Il mistero legato alla successione di Rafa Benitez sulla panchina del Napoli s'infittisce sempre più. Aurelio De Laurentiis è sempre alla ricerca dell'uomo giusto che colmi l'assenza in quella sede lasciata vacante dall'ingombrante presenza dello spagnolo passato al Real Madrid in tutta fretta. Napoli s'interroga, chiedendosi chi sarà il prossimo allenatore, in attesa della fumata bianca.
Per il momento di nomi ne sono circolati a sufficienza, da Emery a Montella, passando per Mihajlovic (candidato principale fino a ieri) e Spalletti, per finire alla una suggestione Prandelli. Già, c'è anche l'ex commissario tecnico della Nazionale, dimessosi dopo la nefasta spedizione azzurra in Brasile e silurato dai turchi del Galatasaray dopo soltanto pochi mesi in Turchia.
Dopo quasi una settimana dall'addio dell'ex allenatore del Liverpool, che con sè porterà probabilmente anche Fabio Pecchia, e con il saluto anche al direttore sportivo Bigon, De Laurentiis si ritrova solo alla guida della squadra partenopea, in cerca di una struttura societaria da ristabilire dal primo all'ultimo pezzo. Operazione non facile soprattutto in questo tram tram di direttori e di allenatori.
La margherita delle opzioni, però, si va pian piano sfoltendo da quei petali che per un motivo o per un altro, si stanno staccando. Il primo è quello di Sinisa Mihajlovic, papabile numero uno che però il Napoli e De Laurentiis hanno prima corteggiato poi lasciato andare. Il secondo è Unai Emery, bi campione d'Europa League con il Siviglia che sembra abbia rifiutato in maniera garbata la proposta economica del Napoli. Ancora disponibili resterebbero dunque Montella, il cui futuro è sempre in bilico a Firenze, Prandelli, libero e Spalletti, in attesa di una chiamata per tornare in Italia.
Già, l'ex allenatore di Zenit e Roma, intervistato a Sky, ha ribadito in prima persona la volontà di tornare ad allenare nel paese natale. "Sono un allenatore come tanti, in attesa di tornare ad allenare. Mi piacerebbe tornare ad allenare vorrei farlo in Italia, se capitasse una situazione ideale non avrei dubbi ad accettarla ed a tornare a casa mia. L'esperienza all'estero mi è servita molto, ma non avrei problemi a tornare in Serie A".
Una candidatura in piena regola, a sei anni dall'ultimo appuntamento all'ombra del Colosseo, prima di partire alla volta della Russia e dare vita al progetto Zenit. L'ex allenatore giallorosso torna sulla sua esperienza nella Capitale parlando anche dell'esonero: "Mi hanno mandato via perchè arrivavo sempre secondo. E penso che sia stato giusto così, quando alleni Milan, Inter, Juventus non ti puoi tirare indietro, devi cercare di convincere i tuoi calciatori che puoi arrivare al massimo risultato. La Roma ha dei grandi calciatori, ma solo allenandoli si possono conoscere in maniera approfondita. In questo modo spero di non disturbare Garcia. Credo che la Juventus dalla Champions trarrà molti benefici e potrà reinvestire sul mercato e diventare ancora più forte. Viste le distanze di quest'anno, con questi presupposti il distacco potrebbe diventare ancora più insormontabile".
Ed il Napoli? In questa corsa che si profila per il campionato 2016/17, la squadra partenopea sembra essere partita con il piede decisamente sbagliato ed in ritardo. Così come la Roma di Spalletti prima dell'impresa e di quel sogno Scudetto sfumato a pochissime giornate dal termine. Luciano aspetta una chiamata da De Laurentiis, speranzoso di poter tornare a dimostrare il proprio valore in Italia. Un matrimonio che potrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni, con il Napoli cerca un allenatore che dia alla squadra un'immagine internazionale, ma anche che alleni con la voglia di mettersi in gioco e di crescere passo dopo passo senza presunzioni e giù da piedistalli fatti con i curriculum.