Questo pomeriggio allo Stadio Olimpico di Roma, ore 18:00 c'è il derby Lazio-Roma. Le due romane si giocano il futuro in Champions League: i gallorossi, già sicuri del preliminare, con una vittoria avrebbero in mano il secondo posto con una giornata d'anticipo. Diverso il discorso per i biancocelesti, che invece hanno bisogno di almeno un punto per staccare il Napoli di 4 lunghezze e andare poi al San Paolo senza pressioni all'ultima giornata. Gli azzurri ovviamente spera in una vittoria giallorossa perchè, se così fosse, la Lazio arriverebbe al San Paolo con soli tre punti di vantaggio, ridando speranze ad una squadra che sembra ormai sull'orlo di un precipizio. Servirebbe poi una vittoria ai partenopei per impattare a pari punti con i biancocelesti, che, viste le sconfitte negli scontri diretti, si vedrebbero superati e relegati in Europa League. Fantacalcio? Forse. Una cosa è certa: il Napoli è stato responsabile del proprio destino e aspettare che le altre squadre facciano passi falsi per arrivare a mete che non si è stati capaci di conquistare con le proprie forze, fa capire che comunque qualcosa non è quadrato.
Timore Biscotto
Ci sono molte correnti di pensiero riguardo la sfida capitolina, ma il timore più diffuro è che le due romane combinino un gran bel "biscotto". Perchè farsi del male quando si può accedere a braccetto alla competizione più prestigiosa del calcio Europeo? Questa la domanda più ricorrente nelle menti dei tifosi partenopei. Ma è davvero difficile ipotizzare come possa andare a finire questa sera. Una cosa è certa: stando alle dichiarazioni del pre-partita dei due allenatori, sembra difficile che le due squadre possano accordarsi per scendere in campo senza provare a vincere. Garcia non ha usato parole dolci, nè per Lotito (non poteva mancare la battuta sullo spostamento del derby, ndr) ne per la Lazio, rea, secondo l'allenatore francese, di aver vinto contro la Samp grazie al solito aiutino arbitrale.
Ma in ogni caso lo spettro del Biscotto resta vivo, soprattutto nelle menti dei tifosi del Napoli, che già in passato sono state vittime sacrificali dei complotti orditi al di fuori del campo di gioco.
10 giugno 2001 al Tardini di Parma arriva il Verona per l'ultima partita di campionato: ai partenopei serve che gli emiliani vincano l'incontro per rimanere in serie A. Risultato finale: Parma - Verona 1-2. Il Parma di Tanzi perdeva contro il Verona di Tanzi, sì lo stesso proprietario, dal 1998 il numero uno emiliano acquistò il Verona con soldi sottratti dalle casse della Parmalat e solo dopo si scoprì il fallimento che travolse i risparmiatori. Per scavalcare l'articolo 7 dello Statuto della FIGC intestò tutto al suo uomo di fiducia Pastorello (fonti rese note dal Procuratore Giorgio Laguardia). Alla fine retrocesse il Napoli di Corbelli.
Quelli che invece fa sperare i tifosi azzurri è un altro precedente, quel Lazio - Inter che nessun supporters romanista ha ancora dimenticato. Era il 2 maggio 2010 e all'Olimpico di Roma, 55.000 spettatori di cui 40.000 interisti, scendavano in campo i biancocelesti contro i nerazzurri, con l'intera la curva laziale a sostenere la squadra rivale, l'Inter. Vi starete chiedendo come mai. Ebbene, con la vittoria dei nerazzurri lo scudetto approdava in terra meneghina e non sulle maglie degli odiati cugini giallorossi. Alla fine l'Inter vinse 2-0 in scioltezza, per una delle pagine più brutte dello calcio italiano, post calciopoli.
Sono passati pochi anni da quella sera, il calcio è cambiato negli uomini e nelle regole, onorare la maglia, la propria squadra è diventato una regola rara. Adesso ci sono prima gli interessi economici, poi tutto il resto. Ma se stasera dovesse finire in pareggio, non avrebbe senso incolpare le squadre in campo per il fallimento del Napoli. Qualora finisse in pareggio, il fallimento sarebbe solo responsabilità del Napoli, di nessun altro!