Il reparto più importante o semplicemente l'ultimo sfizio da togliersi, dopo una campagna acquisti senza freni: l'importanza dell'attacco è sempre più spesso relativa, lasciata alla libera interpretazione dei proprietari dei club che non sempre si sposa con i sogni dei tifosi. Così la parte più avanzata e "calda" del campo viene affidata a pedine che a volte non si rivelano all'altezza.

D'altronde, gli insegnamenti di Guardiola e del suo Barcellona hanno illuminato tantissimi mister in tutto il mondo: si attacca e si difende con il centrocampo. Lezione perfettamente interiorizzata dalla Juventus, che nelle ultime stagioni ha avuto più goleador in quella fascia del rettangolo di gioco, anziché là davanti.

C'è però chi non si può permettere né un Iniesta né un Vidal, limitandosi a qualche timido acuto durante il campionato grazie alle fasce, cercando invece la "gloria" con l'attacco. Ed ecco allora che puntano su centravanti di sfondamento, esterni veloci, "falsi nove" pronti a trasformarsi in ibridi trequartisti senza fissa dimora. Alla fine, però, scadono come yogurt, senza soddisfare nessuno.

A Udine questo identikit rispecchia molti volti transitati per il Friuli, lanciati come future stelle ma finite dimenticate in squadre satellite o di categoria inferiore, tra prestiti pseudo-definitivi. Sotto la voce "punte", però, un nome svetta fra tutti: Ranegie, armadio svedese classe '84 arrivato in bianconero nel 2012/13 e subito applaudito come "nuovo Ibrahimovic", dopo la rete siglata all'esordio contro il Milan. Gol che valse la vittoria per 2-1, con il nuovo arrivato autore anche dell'assist per la rete precedente.

Ma oltre alla statura e al passaporto, il giocatore non aveva molto altro in comune con l'attaccante del PSG: a Udine ha lasciato il ricordo di una notte di festa, dopo la vittoria sull'Inter, finita al pronto soccorso a inizio 2013, rischiando grosso per aver mangiato un dolcetto con noci (a cui è allergico) in un ristorante. E un'altra serata culminata con molestie a una ragazza e pugno in piena faccia ad un uomo che tentava di difenderla, in una discoteca in Austria qualche mese dopo.

E c'è anche un aneddoto che non può non strappare un sorriso, seppur amaro, ai tifosi friulani: la squadra di Guidolin era impegnata nella trasferta a Verona contro il Chievo, nel novembre 2012. Al Bentegodi arrivano tutti I convocati, tranne uno: lo svedese pensava che si sarebbe giocato a Udine, tanto da avvisare via telefono i compagni che sarebbe arrivato in ritardo allo stadio. Scene che farebbero “sprofondare” chiunque in Terza Categoria regionale per la vergogna, ma non Mathias.

Sarà stata questa sua indole rissosa, o più probabilmente la delusione per il suo rendimento in campo, che gli ha fatto fare i bagagli a gennaio 2014, pronto a partire per l'Inghilterra. Destinazione: Watford, all'epoca ancora in Championship ma già di proprietà dei Pozzo. Fu uno dei tanti "rinforzi" inviati al club per la corsa alla Premier, sfumata l'anno primo nonostante l'ottimo campionato.

Il trasferimento è definitivo, tanto per mettere in chiaro che il futuro in Friuli non c'è più. Ma nemmeno nel nuovo club le cose migliorano: nel primo anno indossa la maglia giallonera solo 10 volte, segnando 4 reti. Passa subito quindi al Millwal, dove colleziona 7 presenze, senza reti, e ritorna a casa. La sua “sfortuna” è così grande che il tecnico che lo ha allenato in quell'occasione, per giustificare la sua ripartenza, ha spiegato al News At Den: “Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

E di posti sbagliati il povero Ranegie ne conoscerà ancora: a gennaio di nuovo al Watford, l'allora mister Jokanovic non usò mezzi termini per dire che lo svedese non rientrava più nei suoi piani: “E' stata una mia decisione – le sue parole riportate da Udineseblog - perché penso che anche gli allenamenti possano essere di alta qualità senza certi giocatori”. Parole al vetriolo che fanno partire subito l'attaccante di origini guadalupense per il Dalian Aerbin, che milita nella serie B cinese, dove rimarrà fino a fine novembre.

La punta di Göteborg ed ex capocannoniere dell'Allsvenskan nel 2011 (era giunto a Udine dal Malmö) si può considerare un vero e proprio “personaggio”: sul web ha scatenato non poche ilarità, grazie a Calcio Discount, tanto che Fantagazzetta gli ha dedicato un approfondimento abbastanza eloquente: “Mamma, ho perso Ranegie! Parabola del Renegade allergico alle noci”. Difficile rivederlo quindi in Italia, men che meno che a Udine, sperando che questo “incidente” abbia fatto capire qualcosa agli esperti di mercato bianconeri.