Udine e il suo castello, Trieste con il Molo Audace. O meglio, bianconero contro rossoalabardato: storia e colori si intrecciano spesso e volentieri, soprattutto se di mezzo c'è la rivalità di due città, espressioni di mondi completamente all'opposto tra di loro. E in mezzo ci sta il “balôn”, come si dice in friulano.

L'astio tra le due città del Nordest è ben più vecchio delle loro squadre: fin da quando la città sul mare divenne il porto principale dell'Austria-Ungheria, infatti, non corse buon sangue con la compagine friulana. Poi questa passò all'Italia nel 1866, mentre per l'altre ci volle la Seconda Guerra Mondiale per annetterla definitivamente alla Penisola.

Ma si sa, lo diceva addirittura Churchill che gli italiani “vanno a una guerra come se andassero allo stadio e vanno allo stadio come se andassero a una guerra”: infatti, ci fu ben più “passione” quando le tifoserie friulane e triestine si incrociarono fuori dagli stadi, prima dopo e durante le partite, di quando i soldati italiani combattevano sul fronte dell'Isonzo nella Grande Guerra per conquistare la capitale giuliana. E nel primo caso non mancarono spesso, ahimè, feriti e morti.

Questo derby regionale è spesso un motivetto che ritorna, più sulle bocche nostalgiche dei vecchi bianconeri che sui giovani tifosi, ormai ignari di cosa quell'appuntamento potesse significare. In effetti, i ricordi di questa partita in Serie A si perdono ormai nella stagione 1958/59, e tutto era iniziato nel '50/51, nella prima comparsa delle zebrette nel massimo campionato.

Ovviamente le due si rincontrarono anche nelle categorie inferiori, come quella volta nell'allora Serie C, marzo 1978, quando a Udine i padroni di casa vinsero 6-0 sugli avversari. Nella curva bianconera iniziò a circolare una bara rossoalabardata e quella fu la più disastrosa trasferta per i triestini, ma ormai questi ricordi sono cimeli del passato, per anziani che trascorrono la domenica pomeriggio in osteria, con un “tai di vin” e la radio sintonizza su “Tutto il calcio, minuto per minuto”. Dinosari del nostro calcio ancora restii a estinguersi, per fortuna.

Quello che invece rende più interessante questo derby, senza più valore ormai dal punto vista atletico, dato che l'Udinese milita costantemente ormai da 20 anni in Serie A e la Triestina passa a sprazzi dalla Serie D all'Eccellenza dopo il fallimento, è quello storico: da una parte il carioca Zico, dall'altra Nereo Rocco; a Udine Zoff indossò i primi guantoni, a Trieste debutò invece Cesare Maldini; le luci della Champions League contro la poesia del tifoso Umberto Saba e tanto altro ancora.

Il derby regionale regalerà certamente meno intensità rispetto a una straccitadina, ma rappresenta comunque due appuntamenti attesi tutto l'anno dalle due tifoserie. Toppe volte, però, queste si sono macchiate di sangue per uno stupido pallone, pretesto inerme per violenze che non hanno nulla a che vedere con lo sport. Forse è questo il momento per crescere insieme, Udine con Trieste, senza rancori in campo. E con loro tutto il calcio del Friuli Venezia Giulia.

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About the author
Timothy Dissegna
Scienze Internazionali Diplomatiche a Gorizia, arbitro di calcio, inguaribile grafomane convertito al digitale. Vivo in Friuli, amo il calcio e raccontarlo, guardando i complessi meccanismi che uniscono sport e società.