Roberto Donadoni ammette di aver sognato di allenare la Fiorentina dopo l'esonero di Vinvenzo Montella, ma come lui stesso racconta il calcio italiano è ingrato e cosi la panchina è stata affidata ad uno "straniero" come Paulo Sousa. Perchè non puntare su un allenatore di sicuro rendimento come Donadoni? L'ex allenatore del Parma ha parlato ancora del fallimento dei ducali e nel corso dell'intervista alla Gazzetta dello Sport ha ammesso di aver conosciuto il nuovo proprietario parlandone bene e spera che una società come il Parma potesse ripartire da una categoria superiore rispetto alla Serie D.
Donadoni, che da calciatore ha vestito le maglie dell' Atalanta, Milan, N.Y. MetroStars e Al-Ittihad, ha vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere con il suo club, anche se il suo grande rammarico resterà il mondiale americano perso ai rigori contro il Brasile nel 1994. Da allenatore invece la sua carriera è iniziata con tanta gavetta: partito dal Lecco in Lega Pro, passando poi per Livorno dove fece un miracolo portando il club di Spinelli a giocare la allora Coppa Uefa. Successivamente breve parentesi al Genoa per lui e poi la grande occasione della vita la panchina della nazionale Italiana, eliminata agli europei del 2008 ai quarti di finale per mano della Spagna ai rigori. Altra grande occasione dopo l'esonero dalla nazionale fu la chiamata di Aurelio De Laurentis al Napoli, anche se il feeling con la piazza partenopea non spiccò mai il volo.
Sulla situazione della Serie A, l'ex ala del Milan parla così: "La Juve resta la favorita ma non sarà facile dimenticare Pirlo, Tevez e Vidal. Del Milan mi piace il progetto di ripartire da giovani come Bertolacci, Bacca, Bonaventura. Poi, però, leggo che potrebbe arrivare Ibra. E allora non capisco più. Rivedo il solito tentativo di salvare capra e cavoli. Tentativo fallito in passato recuperando campioni come Kakà o Torres che avevano fior di contratti. Ma è così difficile dire ai tifosi che per aprire un nuovo ciclo vincente serve un po’ di tempo?".
Sull'Inter e sulle romane: "E reciterà un ruolo importante perché, non partecipando alle Coppe, Mancini avrà il tempo per mettere insieme vecchi e nuovi. Mi auguro che la Lazio approdi in Champions. Dopo la finale della Juve abbiamo bisogno di continuare a essere protagonisti nella Coppa più importante. Nella Roma leggo tanta voglia di riscatto. Garcia ha una rosa importante. La Fiorentina? Mi sarebbe enormemente piaciuto allenare i viola. Avrei "giocato" volentieri la partita insieme ai Della Valle che ho avuto occasione di conoscere. Hanno scelto Sousa. La seguirò con simpatia". Su Sarri e sul nuovo Napoli: "Farò il tifo per lui. Sarri si meritava questa occasione. La sua storia è un bel messaggio per noi allenatori. Si può arrivare a una panchina nobile partendo dal basso".
Infine un pò di rammarico per non esser stato scelto da nessuna squadra: "Lo confesso, non pensavo di restare disoccupato. Ho avuto qualche offerta dall’estero ma avrei dovuto lasciare a casa il mio staff. Non me la sono sentita di prendermi un ricco assegno e voltare le spalle ai compagni di viaggio".