La gara sciagurata di Torino estromette dall'Europa League la Sampdoria di Walter Zenga e Massimo Ferrero. Lo si sapeva, ribaltare lo 0-4 dell'andata era impresa improba, ma quantomeno ieri sera a Novi Sad si sono visti il carattere e l'orgoglio di una squadra ferita. La gara dell'Olimpico andrà agli archivi come quella che ha permesso al Vojvodina di passare il turno, ma quella di ieri lascerà, oltre ad una sensazione di amaro in bocca per Muriel e compagni, anche la consapevolezza che si poteva fare molto, ma molto di più nel doppio confronto tra andata e ritorno.

La condizione della Sampdoria è ovviamente inferiore rispetto a quella dei serbi, che dopo la gara perfetta dell'andata restano un attimo a guardare i doriani che invece ci credono sin dai primi minuti. Il gol di Eder ha un effetto rivitalizzante e lascia credere ai blucerchiati che l'impresa sia davvero fattibile. Nel momento di piazzare la zampata decisiva per riaprire le sorti della qualificazione, con il Vojvodina che non riesce a far gioco e si rintana nella propria metà campo, la Samp manca di lucidità al limite dell'area e troppo spesso non riesce a trovare la zampata per far male ai balcanici.

Nella ripresa il tema tattico è sempre lo stesso e serve una magia di Muriel per andare sul 2-0, quando sull'orologio della gara mancano soltanto 20 minuti. Anche se la qualità dei singoli doriani è notevolmente superiore, la squadra di Zenga fatica, fisicamente e mentalmente, a trovare le giuste energie da profondere negli ultimi scampoli di match, senza trovare praticamente mai l'occasione che avrebbe mandato k.o. i serbi, che sullo 0-3 sarebbero stati investiti dal timore di una contro-figuraccia davanti ai propri tifosi, che hanno gremito lo stadio di Novi Sad in ogni ordine di posto. I cambi servono solo a rallentare ulteriormente il ritmo del match e a prolungare l'agonia doriana, che termina dopo 94 minuti, con un treno di rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere ed invece non è stato.

Al termine della gara, Walter Zenga ha analizzato ai microfoni di Sampdoria.it l'eliminazione, sia dal punto di vista della prestazione offerta dalla sua squadra, ma soprattutto per quanto riguardao l'aspetto motivazionale e dalle risposte che voleva vedere dai suoi: "Volevamo fare una grande prestazione, il nostro obiettivo era quello di riprenderci la dignità e penso che ce l’abbiamo fatta. Se l’andata dei preliminari di Europa League era stata una brutta botta, la radiografia della Doria dice che, malgrado qualche ematoma, lo stato di salute non è così male. Ci dispiace per il secondo tempo di Torino: ci ha insegnato molto e ci darà una spinta per il futuro. Uscire da una coppa non fa mai piacere, ma siamo una squadra vera, fatta di uomini e ci potremo togliere delle soddisfazioni. Quella di stasera è stata una prestazione importante, abbiamo dimostrato di sapere giocare da Samp. L’eliminazione è frutto di quello che è successo una settimana fa nel secondo tempo. Fossimo arrivati qui con uno 0-2 saremmo ancora sul campo a giocarci i supplementari. Ci servirà da lezione per crescere".

Le parole del mister dei blucerchiati vengono riprese anche da uno dei trascinatori di serata, Eder, ai microfoni del sito ufficiale della Sampdoria: "Volevamo venire qui in Serbia e fare quattro gol. Ci credevamo. Non ce l’abbiamo fatta perché in Europa non si può sottovalutare nessuno, ma ce l’abbiamo messa tutta. Ci dispiace essere usciti, però questa partita ci dà fiducia per il futuro, per il campionato. Della rete sono contento, ma la cosa più importante è la squadra. E questa esperienza ci insegna molto. Dobbiamo lavorare tanto, dobbiamo crescere, ma sappiamo di essere un buon gruppo".