E bastato pochissimo a Manolo Gabbiadini per stregare Napoli. Un sinistro delizioso ed undici gol in un amen per consacrarsi laddove in molti gli avevano detto che avrebbe fallito. Manolo è, nel nuovo corso della squadra azzurra, il gioiello più futuribile, quello dall'avvenire roseo e scintillante. Undici prodezze che hanno aperto la carriera azzurro del bergamasco di Calcinate, al quale difficilmente, per carattere, era stata accostata la piazza rovente partenopea. Ed invece, è stato amore a prima vista. Anzi, al primo gol.
Gabbiadini ha stupito tutti ed i propositi per la nuova stagione non sono da meno: "Cerco di dare sempre il massimo quando entro in campo per la mia squadra di club, poi è chiaro che la chiamata in Nazionale fa piacere. Non importa chi affrontiamo. Dobbiamo essere pronti contro ogni avversario, che sia la Juventus o qualsiasi altra squadra. Il ruolo? Più gioco vicino alla porta e meglio è. Sin da bambino ho sempre giocato in quel ruolo, è lì che mi trovo a mio agio. Dove gioco e segno significa che sto meglio in quel ruolo. Per me è indifferente il ruolo, anche se preferisco stare vicino alla porta".
Manolo ha le idee chiare ed ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli analizza i primi passi del Napoli di Sarri ed il suo rapporto con la Napoli città: "Possiamo essere soddisfatti. Abbiamo fatto due gare e si inizia già a vedere il gioco che vuole il nuovo tecnico. Ci vorrà ancora un attimo di tempo, ma per il campionato saremo pronti. L'affetto dei tifosi? Credo sia dovuto alla mia semplicità, cerco di fare sempre il massimo in campo impegnandomi al massimo. Sicuramente hanno aiutato anche i gol realizzati".
Prima della definitiva esplosione tra Sampdoria e Napoli tante difficoltà tra Atalanta, Cittadella e Bologna: quando si dice la gavetta. "La gavetta è un modo per fare esperienza, a partire dal Cittadella in cadetteria ed al primo anno giocando poco in serie A. Nemmeno io credevo di iniziare così forte a Napoli, credo sia stato merito del mister, dei compagni e di tutto l'ambiente che mi ha sostenuto. La Juve? Le decisioni si fanno in due, abbiamo preso una decisione insieme ed a gennaio scorso ho scelto di venire al Napoli. La maglia della Juve non l'ho mai indossata e non me la sento dentro. Sono stato io a prendere questa decisione e sono felice di averla presa".
Si passa ad Higuain. Carattere particolare per tanti altri versi, così come Manolo, il bergamasco analizza così il rapporto con il Pipita, passando successivamente al centravanti a cui si ispira: "Su Gonzalo si dicono tante cose su di lui. Non vanno dimenticati i tanti gol decisivi che ha realizzato. Pipita non si tocca, dobbiamo tenercelo stretto. I rigori deve tirarli lui, al di là degli errori nell'ultimo periodo. A chi mi ispiro? Mi piaceva molto Diego Milito, anche se siamo diversi come caratteristiche. Ho cercato di rubare alcuni suoi segreti in campo".
Infine la solita promessa: "Suderemo la maglia fino all'ultimo secondo di ogni gara, questo ci chiedono i tifosi".