Si è chiusa nella peggiore delle ipotesi auspicabili la seconda ed ultima stagione del Napoli targato Rafa Benitez. Il progetto di internazionalizzazione tanto auspicato dal patron, con l'arrivo dello spagnolo sulla panchina azzurra, ha lasciato al termine del campionato macerie grosse quanto macigni.
ANALISI PASSO DOPO PASSO DELLA STAGIONE AZZURRA
SERIE A: Il Napoli chiude disastrosamente al 5° posto in classifica fallendo così, l'obiettivo Champions per il secondo anno consecutivo. Analizzando i numeri della stagione è interessante notare, ancora una volta l'enorme divario tra il reparto offensivo, con ben 70 reti realizzate e, quello difensivo con ben 54 gol subiti. Il dato dei gol incassati è davvero disarmante per una squadra che lotta per i primi posti in classifica, con un passivo raccapricciante e ben lontano dalla media delle prime 10 in graduatoria. In sostanza dopo due anni di lavoro agli ordini del tecnico, si sono palesati o meglio, amplificati i medesimi problemi con una squadra caratterizzata da un disequilbrio eccessivo tra le due fasi. Nel finale di stagione gli azzurri, hanno avuto in numerose occasioni la possibilità di raddrizzare il triste cammino ma, hanno regolarmente fallito fino alla debacle con la Lazio.
SUPERCOPPA ITALIANA: La Supercoppa resta l'unico trofeo che è riuscito a portare a casa il Napoli. Una vittoria arrivata al termine di una bellissima gara con la Juventus a Doha in Qatar, conquistata dopo una serie interminabile di calci di rigore. Una coppa da un sapore speciale, un pò perchè strappata alla Juve piglia tutto e, un pò perchè ha rappresentato una vera e propria vendetta, della stessa finale disputata due anni prima e terminata con la discussa vittoria dei bianconeri.
COPPA ITALIA: Gli azzurri arrivano all'appuntamento da campioni in carica e, dopo aver eliminato ai quarti l'Inter grazie ad un gol di Higuain nel finale, bravo a sfruttare un'ingenuità di Ranocchia, arriva l'eliminazione al San Paolo da parte della Lazio. Delusione forte per i tifosi che speravano in una nuova finale contro i "nemici" della Vecchia Signora, ma sopita dal cammino fino a quel momento vincente in Europa.
EUROPA: Parliamo in generale di Europa, in quanto la stagione del Napoli si è aperta con la possibilità di accedere alla fase a gironi della Champions League, clamorosamente fallita nell'opaca serata al San Mames con l'Atletico Bilbao, triste presagio del fallimento che avrebbe rispecchiato poi, l'intera stagione. L'avventura in Europa League, in realtà sembra procedere a gonfie vele con il superamento, senza particolari difficoltà della fase a gironi. Ai sedicesimi e agli ottavi, il Napoli asfalta lettralmente prima il Trabzonspor e poi la Dinamo Mosca. Ai quarti il momento della verità con i favoriti per la vittoria del torneo, proprio insieme agli azzurri, i tedeschi del Wolfsburg che, il Napoli umilia letteralmente in Germania con un sonoro 4-1 che vale il biglietto per le semifinali. La strada sembra letteralmente in discesa quando dall'urna di Nyon viene fuori il Dnipro ma, gli azzurri si fanno clamorosamente eliminare con un pareggio in casa e l'amara sconfitta in Ucraina. L'eliminazione in semifinale produce una delusione enorme per tutti i partenopei per tre semplici motivi: l'essere arrivati così vicini, ad un sogno che mancava dai tempi di Maradona, l'essere eliminati da una squadra decisamente inferiore e, infine, la possibilità che l'eventuale vittoria avrebbe concesso con la qualificazione diretta alla Champions.
IL MERCATO: La sessione estiva del mercato azzurro ha lasciato più di qualche perplessità e non solo per gli acquisti. In primis è risultata fallimentare la scelta di attendere prima l'esito del preliminare a fine agosto per poi entrare nel vivo del calciomercarto il che, non solo poteva rinforzare la squadra, invece tristemente eliminata ma, inoltre ha concesso un tempo troppo risicato per dei colpi degni di nota. La scelta di affidarsi a Rafael e, lasciar partire Reina, è risultata quanto mai fallimentare, con il giovane portiere brasiliano che non ha mai convinto, fino all'esclusione definitiva. Per quanto concerne la difesa, al quanto discutibile è apparsa la decisione di lasciar partire Fernandez, che nell'ultima fase si era ben integrato nel modulo di Benitez ed era reduce da un buon mondiale, e puntare su una scommessa come Koulibaly, che dopo un ottimo avvio ha lasciato spesso a desiderare. Ma è sicuramente il centrocampo ad aver palesato i principali errori, con le cessioni di Behrami e Dzemaili rimpiazzati dal rientro, dal prestito, di Gargano e dall'acquisto dall'Espanyol di David Lopez, che tecnicamente non ha apportato nulla di più, anzi. Due vere e proprie incognite sono state invece De Guzman e Michu: il primo seppur con qualche gol non ha saputo integrarsi nel gioco di squadra, venendo meno nel momento del bisogno, dopo il grave infortunio di Insigne; il secondo un vero e proprio mistero, si è presentato con un errore incredibile nella gara di andata con il Bilbao per poi, sparire nelle tenebre di un infortunio senza più apparire nemmeno a Castel Volturno.
Il mercato di gennaio si è chiuso con due acquisti molto più azzeccati e giusti. In primis, l'arrivo del croato Strinic, svincolato, che è andato a rinforzare un reparto in deficit di uomini, a causa dell'infortunio di Zuniga e l'imminente partenza di Ghoulam per la Coppa d'Africa. E poi, l'acquisto a sorpresa di Manolo Gabbiadini, in comproprietà tra Juventus e Sampdoria, giovane italiano molto interessante e prospettico che, ha subito dato il suo contibuto a suon di gol e prestazioni dimostrandosi la vera rivelazione della stagione azzurra e, che lascia ben sperare per il futuro.
SOCIETA': Il voto per la società azzurra, rappresentata essenzialmente dal presidente Aurelio De Laurentiis, è decisamente insufficiente. Tutto nasce dai proclami scudetto che, poi lo stesso patron ha ammesso di aver sbagliato a fare, nel corso del ritiro estivo a Dimaro. Proclami che sono apparsi fuori luogo, sicuramente per il poi deludente risultato finale ma, ancora di più perchè a quelle parole è seguito un mercato decisamente sotto tono e che, non ha rispecchiato per nulla le ambizioni di una squadra pronta a lottare per il vertice. Da imputare, al 50%, al patron anche il rapporto poco chiaro e comunicativo avuto con l'allenatore per buona parte della stagione. Da salvare, invece, sono essenzialmente il mercato invernale, come detto in precedenza, e la discussa ma proficua decisione di mandare la squadra in ritiro nel momento clou della stagione.
TECNICO: Quella di Rafa Benitez al Napoli è stata un'avventura che si chiude con un bilancio tutt'altro che positivo. L'unica nota positiva della stagione è, infatti, oltre alla conquista della Supercoppa Italiana, la risalita nel ranking Uefa, poco davvero troppo poco. Il resto, come detto nella premessa, è una serie di macerie che rischiano di minare il futuro stesso del club, con una danno economico rilevante, vista la doppia esclusione dalla Champions che, comporta un peso elevatissimo sulle casse della società che, infatti, chiuderà per il primo anno in passivo. In due anni poi, è da sottolineare il fatto che i risultati abbiano subito un'involuzione evidente, sia sotto il piano del gioco che dei risultati, con il 5° posto di questa stagione che potrebbe "regalare" una beffa incredibile se, come circolato ieri, la Lazio non dovesse ottenere la licenza Uefa, con il posto Champions che andrebbe di conseguenza alla Fiorentina, in virtù del sorpasso al Napoli nell'ultima giornata.
ROSA: La rosa nel suo complesso ha deluso non tanto da un punto di vista squisitamente tecnico, quanto per quanto concerne la personalità del gruppo e dei singoli che, è venuta a mancare nei momenti cruciali della stagione. Volendo fare un'analisi per reparto, risulta evidente la bocciatura totale di Rafael che, tra papere e insicurezza, ha spinto Benitez alla definitiva esclusione a beneficio di Andujar che, ha saputo dare garanzie maggiori ed è stato bravo a farsi trovare pronto, seppur con qualche sbavatura di troppo nel rush finale.
La difesa proprio, come nella stagione precedente, è stato di sicuro il reparto più carente. Albiol che doveva essere il faro del reparto, è apparso solo un lontano parente dell'ex Real Madrid; Koulibaly partito alla grande ha stupito con alcune prestazioni degne di nota per poi, adeguarsi agli standard del reparto con un calo evidente; Britos ha semplicemente confermato quanto visto in passato, ovvero un calciatore insicuro che alterna troppe cattive prestazioni a qualche buona uscita; Henrique quasi mai chiamato in causa se, non per sopperire casi di emergenza sulla destra; Maggio, spesso capitano della squadra, dopo una fase iniziale decisamente opaca ha saputo riprendersi conquistando sul campo il rinnovo di contratto; per Ghoulam discorso simile, con prestazioni altalenanti; Strinic arrivato a gennaio, è stato utile nel sostituire l'algerino, per poi, però, eclissarsi del tutto; Mesto poco utilizzato si è fatto comunque trovare pronto ma, ha già detto addio; Zuniga chiude anche questa stagione come il grande assente.
In mediana: Gargano che doveva essere ceduto, ha saputo conquistare la fiducia del tecnico con prestazioni di cuore e tenacia; Inler ha, solo per un breve periodo di stagione, ricordato il centrocampista di spessore acquistato dall'Udinese; Jorginho, forse complice il modulo, non ha mai convinto, ed è risultato ben distante dalle prestazioni mostrate a Verona; David Lopez dopo un fase iniziale molto difficile, di ambientamento, ha saputo riscattarsi nella seconda parte della stagione.
La fase offensiva ha mostrato le vere peculiarità della squadra: Higuain si è confermato un vero bomber con la media di 1 gol ogni due partite, sul quale, però, pesano gli errori con il Dnipro e il rigore sbagliato con la Lazio; Callejon dopo la convocazione della Spagna, non ha più saputo esprimersi ai livelli a cui aveva abituato la piazza; capitan Hamsik seppur con alti e bassi (e tanta panchina), ha chiuso una delle sue migliori stagioni realizzative con ben 13 reti; per Insigne stagione sfortunata, dopo uno stupendo inizio con numeri eccezionali, il pesante infortunio lo ha tenuto fermo ai box per quasi tutto il campionato; Mertens si è dimostrato, soprattutto, nel finale il vero trascinatore della squadra, a suon di gol e dribbling; Zapata si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa, troppo poco; Gabbiadini arrivato nel mercato di riparazione, è stata la vera rivelazione con ben 11 reti; De Guzman che doveva essere un jolly, tra trequarti e fasce, a parte qualche gol nelle prime giornate, è sparito presto dai radar; Michu arrivato anche lui come un jolly si è invece rivelato un flop totale.
FUTURO: Il futuro al momento rappresenta una vera e propria incognita. Dubbi e, ancora, tanti su chi siederà sulla panchina lasciata vuota da Benitez: Emery, Mihajlovic, Montella, Spalletti, ecc. Scelto il tecnico, dal cui spessore potrebbero dipendere tante cose, bisognerà capire se e quale big effettivamente lascerà il Napoli, con le numerose indiscrezioni su Callejon e Higuain. Il mercato in entrara sarà, ovviamente, figlio del futuro allenatore, le uniche certezze per i partenopei da cui ripartire, risiedono al momento nei due giovani talenti italiani in squadra, Insigne e Gabbiadini che, rappresentano il futuro del Napoli e della nazionale italiana.