le coccole ed i riconoscimenti si sprecano. Per il primo potrebbe essere potenzialmente uno dei migliori giocatori del Mondo, al serbo invece ricorda un suo ex compagno di squadra. Basta con i paragoni.

Nel frattempo Ferrero se lo coccola, nella speranza che il calore e l'affetto dell'ambiente doriano riesca finalmente a consacrarlo: "Deve essere il suo anno, altrimenti lo picchio".

Le premesse ci sono tutte, Muriel è pronto a stupire: "... me lo dice ogni volta che mi vede. Lo vedo come un papà, che mi dà consigli da papà. Non voglio deluderlo. Anche perché altrimenti mi picchia per davvero...". Dalle parole, che non bastano più, ai fatti. Sarà davvero l'anno di Luis Muriel?