11/6/2015: questa é la data che segna una svolta nella Societá Sportiva Calcio Napoli. Da 10 anni nel capoluogo campano si parla di “progetto” ed “internazionalizzazione”, due termini che secondo molti sono stati ora accantonati. Ma é realmente cosí?Andiamo ad analizzare la figura del nuovo allenatore del Napoli,Maurizio Sarri e quali migliorie puó portare al sodalizio azzurro.

Innanzitutto il presidente De Laurentiis con questa mossa ha dato dimostrazione di quanto lui tenga fortemente al progresso del progetto partenopeo. A Napoli dall’estate 2013, coincisa con l’arrivo in azzurro del mister Rafael Benitez, non si fa altro che ripetere una sola parola: internazionalizzazione.Un termine che si é sentito spesso utilizzare dal patron della società partenopea. Con l’addio del tecnico spagnolo e l’arrivo dell’allenatore toscano questo concetto sembra essersi sbiadito. In realtá il Napoli non é mai stato pronto per iniziare un processo d’internazionalizzazione ed il motivo é semplice: centro sportivo non adeguato, strutture fatiscenti, settore giovanile non tutelato. In piú c’é da considerare la realtá circostante, che di certo non aiuta i giocatori a considerare la realtá partenopea come ambiziosa e vincente.

Troppe volte in questi due anni, ma in particolare nell’ultima stagione, si é assistito a giocatori fuori condizione o distratti. Conseguenzialmente venivano fornite prestazioni non all’altezza che portavano a risultati scadenti.Da qui il presidente De Laurentiis ha compreso che nel capoluogo campano c’era bisogno di una rifondazione, un bagno d’umiltá che coinvolgesse tutti per ripartire da capo con maggior forza, vigore e convinzione, in poche parole iniziare una nuova era. Quale modo migliore di cominciarla se non con personaggi assolutamente genuini, trasparenti e con estrema voglia di vincere? Ecco perché e come si é arrivati a scegliere Maurizio Sarri come nuovo allenatore del Napoli.Il tecnico toscano arriva nella cittá partenopea con tanto entusiasmo, ma soprattutto con un forte senso del dovere, che é ció che serve alla squadra azzurra. Sarri, figlio di operai, ha sempre visto il calcio come un hobby, una passione da coltivare nel tempo libero. Infatti l’ex allenatore dell’Empoli prima d’intraprendere questa carriera svolgeva il ruolo di impiegato bancario.Dopodiché questo suo interesse verso il pallone lo porta ad avere le prime esperienze come allenatore: dal 1990 al 1996 allena Stia, Faellese e Cavriglia

La vera svolta nella carriera del tecnico toscano arriva con la chiamata in Promozione dell’Antella. Siamo nella stagione 1996/97, Sarri conclude il campionato al 2° posto ( 18 V, 8 P, 4 S ) ed ottiene la promozione in Eccellenza. La stagione successiva si ferma solo all’11° posto con il 26,67% di vittorie conseguite ( 8 V 10 P 12 S ).L’anno seguente passa al Valdema ( Eccellenza ) dove peró viene esonerato.

Nel 1999/00 viene chiamato in corso d’opera dal Tegoleto (Eccellenza ), e termina la stagione 11° ( 8 V 9 P 9 S ).La stagione 2000/01 é quella in cui Sarri capisce che puó realizzarsi a grandi livelli. Lo ingaggia il Sansovino ( Eccellenza ) che grazie alla sua maestria arriva al 1° posto ( 12 V 11 P 11 S ), conquistando la promozione nei Dilettanti. Nel campionato susseguente si consolida al 6° posto con il 26,47% di vittorie ( 9 V 14 P 11 S ). La magia avviene nell’annata 2002/03: 2° posto ( 17 V 13 P 4 S ) e promozione in Serie C.Sul piú bello lascia per andare in un’altra realtá che lo renderá molto felice, la Sangiovannese. Al primo anno, cioé 2003/04, porta la squadra al 2° posto ( 16 V 14 P 8 S ) conquistando la promozione in C1. Nella stagione 2004/05 arriva 8° dopo aver conseguito 9 V 14 P 11 S.La Serie C é diventata stretta per uno come lui ed ecco arrivare allora la chiamata dalla Serie B da parte del Pescara. Con la societá abruzzese concluderá 11° con il 33,33% di vittorie ( 14 V 12 P 16 S ).

Nell’annata 2006/07 subentra a campionato in corso nell’Arezzo che poi lo esonera prima di finire la stagione. Nelle 18 partite disputate ha accumulato 4 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte.L’estate della stessa annata sará molto movimentata per lui che in un mese e mezzo prende e cambia squadra senza iniziare il campionato. La societá in questione é l’Avellino che poi retrocederá. Il tecnico toscano nonostante ció non rimane fermo e viene chiamato dall’Hellas Verona in C1. La societá scaligera dopo 1 pareggio e 5 sconfitte lo esonera.Stessa storia l’anno successivo a Perugia, dove riesce a collezionare 5 V 8 P 5 S. Nel 2009/10 il Grosseto lo ingaggia in Serie B e i risultati si vedono: 7° posto con 2 V 7 P 2 S. La stagione 2010/11 é quella in cui Sarri ricomincia a fare “miracoli”, portando l’Alessandria ai play-off di Lega Pro, grazie ad un 3° posto conquistato con 15 V 12 P 7 S.L’anno dopo il Sorrento lo esonera, nonostante sia riuscito ad ottenere 7 V 6 P 3 S.

Questa sará l’ultima esperienza fallimentare per il tecnico toscano ma di origini napoletane, in quanto nella stagione 2012/13 lo chiama l’Empoli. Qui Sarri esegue il suo capolavoro. Al primo anno consegue un 4° posto ( 20 V 13 P 9 S ) che qualifica la sua squadra ai play-off, poi persi in finale col Livorno. La stagione successiva raggiunge un comodo 2° posto ( 20 V 12 P 10 S ), che garantisce la promozione in Serie A. Al termine del campionato riceve anche il premio della panchina d’argento come miglior allenatore della serie cadetta.Infine arriviamo ai giorni nostri con l’ultima annata disputata ben al di sopra delle aspettative, infatti l’Empoli conclude 15° conseguendo 8 V 18 P 12 S.

Guardando tutto il curriculum di Maurizio Sarri, viene in mente la carriera fatta da un altro allenatore, che ha lasciato una forte traccia nella storia della società azzurra, Walter Mazzarri.I due tecnici sono molto simili: entrambi toscani; entrambi molto determinati, scrupolosi, grintosi e con l’obiettivo rivolto verso un costante miglioramento. Tra l’altro ambedue gli allenatori non sono mai retrocessi.

Quindi cosa aspettarsi da Sarri? Un lavoro simile a quello svolto da Mazzarri o quello svolto ad Empoli? Ogni allenatore ha le sue caratteristiche e per questo dal tecnico toscano c’é da aspettarsi tanta umiltá, organizzazione di gioco e tattica sia in fase offensiva che difensiva, ma soprattutto c’é da aspettarsi una compattezza dentro al campo e nello spogliatoio. Questi sono i requisiti che hanno accompagnato Sarri in tutta la sua carriera e che per questo attuerá anche nella realtá napoletana.

In conclusione De Laurentiis ha voluto dare un calcio al business e all’internazionalitá per premiare la meritocrazia di un allenatore che fará riscoprire ai napoletani i veri valori del calcio, basati sul piacere di giocarci e sulla passione.